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Como, il giallo delle dimissioni del consigliere Milo Casati (Lista Rapinese Sindaco) tra silenzi blindati e social

Dal post tavolate di vigilia e giorno di Natale emerge – o meglio, ri-emerge con maggiore nitidezza rispetto ai concitati minuti prima del consiglio comunale del 22 dicembre scorso – un clamoroso retroscena. In cui realtà e forse un pizzico di leggenda si mischiano.

Protagonista – se attivo o sui malgrado, si capirà solamente alla ripresa dell’attività politica – il consigliere comunale della lista Rapinese Sindaco, Milo Casati. Del quale, fra la tarda mattina e la sera di 4 giorni fa, vari spifferi dentro e fuori il Comune di Como annunciavano una decisione clamorosa: le dimissioni dall’assemblea cittadina dove è stato eletto nel giugno del 2022.

Trasversali e piuttosto nette le informazioni che si sono assommate quel giorno: l’annuncio sarebbe stato pronto per la lettura all’inizio di quella seduta, non è ben chiaro se condiviso in precedenza con il sindaco Alessandro Rapinese e con i colleghi consiglieri oppure no. Sta di fatto che fino alla soglia delle 19, momento di inizio del consiglio comunale, si è scatenato un pressing di politici e ovviamente giornalisti su Casati, nel tentativo di avere conferme o smentite dell’indiscrezione.

Risultato? Consigliere introvabile, nessuna risposta alle decine di telefonate tentate da qualsiasi parte (noi inclusi, in almeno 3 tentativi nel corso delle ore). E stesso risultato, secondo quanto abbiamo potuto ricostruire, anche per i vari amministratori (di ogni parte politica) che hanno provato a rintracciare il volto notissimo in città per l’attività nelle celebri pasticcerie-bar Luisita.

Tra le motivazioni possibili all’origine di questo possibile colpo di scena nella lista Rapinese Sindaco, il tema più recente del nuovo regolamento sui tavolini (forse più ancora per il conflitto di interessi di difficile gestione da uno scranno a Palazzo Cernezzi che non per i temi in sé), il clima di polemica continua nel dibattito cittadino e una stanchezza di natura esclusivamente personale.

Ma alla fine, come è andata? In realtà, non è accaduto nulla. La sera del 22 dicembre alle 19, Milo Casati era regolarmente in aula e nessun segno di addio si è percepito materialmente durante la seduta. Tutte fantasie dunque? In realtà no – abbiamo appreso solo ora – poiché ci è stato segnalato che mentre noi, senza aver potuto parlare con Casati e senza ulteriori prove concrete, abbiamo rinunciato a dare la notizia dei rumors di tutta la giornata in assenza di controprove ufficiali, sul profilo Instagram di Como News 24 (2mila followers, sede in via Oltrecolle a Como, sigla attiva da tempo) è apparsa papale-papale l’indiscrezione di un possibile addio alla lista del sindaco, come vedete qui sotto. E non risultano smentite successive, almeno pubblicate.

Insomma, parlare almeno di giallo rispetto al futuro in consiglio comunale di Milo Casati sembra legittimo. Nel caso di un addio, sarebbe il secondo alla lista del sindaco dopo quello di Paola Tocchetti di poche settimane fa, la quale però non ha abbandonato del tutto l’istituzione ma è passata nel gruppo di Forza Italia, rimanendo in consiglio. Cosa, questa, che Casati non sarebbe intenzionato a ripetere, garantendo dunque alla lista Rapinese Sindaco l’ingresso del primo dei non eletti, al fine di non modificare i numeri tra maggioranza e opposizione. Un segno di riconoscenza per la sua esperienza politica e di volontà di lasciare per le sue motivazioni ma, se si può dire così, in maniera non ostile.

Le teoriche dimissioni di Casati, in questo scenario e salvo altri colpi di scena, permetterebbero l’ingresso in consiglio della prima in graduatoria tra i non eletti per la lista, ovvero Nadia Galli (29 preferenze, davanti a Francesca Grisoni con 20 e Alessandro Sacconi con 12).

Va comunque ricordato che, nei mesi scorsi, Casati diede già prova materiale di autonomia rispetto alle indicazioni ferree solitamente trasmesse dal sindaco al suo gruppo. Il consigliere votò infatti in difformità dal resto della lista Rapinese Sindaco in due occasioni: la prima a fine marzo 2024 quando appoggiò una mozione del capogruppo di Fratelli d’Italia, Lorenzo Cantaluppi, che impegnava sindaco e giunta a “condannare le minacce di morte all’associazione Pro Vita e Famiglia”; la seconda nell’aprile 2025, quando Casati appoggiò un’iniziativa delle minoranze in favore della proposta di intitolare un luogo pubblico della città di Como a Giuseppina Panzica, Gavino Tolis e Paolo Boetti, noti per aver salvato decine di perseguitati politici e famiglie ebree durante la Seconda Guerra Mondiale, aiutandoli a fuggire in Svizzera dal confine di Ponte Chiasso (iniziativa che ora diventerà realtà).

In conclusione, se l’addio di Casati sia destinato a concretizzarsi oppure no (oppure se addirittra sia già avvenuto), oggi è difficile dirlo. Ma se si verificasse, tra l’addio di Paola Tocchetti, la cacciata dell’ex assessore al Verde Ivan Matteo Lombardi nel dicembre 2022 e gli addii in sequenza alla giunta da parte di Francesca Quagliarini e Nicoletta Anselmi nell’estate 2024, sarebbe il quinto strappo nella compagine rapinesiana in 3 anni e mezzo.

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