E’ polemica sull’improvviso annullamento delle due sedute di consiglio comunale previste per oggi e domani. Serate in cui il contestatissimo regolamento di polizia locale sarebbe andato alla prova dei circa 120 emendamenti depositati. E’ il Pd che va all’attacco dell’improvviso colpo di spugna sul calendario d’aula.
“La Giunta doveva prevedere che ci sarebbe voluto più tempo per esaminare 120 emendamenti”, affermano i consiglieri dem Stefano Fanetti, Patrizia Lissi e Gabriele Guarisco.
“Alle 11.56 di stamattina è arrivata l’email con l’ordine del giorno per stasera, alle 13.56 è arrivata l’email con l’annullamento delle sedute – rivela Lissi –. Complimenti per l’organizzazione e per il rispetto verso i consiglieri”. Fanetti aggiunge: “Era ovvio che ci volesse tempo per analizzare gli emendamenti. Tant’è che già ieri si poteva procedere con l’annullamento delle sedute, se non altro per il fatto che anche in maggioranza si erano levate voci in questo senso”.
“Ben venga il rinvio – conclude Guarisco – ma ancora una volta qualcosa ci dice che l’intenzione era di ignorare completamente la presenza di forze politiche nella loro casa, cioè il consiglio comunale. Apprezziamo, perciò, il gesto, e vorremmo che diventasse la normalità”.
In realtà, quello che sembrano ignorare i consiglieri dem (al netto dell’oggettivo impegno per giunta e uffici nel valutare 120 emendamenti) è che in queste ore sono in corso febbrili contatti tra l’assessore alla Polizia Locale, Elena Negretti, e le forze di maggioranza (la turbolenta Forza Italia in primis) per cercare di trovare una via d’uscita alla “mortale” discussione dei 120 emendamenti. Un teorico tour de force che, oltre ad allungare a dismisura i tempi prima del voto finale, in caso di approvazione massiccia delle modifiche potrebbe pure stravolgere completamente il documento. Soprattutto se anche pezzi (forzisti) del centrodestra votassero con le opposizioni.
In questo senso, i gruppi di maggioranza dovrebbero prendere parte a una riunione per valutare le strade alternative alla “Cayenna” d’aula, anche se per ora Forza Italia (che chiede con insistenza il ritiro del documento e la rielaborazione assieme alle forze di opposizione) non sembra lanciare particolari segnali distensivi.