L’ultimo scambio polemico della stagione di consigli comunali 2017-2018 (approvato l’assestamento di bilancio, si tornerà in aula il 3 settembre) ha visto protagonisti, sebbene a distanza, il sindaco Mario Landriscina e il consigliere della lista “Rapinese Sindaco”, Fulvio Anzaldo.
Si diceva confronto a distanza poiché Anzaldo è intervenuto a inizio serata per contestare diversi punti dell’intervista rilasciata dal primo cittadino a Comozero la scorsa settimana, al termine del vittorioso voto sul ritorno in mani comunali della Ticosa.
A inizio discorso, il consigliere di opposizione ha reiterato le critiche proprio a quell’operazione (l’intero gruppo votò contro giudicando inadeguata la transazione di soli 450mila euro con Multi per chiudere una vicenda costata milioni, ndr).
Poi, sempre riferendosi all’intervista, ha contestato l’intenzione del sindaco di avvalersi della controllata Csu per realizzare il progetto di parcheggio in Ticosa perché – parole di Anzaldo – sul parcheggio di viale Varese “si sono valutate soltanto le proposte di altri (Nessi&Majocchi, progetto poi bocciato proprio ieri dalla giunta; nel video sotto, dal minuto 1.04 il momento in cui Landriscina parla di Csu e Ticosa).
Ma il punto più ruvido dell’intervento di Anzaldo, sebbene molto breve, è coinciso con la replica alla stilettata di Landriscina alle critiche (sempre, in particolare, della Lista Rapinese) sulla mancata discussione in consiglio della delibera su Villa Erba.
Ricordando alcune polemiche precedenti delle minoranza – in particolare della lista Rapinese che aveva accusato la giunta di non aver voluto discutere la questione pur avendone il tempo – Landriscina aveva testualmente detto: “Stasera ho assistito a qualche reprimenda sul fatto che non abbiamo deciso per Villa Erba però tutti si sono lamentati fino alla scorsa settimana (qui chi lo ha fatto) che continuiamo a decidere, a fare riunioni, a fare consigli. Si devono mettere un po’ d’accordo, insomma. Poi stasera è finita, poteva finire domani stasera: meglio così, perché ogni consiglio al contribuente costa tanto, ma tanto (video sotto, dal minuto 5.07 il punto esatto in questione).
La cifra esatta, al netto della facile moltiplicazione dei gettoni da circa 70 euro per il numero dei consiglieri è complessa da ricavare con precisione tra personale, costi energetici, straordinari e così via. Ma negli anni, la stima ufficiosa sempre ritenuta come riferimento di massima è stata di circa 5mila euro a riunione.
“Nessun uomo è all’altezza della sua eloquenza – ha però ribattuto Anzaldo – Lei dice che i consigli costano tanto, ma tanto al contribuente. Ma questi sono i costi della democrazia, per la quale tanti uomini hanno perso la libertà e la vita”.
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