Aumento della Tari del 2,5% per il prossimo anno. E’ quanto emerso oggi dalla riunione della Commissione Consiliare II del Comune di Como.
Al centro dell’incontro l’approvazione del Piano Finanziario 2020 (PEF) del servizio di gestione integrata del ciclo dei rifiuti che l’assessore all’Ambiente ha definito “propedeutica all’approvazione del Bilancio per l’anno in arrivo e necessario considerando il modo in cui la città sta cambiando negli ultimi anni con le forti presenze turistiche, specie in centro città”.
“L’aumento rispetto al passato è dovuto all’andamento dell’indice Istat per la gestione dei rifiuti pari all’1,7% – ha spiegato Luca Baccaro, dirigente del settore Ambiente – il resto è dovuto allo smaltimento dei rifiuti ingombranti”.
Altro argomento toccato dalla Commissione è il nuovo Bando per la gestione dei rifiuti, dal 2013 in mano ad Aprica e il cui contratto con il Comune ha data di scadenza fissata a dicembre 2020.
Galli e Baccaro hanno fornito qualche dettaglio sulle operazioni, specificando che gli uffici sono ancora alle fasi preliminari di studio.
“Finiremo di presentare schemi e proposte con le voci supplementari in aggiunta al servizio odierno. Al momento i siamo a livello di ipotesi progettuale ed è quindi impossibile descrivere adesso il valore del nuovo Bando – ha detto l’assessore – il precedente contratto non era fatto male ma era fatto su misura per una città con esigenze diverse di quelle attuali. Basti solo pensare ai flussi turistici sul territorio oggi, specie d’estate”.
Intanto, un coro di polemiche si alza da Democrazia Cristiana cittadina, che nella mattina di oggi ha tenuto una conferenza stampa per denunciare un possibile aumento delle tariffe per i comaschi, con il nuovo bando.
“Rischiamo un aumento del 30% sulla Tari, con il nuovo bando per il 2021- ha spiegato Luigi Bottone, referente lariano della Dc – se, come un qualsiasi proprietario di un locale, pago 3mila euro potrei arrivare a dover sborsare 3900 euro”.
Secca la smentita di Galli: “Il nuovo bando non c’è ancora ed è quindi impossibile fare una stima del genere”. Poi ha chiuso ironizzando: “Ma se lo dicono loro…”
5 Commenti
Perfetto, poi porto tutto a casa sua, ok?
VERGOGNATEVI. Questa è l’ennesimo colpo gobbo di questa Giunta ai danni dei Comaschi. Ma le elezioni arriveranno…
Ma come è possibile?!? Un’Amministrazione di destra aumenta le tasse? Le tasse non le aumentavano quelle di sinistra? Il solito luogo comune?
La tariffa della TARI a Como aumenta a differenza dei paesi limitrofi che, con la raccolta differenziata, è diminuita. Non è un problema di raccolta differenziata ma di incapacità degli Amministratori.
Vorrei portare all’ attenzione dell’ Assessore quanto segue:
L’art. 1, comma 527, della legge 205/2017 ha attribuito ad ARERA (Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico) il potere di aggiornare il sistema il Comune deve utilizzare per la determinazione delle tariffe della tassa sui rifiuti (TARI), attribuendo alla stessa ARERA il potere di controllo e di approvazione definitiva.
Dopo un complesso procedimento ARERA ha emanato la deliberazione n. 443 del 31 ottobre 2019 avente per oggetto “definizione dei criteri di riconoscimento dei costi efficienti di esercizio e di investimento del servizio integrato dei rifiuti, per il periodo 2018-2021”.Questa delibera definisce i nuovi criteri per la determinazione dei costi complessivi del servizio rifiuti, ossia dei costi che devono essere coperti con le entrate della TARI.
L’obiettivo perseguito è quello di evitare aumenti ingiustificati delle tariffe TARI, definendo in modo più preciso e puntuale i costi rilevanti e legando l’eventuale crescita della TARI a parametri di efficienza e di qualità del servizio rifiuti.
E’, quindi evidente, l’importanza fondamentale del PEF rifiuti perché proprio dall’entità dei costi riportati in tale documento dipenderanno le tariffe TARI necessarie per la copertura di tali costi.
Il PEF che viene sottoposto all’esame del Consiglio Comunale non è stato redatto in conformità ai nuovi criteri definiti da ARERA mediante la deliberazione n. 443 /2019 e dovrà essere non solo aggiornato ma completamente rifatto !!!
La conferma della sua non applicabilita sarà il fatto che tale piano non sarà trasmesso ad ARERA per la sua approvazione (come prevede l’art. 6 della deliberazione 443/19), anche perché, non essendo conforme ai nuovi criteri, sarebbe sicuramente bocciato !
In base a quanto previsto dall’art. 1, comma 169, ultimo periodo della legge 296/2006, “In caso di mancata approvazione entro il suddetto termine (ossia entro il termine di approvazione del Bilancio di previsione), le tariffe e le aliquote si intendono prorogate di anno in anno”.
Quindi, se non si dovessero approvare le tariffe TARI 2020 entro il 31 dicembre, automaticamente verrebbero prorogate le tariffe TARI del 2019.
In base all’art. 15-bis, comma 1, lettera b), del DL n. 34 del 30/04/19 (c.d. “decreto crescita”), convertito dalla legge n. 58 del 28/06/19, le rate della TARI 2020 aventi scadenza anteriore al primo dicembre 2020 devono, comunque, essere pagate applicando le tariffe dell’anno precedente, ossia le tariffe della TARI 2019.
Dispone, infatti, un capoverso della citata disposizione che “I versamenti dei tributi diversi dall’imposta di soggiorno,dall’addizionale comunale all’IRPEF, dall’IMU e dalla TASI la cui scadenza e’ fissata dal comune prima del 1° dicembre di ciascun anno devono essere effettuati sulla base degli atti applicabili per l’anno precedente”.
Concludendo:
La delibera di approvazione del PEF sulla base dei vecchi criteri di determinazione dei costi:
1) è di dubbia legittimità in quanto difforme rispetto ai nuovi criteri definiti da ARERA mediante la deliberazione n. 443/19;
2) è inapplicabile in quanto il Consiglio dovrà, comunque, approvare un nuovo PEF redatto in conformità ai nuovi criteri definiti da ARERA, che sostituirà integralmente quello oggetto di attuale esame;
3) non è necessaria ai fini della determinazione delle tariffe TARI 2020 e del bilancio di previsione 2020-2022, in quanto, in caso di mancata approvazione delle tariffe TARI 2020 entro il 31 dicembre 2019 verrebbero automaticamente prorogate le tariffe TARI del 2019 ed il bilancio potrebbe, quindi, essere approvato entro il 31 dicembre riportando le medesime uscite (come costo del servizio rifiuti) e le medesime entrate (come TARI) esposte nel bilancio di previsione del 2019.
Qualche anno fa con l’avvento della raccolta differenziata ci avevano promesso ed illusi che quel tipo di gestione avrebbe permesso una costante razionalizzazione della raccolta rifiuti ed una diminuzione dei costi per tutti, ora scopriamo che non è vero tirano in ballo pure l’ISTAT ma l’unica certezza è che dovremo pagare sempre di più! Grazie!