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Como e il flop da 4 milioni della maxi ciclabile: Rapinese aziona la grancassa, Lissi e Legnani lo smentiscono

Tra ieri e oggi la grancassa mediatica del sindaco Alessandro Rapinese ha suonato a ‘reti unificate’ e a pieno regime recependo e diffondendo senza battere ciglio la quotidiana dose di livore del primo cittadino contro chiunque l’abbia preceduto.

Il caso specifico era il flop della sua amministrazione sul grande progetto della maxi ciclabile in 5 lotti, nota come Dorsale dei Pellegrini, che sotto l’attuale giunta rischia di arenarsi definitivamente dopo che anche il contratto per il primo tratto di interconnessione tra Cernobbio e la stazione San Giovanni non solo non è mai stato firmato ma ha visto addirittura Palazzo Cernezzi rimborsare i privati che si erano aggiudicati i lavori.

Secondo il sindaco, che pure non ha la delega ai Lavori pubblici, “il primo lotto della ciclabile avrebbe dovuto essere consegnato, finito e pronto per essere usato al termine del loro mandato (riferito alla giunta Lucini 2012-2017, ndr) Lo avessero fatto avrebbero impiegato i fondi che si sono visti attribuire”. Poi Rapinese ha criticato anche il costo salito a 4,2 milioni dell’opera, parlando di opera “senza futuro”. In mezzo, come si è già intuito, attacchi e contorsioni degli ultimi 10 anni di vita amministrativa pur di scaricare ogni responsabilità sulla vicenda. Ma le cose, a quanto pare, non stavano proprio così.

Oggi, infatti, una nota del Pd con allegati documenti ricostruisce un’altra storia: “Le bugie del sindaco vengono smentite dai documenti – scrivono in una nota i consiglieri comunali Patrizia Lissi e Stefano Legnani – Nell’accordo tra Regione Lombardia e Comune di Como per la realizzazione del progetto (in allegato) è scritto chiaramente che i lavori per il primo lotto sarebbero dovuti iniziare il 30 giugno 2018”.

Ciclabile

“A luglio del 2023, inoltre, riguardo ai lavori per la ciclabile in viale Masia, via Sinigaglia e piazzale Somaini, l’assessore Colombo ha affermato (come da articolo in allegato) che a causa delle modifiche dirigenziali avrebbe dovuto essere ri-firmato il contratto con l’impresa – prosegue la nota – Tuttavia, aveva assicurato che l’avvio dei lavori era previsto nella prima decade di luglio 2023. Pertanto, non può essere colpa del centrosinistra se l’iter non è proseguito”.

Per la ciclabile in viale Masia serve una nuova firma

“Ci viene da chiederci: il Sindaco ignora il reale svolgimento dei fatti o mente coscientemente? In entrambi i casi è molto grave, così come il fatto che il Comune abbia dovuto pagare un indennizzo all’azienda a cui erano stati appaltati i lavori”, concludono Patrizia Lissi e Stefano Legnani.

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