Chiuse in cassetti dentro stanze a temperatura perfetta, appese a pareti mobili, serrate in cubotti e armadi in metallo. Splendide, magnificenti, inestimabili in termini architettonici e artistici. E inesorabilmente, colpevolmente, lontane da quell’habitat naturale che dovrebbe accoglierle: un’esposizione. Centosessanta opere di Antonio Sant’Elia attendono da – troppo – tempo di tornare alla luce.
Se nel viaggio in Pinacoteca della scorsa settimana – Pellegrinaggio fra i tesori perduti della Pinacoteca. Como ha il suo Louvre – abbiamo provato a dare una visione d’orizzonte, uno sguardo d’insieme su alcuni dei tesori cittadini dimenticati, oggi azzardiamo un occhio più monografico.
Opere in condizioni perfette, verissimo, ma spezza il cuore notare che siano difese da sentinelle inadeguate come sedie e scatoloni accatastati alla bell’e meglio.
GALLERY: SANT’ELIA IN UN CASSETTO
Se da tutto il mondo musei e gallerie chiedono opere in prestito (ultimo caso l’opera di Panini Consacrazione del Cardinale Giuseppe Pozzobonelli nella chiesa dei SS. Ambrogio e Carlo al Corso, prima a Los Angeles e Minneapolis ora al Cleveland Museum of Art) la città, viceversa, sembra avere un difetto di memoria o di piacere nel cullare e coccolare e esaltare i propri figli geniali e le loro opere.
Antonio Sant’Elia sopravvive, almeno digitalmente, grazie al Rotary Club Como, che “conoscendo la difficoltà di fruizione della collezione di 164 disegni di Antonio Sant’Elia conservati presso la Pinacoteca Civica di Como, in collaborazione con il Comune di Como, proprietario dei disegni, e di altre istituzioni comasche” qualche anno fa ha “finanziato un intervento di diffusione dell’opera del grande architetto comasco”.
In Pinacoteca infatti sono state allestite “due sale di informazione e di consultazione digitale dei disegni e viene realizzato questo sito che, al momento, presenta la collezione dei disegni di proprietà pubblica ma che intende poi, nel tempo, raccogliere e documentare tutta la produzione di Sant’Elia. I visitatori del sito possono accedere alle immagini di tutti i disegni, che sono accompagnate da schede scientifiche che ne illustrano il tema e la storia collezionistica. Completa il tutto una biografia dell’architetto, un’ampia bibliografia e un esaustivo elenco delle esposizione in cui i disegni sono stati esposti. Particolarmente utile per gli appassionati di Sant’Elia è, inoltre, lo spazio dedicato alla rassegna stampa sulla sua opera e alle notizie in tempo reale delle esposizioni che prestano attenzione al suo lavoro”.
GALLERY: LE OPERE DIGITALIZZATE (DA SANTELIA.ORG)
Un lavoro preziosissimo (opere e racconti su antoniosantelia.org) che restituisce conoscenza e bellezza ma che naturalmente può essere considerato un’integrazione, un plus eccezionale che però e non può sostituirsi all’immenso valore di un’opera esposta. Il Settore Cultura del Comune di Como, e in particolare la responsabile della Pinacoteca Veronica Vittani con l’inseparabile Francesca Testoni (scrive la nostra Chiara Taiana “anime segrete dell’ufficio Cultura) da tempo sta lavorando a un enorme progetto di rilancio della Pinacoteca, una revisione complessiva della struttura che prevede, tra l’altro, una revision del secondo piano dove, alla fine del riallestimento, tutta l’arte del ‘900 troverà ampio spazio e piena dignità.
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“Ovviamente Sant’Elia (e non solo) – spiega Vittani – troveranno ampio spazio e totale valorizzazione. L’idea sembra essere piaciuta anche alla Sovrintendenza. Ovviamente, per motivi di conservazione, ogni esposizione sarà ciclica ma ogni quadro potrà tornare a essere esposto”. I tempi? “Non prima di un anno, stiamo ultimando la revisione complessiva del patrimonio, pensando agli allestimenti, ci vuole una visione globale. Il primo passo è la mostra dedicata a Terragni in programma dal prossimo 7 giugno e potremmo poi fare la stessa cosa con Sant’Elia”.
Intanto, ricordiamo, dall’arrivo di Vittani le opere sono state rese accessibili, chiunque, previo appuntamento può chiederne la consultazione: Pinacoteca di Como