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Case Aler: 329 vuote per mancanza di manutenzione in provincia. Orsenigo: “La Regione si muova”

Il consigliere regionale del Pd, Angelo Orsenigo va all’attacco sul numero imponente di alloggi Aler sfitti nel Comasco:

“Sono 329 – dice Orsenigo – Novanta sono pronti per essere assegnati, mentre 239 sono vuoti per carenze manutentive. La maggior concentrazione di alloggi sfitti è a Como città con 50 alloggi pronti ma vuoti e 153 case che ancora attendono di essere recuperate. Cosa sta aspettando Regione Lombardia a sbloccare le graduatorie e velocizzare la riqualificazione del patrimonio Aler nella provincia di Como, oltre che in tutta la Lombardia?”.

“I dati risalenti allo scorso 8 ottobre parlano chiaro – prosegue il consigliere dem – Regione Lombardia ha un un problema di assegnazioni e un problema ancora più grave di recupero e riqualificazione del proprio patrimonio. E’ dal 2016 che come Partito Democratico sosteniamo che l’attuale legge regionale che disciplina i servizi abitativi e il regolamento per le assegnazioni che ne deriva non avrebbero funzionato a dovere e, anzi, avrebbero portato incredibili disagi a chi ha bisogno di un tetto sopra la testa. La situazione a Como ne è un chiaro esempio e conferma la necessità del sistema di edilizia popolare di cambiare passo”.

“Con 329 alloggi si potrebbe dare un tetto a centinaia di famiglie comasche, oltre che ad anziani o persone sole e in difficoltà che in questi mesi vivono con l’acqua alla gola le conseguenze della crisi economica portata del Covid-19 – conclude Orsenigo – Regione Lombardia deve provvedere a finanziare quanto prima la riqualificazione degli alloggi comaschi che non sono nelle condizioni di essere abitati. Ma senza uno sbocco delle assegnazioni anche quella parte di patrimonio che un domani sarà pronta a ospitare nuovi inquilini è totalmente inutile. Faccio appello all’assessore Bolognini: Regione non aspetti oltre. Le case senza persone sono inutili specie quando sempre più persone sono senza una casa”.

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Un commento

  1. Recentemente ho letto un interessante articolo che spiegava che nel 1970, all’epoca delle proteste operaie in Lombardia, un operaio pagava mediamente l’affitto di casa con un terzo del suo salario. Oggi un affitto costa mediamente la metà dello stipendio di un impiegato. Ci si chiede poi per quale motivo molti giovani fanno fatica a uscire di casa e a farsi una famiglia. Ci si chiede come mai sta scomparendo il ceto medio. Ci si chiede per quale motivo molte famiglie facciano fatica ad andare avanti. Ma, soprattutto, ci si chiede chi ha l’interesse a mantenere disabitate le case dell’ALER. Forse basterebbe rispondere solo a quest’ultima domanda per comprendere tutto il resto. Forse…

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