Da un lato il trio di segretari comaschi del centrodestra (Stefano Molinari per FdI, Sergio Gaddi per Forza Italia, Laura Santin per la Lega) che annunciano compatti una decisione con largo preavviso sul potenziale sfidante del sindaco Alessandro Rapinese in vista delle elezioni comunali del 2027. L’errore fatale del nome di Giordano Molteni calato tardissimo nel 2022 evidentemente è un dato acquisito.
Dall’altro lato, sempre Fratelli d’Italia – che ieri ha organizzato l’evento politico Communis a Villa Gallia – tramite il segretario di Como città e sindaco di Rovellasca, Sergio Zauli, preannuncia una doppia campagna politica contro l’attuale giunta dal titolo forte: “Cinquemila passi tra i disastri di Rapinese, perché Como cambi passo. Una piazza virtuale con cui andremo a vedere tutte quelle che cose che con questa amministrazione non funzionano. A questo affiancheremo la piazza reale, con iniziative e volantini per mostrare ai cittadini tutte le inadempienze di sindaco e giunta”.
Il discorso di Zauli, che ha introdotto le varie fasi del dibattito della giornata, è stato molto duro: “Como è come un gioiello dove si è formata una traccia di opaco e allora bisogna intervenire per rimuovere quell’opacità. Cioè questa amministrazione, che non rende giustizia alla bellezza e al valore della città”.
Sul sindaco, parole pesanti: “Dopo anni passati da demagogo all’opposizione, ora un sindaco che fa della demagogia la sua forma di governo e che vorrebbe governare Como senza però avere gli strumenti per farlo. Rapinese si deve ricordare che non amministra un borgo sperduto di 300 abitanti ma una città capoluogo. Eppure nemmeno riesce a coordinarsi con gli uffici comunali. E se nell’ultimo consiglio comunale persino il presidente del consiglio e un assessore sono arrivati a dirgli basta, forse è perché anche loro ormai si sono accorti di questa situazione”.
