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Lista Rapinese, ira contro il sindaco: “Villa Erba, discussione negata. Consiglio umiliato”

Continua – sfidando coraggiosamente la solitudine – la battaglia della lista “Rapinese Sindaco” sulla “privatizzazione” di Villa Erba. E infatti lo stesso Rapinese, assieme a Fulvio Anzaldo, Ada Mantovani e Paolo Martinelli, hanno presentato una mozione di biasimo nei confronti del sindaco Mario Landriscina, argomentata con toni durissimi e sintetizzabile così: Il Consiglio comunale di Como aveva tutto il tempo esprimersi sulla questione ma non si è fatto per una esplicita volontà politica.

In effetti, la delibera con la modifica dello statuto che permetterà l’ingresso nella società di un socio industriale privato, così da far scendere i pubblici sotto il 50%, era già stata discussa in Commissione (approvata solo da 2 voti della Lega, come abbiamo scritto qui); inoltre, era anche già iscritta all’ordine del giorno del consiglio comunale.

La trattazione sarebbe dovuta avvenire dopo la delibera sulla Ticosa, dunque, lunedì scorso a partire dalle 23.22. Ma la cancellazione dell’argomento prima ancora dell’avvio dei lavori (ritiro dovuto fondamentalmente alle fibrillazioni interne alla maggioranza, dove Fratelli d’Italia è contraria alla modalità scelte per la “privatizzazione”) porterà il Comune capoluogo (socio pubblico assieme a Cernobbio, Camera di Commercio e Provincia) a non aver dato alcuna indicazione prima dell’assemblea dei soci prevista domani.

Riunione in cui, salvo sorprese, i soci privati più Provincia, Camera di Commercio e Comune di Cernobbio procederanno comunque alla variazione dello statuto di Villa Erba. Con il capoluogo a subire passivamente.

“Il 22 luglio – scrivono i consiglieri nella mozione – sul quotidiano La Provincia si leggevano testualmente queste parole del sindaco: Il ritiro della delibera è una conseguenza dell’andamento dei lavori di Ticosa […] Riprendere con la Ticosa va da sé che non consente di parlare di Villa Erba […] Non nego che mi dispiaccia perché a mio avviso la città capoluogo deve esprimersi su questioni importanti […] si è persa un’occasione […] come capoluogo mi interessava esprimere un parere ma non potremo farlo. Decideranno gli altri per e noi ci accoderemo”.

Rapinese, Mantovani, Anzaldo e Martinelli (nella foto sopra), però, su questo sferrano l’affondo, tenendo presente che lunedì scorso alle 23.22 l’aula aveva già votato la delibera sulla Ticosa e “se il sindaco poche ore prima non avesse inspiegabilmente ritirato la delibera su Villa Erba si sarebbe potuto continuare a discutere e deliberare”.

“Il consiglio comunale alle 23.22 del 23 luglio risultava ancora regolarmente convocato anche per la seduta della serata seguente, poi invece cancellata; una seduta durante la quale si sarebbe potuto iniziare a discutere e deliberare” su Villa Erba.

Premesse che portano alla mozione di biasimo per il sindaco Mario Landriscina, accusato di “incoerenza”, di aver negato “senza motivate ragioni al consiglio comunale la discussione su un tema di tale importanza quale la delibera di Villa Erba” e in ultima analisi – come ha ulteriormente rincarato la dose il consigliere Fulvio Anzaldo – di “aver umiliato il consiglio, fatto di una gravità inaudita”.

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