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Blitz con fumogeni e striscione per la remigrazione a Como: “Propaganda razzista, le autorità intervengano”

Arrivano le prime reazioni al blitz con fumogeni e striscione sul Monumento ai Caduti di Como, la scorsa notte, da parte del “comitato promotore della proposta di legge” per la remigrazione, ossia il rimpatrio forzato degli stranieri.

Cgil, Cisl e Uil di Como hanno diffuso la nota che pubblichiamo di seguito.

Quanto accaduto nella notte al Monumento ai Caduti di Como – con fumogeni e uno striscione inneggiante alla cosiddetta “Remigrazione”, cioè il rimpatrio forzato delle persone straniere – è un fatto grave. Non è goliardia, non è folklore: è propaganda razzista che usa un luogo simbolo della memoria collettiva per diffondere un messaggio di esclusione e di paura.

Il Monumento ai Caduti ricorda chi ha pagato con la vita le guerre, le dittature, le ideologie fondate sulla violenza e sulla discriminazione. Trasformarlo nel fondale di iniziative che richiamano, anche solo sul piano culturale, l’idea che alcune persone “non devono stare qui”, significa offendere quella memoria e i valori antifascisti su cui si regge la nostra Repubblica.

Dietro la parola “Remigrazione” non c’è un dibattito astratto, ma l’idea concreta di spingere fuori dal perimetro della comunità persone che da anni vivono, lavorano, studiano in Italia. È una visione incompatibile con il rispetto della dignità umana, con i diritti fondamentali e con l’articolo 3 della Costituzione, che chiede di rimuovere gli ostacoli che limitano libertà ed eguaglianza, non di costruirne di nuovi.

Como è una città che conosce bene l’emigrazione e il lavoro oltre confine. Per questo sa che chi si sposta in un altro Paese lo fa quasi sempre per necessità, per cercare un futuro migliore, non per capriccio. Il migrante non è un problema, non è un’emergenza per definizione: il vero problema nasce quando mancano politiche serie di accoglienza, integrazione, casa, scuola, lavoro regolare e sicuro. È l’assenza di scelte responsabili che crea tensioni, non la presenza in sé di persone straniere.

In un Paese attraversato da un pesante “inverno demografico”, con nascite in calo e interi settori produttivi che faticano a trovare personale, ignorare il contributo di chi viene da altri Paesi è semplicemente miope. Le persone migranti possono dare un apporto importante al lavoro, ai servizi, alla tenuta del nostro sistema sociale, se il fenomeno viene governato con regole chiare, diritti rispettati, doveri uguali per tutti. Non si tratta di dipingere una realtà idilliaca, ma di riconoscere che già oggi molti servizi, imprese, famiglie reggerebbero a fatica senza il loro lavoro.

Per CGIL, CISL e UIL di Como è inaccettabile che si provi a indicare negli stranieri un capro espiatorio dei problemi reali del territorio: precarietà, salari bassi, caro vita, carenza di alloggi, insicurezza sul lavoro. Queste questioni si affrontano con politiche sociali, buona occupazione, contrattazione, investimenti pubblici, non alimentando la retorica del “noi contro loro”.

Per questo chiediamo con chiarezza l’intervento delle autorità. Chiediamo al Comune di Como, al Prefetto e al Questore di vigilare affinché luoghi simbolici come il Monumento ai Caduti non vengano più utilizzati come scenografia per messaggi di odio e di discriminazione, di accertare le responsabilità per quanto avvenuto e di adottare tutte le misure necessarie per prevenire il ripetersi di episodi analoghi. Difendere quei luoghi significa difendere una storia fatta di sacrifici, di lotta al fascismo, di rifiuto di ogni forma di razzismo.

Como deve scegliere che città vuole essere: una città che si lascia trascinare sul terreno dell’odio e della semplificazione, oppure una comunità che, pur consapevole dei problemi e dei limiti, affronta la complessità con responsabilità, rispetto della Costituzione e attenzione alla coesione sociale.

Il nostro “noi” comprende lavoratrici e lavoratori, cittadine e cittadini, qualunque sia il loro Paese di nascita. È questa idea di comunità, seria, esigente ma inclusiva, che la CGIL di Como intende difendere.

Cgil Cisl Uil Como

In giornata è arrivata la nota sull’episodio da parte di Prc, GC e Osservatorio democratico sulle nuove destre di Como e Provincia.

I FUMOGENI COLONIALISTI

Chissà cosa passa per la testa degli incappucciati che di notte accendono fumogeni e gridano di deportare gli stranieri non graditi. Ci sono tre possibilità:

1) che siano nostalgici degli arresti di massa e dei treni piombati che i loro nonni o padri riempivano di ebrei e di oppositori da uccidere nei campi di sterminio nazisti.

2) che abbiano qualche vuoto di memoria e non sappiano più di essere figli e nipoti di persone che, nel secolo scorso, negli USA, in Germania, Svizzera, Belgio… erano sfruttate, maltrattate e respinte perché italiane o – nell’Italia del nord – perché terrone.

3) semplicemente le due cose insieme.

Se fra di loro ci sono anche persone che per campare sono costrette a lavorare, gente comune come noi col problema di arrivare a fine mese, allora una cosa è certa…

Quando ci sono dei poveri che odiano gli altri poveri vuol dire che (almeno nel vuoto delle loro teste) il fascismo sta funzionando benissimo.

E comunque i fasci comaschi hanno fatto progressi in:

VISIBILITÀ perché almeno loro hanno evitato di andare in giro con le fiaccole in pieno giorno come fanno spesso i camerati lecchesi,

RAPIDITÀ perché, col favore delle tenebre, probabilmente non hanno dovuto richiedere il suolo pubblico ai collassati uffici comunali né concordare tempi e modalità con le forze dell’ordine.

Chissà se qualcuno, dentro alle istituzioni – così solerti nell’emettere Daspo in occasione di altre manifestazioni – ha preso nota.

Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea

Giovani Comunisti/e

Federazione provinciale di Como

Osservatorio democratico sulle nuove destre di Como e Provincia

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