A livello nazionale infuria la polemica sulla scarcerazione di una lunga serie di boss mafiosi che hanno ottenuto i domiciliari – su decisioni dei magistrati di sorveglianza – in concomitanza con l’esplosione della pandemia. Un provvedimento che comunque è costato e sta costando al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (Cinque Stelle) attacchi pesantissimi dall’opposizione, segnatamente Lega e Fratelli d’Italia, tanto da portarlo a un pressoché certo ripensamento. E’ di queste ore, infatti, l’ipotesi che molti, se non tutti, i boss mafiosi in questione possano far ritorno nelle carceri su provvedimento ad hoc dello stesso Bonafede.
Anche sul Lario, inevitabilmente, la questione accalora e divide. Oggi, a finire al centro di un comunicato stampa pesantissimo, è il deputato di Fratelli d’Italia, Alessio Butti, preso di mira dal consigliere regionale pentastellato, Raffaele Erba.
Butti, via social, aveva pesantemente attaccato il ministro Bonafede e le scarcerazioni: “Con la mafia non si scende a patti né si ripiega! Con la mafia non si scherza! Che senso ha ricordare Falcone, Borsellino e tutte le altre vittime della mafia se poi si scarcerano i boss mafiosi?”, era stato uno dei post.
E ancora: “L’allentamento del carcere duro per i boss della mafia, diretta conseguenza di rivolte nelle carceri per questioni COVID chiaramente organizzate dovrebbe indurre il ministro Bonafede alle dimissioni. Soprattutto dopo lo sputtanamento incontrovertibile di ieri sera a Non è l’arena“.
Riferimento, quest’ultimo, alla trasmissione televisiva di La7 “Non è l’Arena”, dove è stata sostenuta la tesi che la mancata nomina, due anni fa di Nino Di Matteo, magistrato antimafia e attuale membro del Csm, a capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap), fosse dipesa da alcune esternazioni in carcere di mafiosi detenuti che temevano la sua nomina in grado di condizionare le scelte del governo. Ipotesi definita da Bonafede “infamante e infondata” e oggi – nel question time alla Camera – bollate come “illazioni infondate”
“Se poi il problema è l’affollamento delle carceri, riprendo ciò che ha detto Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro (e che noi diciamo da anni): Ma quale affollamento? Che ci vuole costruire quattro carceri per 5000 detenuti?. E ancora, sulle rivolte nelle carceri, possibile che scoppino tutte in contemporanea? Vogliamo sapere tutto del nuovo accordo “Stato mafia” targato 5 stelle!”.
Ora arriva la replica di Erba con una nota ufficiale: “Il deputato Butti ha invocato le dimissioni di Bonafede: sono letteralmente allibito dall’inconsistenza di una richiesta fatta solo per creare una sterile polemica – afferma – Prima di tutto preciso che non esiste alcun fantomatico accordo tra lo Stato e la Mafia. Di Matteo e Bonafede hanno dimostrato con i fatti di essere due persone serie, intransigenti e rispettose, unite dal comune denominatore della lotta alla mafia. La battaglia di Di Matteo dura da molti anni ma anche Bonafede si è distinto per aver combattuto la criminalità organizzata con tutte le sue forze, come del resto ha sempre fatto il MoVimento 5 Stelle”.
“Bonafede non è mai stato condizionato dai boss: basti pensare ai tanti provvedimenti di contrasto alle Mafie adottati dal suo Ministero e attesi da anni come la legge “Spazzacorrotti” o l’estensione dell’utilizzo delle intercettazioni – aggiunge Raffaele Erba – Mi verrebbe da dire: da che pulpito vien la predica”.
“L’Onorevole Alessio Butti dimentica o finge di dimenticare che non molto tempo fa, febbraio 2020, è stato arrestato il quinto esponente di Fratelli d’Italia in soli otto mesi per presunti contatti con la mafia – aggiunge il consigliere regionale comasco dei Cinque Stelle – E lo stesso Butti non ricorda che nel 2008 venne eletto in Senato con il Popolo della Libertà, il partito del centrodestra che inglobava quella stessa Forza Italia fondata da Marcello Dell’Utri, poi condannato a 7 anni di reclusione per concorso in associazione mafiosa”.
“Prima di giudicare gli altri su presunte accuse smentite dai fatti, forse è meglio dare una rinfrescata alla memoria”, conclude Raffaele Erba.
Un commento
Cit ” E ancora, sulle rivolte nelle carceri, possibile che scoppino tutte in contemporanea? Vogliamo sapere tutto del nuovo accordo “Stato mafia” targato 5 stelle!”.
Frase di una gravità inaudita, ma sono boutade per far parlar