Se i tuoni e le saette che abbiamo già raccontato sulla mozione di Forza Italia per ottenere da subito il parcheggio in Ticosa sembravano l’avvisaglia di una frattura forse insanabile nel centrodestra cittadino, un altro eclatante elemento si aggiunge. Ed è difficile, a questo punto, dare torto al gruppo della Lista Rapinese che ieri sera ha parlato di “maggioranza che non c’è più”, refrain poi ribadito dal Pd anche sulla vicenda Ticosa.
Ieri sera in aula è infatti arrivato anche il Bilancio consolidato del 2018, come tutti i documenti contabili uno dei più importanti per la vita pratica dell’amministrazione e uno dei momenti cruciali per la tenuta politica di una coalizione.
Ebbene, qui lo strappo di Forza Italia rispetto ai (teorici, teoricissimi) alleati di Lega, Fratelli d’Italia e Insieme per Landriscina è stato davvero clamoroso.
A fronte di un vero e proprio appello a cuore aperto dell’assessore alla Bilancio, Adriano Caldara (Lega) i forzisti non soltanto non hanno votato il documento. Ma sono platealmente usciti dalla sala del consiglio.
“Approvare il Bilancio consolidato – aveva detto Caldara – per questo Comune vuol dire procedere con le assunzioni; non approvarlo significa non poter assumere. Dunque – ha poi ribadito due volte l’assessore – nella piena libertà di ogni consigliere di valutare il lavoro dell’assessorato e degli uffici io credo che si debba tener conto di questo elemento. E lo dico anche per il voto sull’immediata eseguibilità della delibera: la non immediata eseguibilità, ricorderete ai tempi del Rendiconto di Bilancio, ebbe conseguenze su tutte le delibere successive”.
Si riferiva, Caldara, alla serata del 10 giugno scorso (link qui sotto), quando sempre Forza Italia abbandonò l’aula al momento del voto e poi anche in quello per approvare l’immediata eseguibilità della delibera, di fatto bloccando per i canonici 15 giorni di esposizione all’Albo pretorio tutti i provvedimenti legati al Rendiconto.
Ennesimo sanguinoso strappo di Forza Italia e Maesani: via dall’aula sul voto di bilancio
Ebbene, 75 giorni dopo – e nonostante l’accorato appello – la scena si è ripetuta, anche più dura di prima.
Forza Italia infatti ha abbandonato l’aula al momento di votare il Bilancio Consolidato, che è comunque passato con la “miseria” di 13 voti a favore e 9 contrari.
I forzisti sono poi rimasti fuori anche sul voto subito successivo, quello che determina l’immediata entrata in vigore, con relativo dispiegamento degli effetti, della delibera. Ma qui serviva la maggioranza assoluta per ottenere l’immediata eseguibilità e i soli 14 voti favorevoli a fronte degli 8 contrari non sono dunque bastati.
Quindi: strappo politico pesantissimo, una vera e propria porta in faccia rispetto alla mano tesa di Caldara e per esteso a tutto il resto del centrodestra. In più, in termini pratici e stando alle parole dell’assessore, un blocco almeno di 15 giorni sul centinaio di assunzione previste dall’amministrazione.
Insomma, al di là di ogni torto o ragione, dire che la maggioranza di centrodestra a Palazzo Cernezzi non esiste più, non è davvero un’esagerazione. Pare una realtà. Consolidata, per restare in tema.
Un commento
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