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Civitas, sì (da sinistra) alla Ticosa: “Pd, censure sterili. Basta pregiudizi, si pensi alla città”

Per questa breve storia trasversale di politica cittadina – impiantata, peraltro, su un tema epico: la Ticosa – bisogna partire dalla fine. Per l’esattezza, dalla fine di un documento vergato dall’avvocato Giorgio Livio, già candidato (non eletto, foto sotto) alle comunali nel 2017 assieme a Bruno Magatti, che invece oggi è l’unico rappresentante della lista in Comune.

La frase da cui partire, dunque, è la seguente: “Ciò ovviamente non equivale alla approvazione dell’operato complessivo della maggioranza, giudizio che resta del tutto negativo”.

Trattasi delle ultimissime parole della pagina scritta da Livio e, isolata così, può facilmente trarre in inganno. Perché, in realtà, il titolo della riflessione è questo: “Perché dire sì alla delibera che autorizza la transazione nel contenzioso con Multi”. Il tutto, pubblicato anche sui canali ufficiali della lista.

Dunque, a dispetto delle più facili previsioni, dai banchi dell’ (ultra)opposizione alla giunta Landriscina con trazione leghista, Civitas evidentemente approverà la delibera portata in aula dall’assessore Marco Butti (documento che, se otterrà il via libera lunedì, riporterà l’area nella piena disponibilità dell’amministrazione).

Livio, infatti, spiega che “sussiste sicuramente la convenienza economica in quanto la rinuncia di Multi alla restituzione della somma di euro 450mila euro versata a titolo di caparra è sicuramente un introito non indifferente per le casse comunali, senza contare gli interessi maturati negli anni”.

E poi aggiunge che “sotto il profilo giuridico, valutati i punti a favore e quelli a sfavore del Comune nei procedimenti in essere, la alea di accoglimento della risoluzione contrattuale per fatti addebitabili a Multi è alquanto elevata e quindi una transazione è comunque conveniente oltre che opportuna”.

“Non è peraltro irrilevante – aggiunge l’avvocato – che il Tribunale Ordinario abbia respinto, in doppia istanza, la escutibilita’ della fideiussione da parte del Comune. Sono poi da considerare i rischi relativi alle spese legali in caso di soccombenza stante il rilevante valore dei contenziosi”.

Naturalmente, le valutazioni di Civitas – attribuibili all’intera lista, dunque anche a Magatti che peraltro ha già votato sì in Commissione – si estendono anche all’ambito politico.
“Dal punto di vista politico – si legge – è nell’interesse dei cittadini porre una pietra tombale sulla vicenda in quanto evita di mantenere una situazione di incertezza di anni per, poi, dover iniziare un nuovo iter amministrativo che, visto quanto accaduto, non durerà meno di 5/6 anni ad essere ottimisti. Sarebbe inoltre poco comprensibile disattendere pareri pro-veritate redatti da chi ben conosce l’intera vicenda. Perché richiederli per poi non seguirli?”.

In cauda – infine – c’è anche un po’ di venenum. Sull’opposizione preconcetta alla delibera portata in aula dal centrodestra e sul Pd in particolare, gruppo che, almeno nello spezzone di seduta consiliare già andato in scena, è parso tutt’altro che conciliante rispetto alla proposta della giunta.

“La delibera proposta è articolata e completa e sinceramente non appaiono valide le censure mosse dal PD – scrive Livio – La stessa va approvata nell’interesse e per il bene della città. Opporsi apparirebbe sterile ed incomprensibile presa di posizione o meglio un rifiuto aprioristico come se non si volesse riconoscere, a tutti i costi, alla maggioranza di essere stata in grado di concludere e definire una annosa e complessa vicenda frutto di molti errori commessi nel corso degli anni”.

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4 Commenti

  1. “450mila euro è sicuramente un introito non indifferente per le casse comunali”.

    O è ingenuo (e gli manca il senso della misura) o in malafede: lo capisce pure un bambino che su un progetto da svariate decine di milioni, 450 mila euro rappresentano forse giusto le noccioline.

    Ma chiaramente, pur di passare per illuminati statisti, le si accetta frettolosamente senza farsi domande: chissenefrega se poi solo per la bonifica se ne spenderanno 10-15-20 volte tanto..

    Che tristezza..

  2. Sia il si sia il no comportano “gravi responsabilità”. Bisogna scegliere. Il si consente però di far tornare l’area disponibile per la città e i cittadini. Il no lascia tutto invariato con un’alea incredibile su costi e tempi. Bene Magatti che ha esperienza e conoscenza del tema.

  3. MI sembra che Magatti sia la persona più adatta per esprimere un parere complessivo vista la sua esperienza e il suo incarico precedente. L’amministrazione precedente ha avuto 5 anni per pervenire ad una transazione scritta in modo ritenuto corretto. I rischi economici e temporali che rimarrebbero pendenti in caso di bocciatura rimarrebbero in ogni caso una grave responsabilità. Tra le due gravi responsabilità bisogna scegliere anche sulla base di pareri tecnici per quello che si ritiene il bene della città. Ho l’impressione che gran parte dei cittadini mal sopporterebbero un prolungamento sine die della vicenda.

  4. Il problema non è il se dell’accordo con Multi ma la forma e il contenuto. Forma: la delibera è scritta male; oltre ad una motivazione della transazione molto carente, prevede la revoca da parte del Consiglio Comunale di tutte le precedenti delibere comunali relative al programma di intervento sull’area Ticosa prima ancora che Multi sottoscriva la transazione; si deve invece fare esattamente il contrario per evitare il rischio che una volta revocate le delibere comunali Multi non firmi più la transazione. Quanto al contenuto, un precedente parere del Segretario Generale del Comune sulla transazione aveva evidenziato una sproporzione tra l’offerta di Multi e il danno per il Comune, tra il quale il mancato incasso del prezzo di vendita dell’area di oltre 14 milioni di Euro, cui aggiungere le mancate opere di urbanizzazione e i parcheggi (valore 37 milioni di Euro) a carico di Multi. A fronte di un potenziale danno così ingente, la nuova offerta di Multi che prevede che il Comune non debba più restituire la caparra di Euro 450.000, è una novità così rilevante da far modificare il parere da negativo a positivo? Anche su questo aspetto la delibera nulla dice e non vi è neppure un nuovo parere del Segretario General.. Tutto ciò espone l’Amministrazione Comunale a gravi responsabilità.

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