Ci eravamo lasciati a novembre con il presidente provinciale di Fratelli d’Italia, Stefano Molinari. Erano i giorni post Communis a Villa Gallia, ovvero il momento di confronto tra i tre partiti del centrodestra. Prime prove di coalizione verso le scadenze elettorali sul territorio. Chiaro in testa l’obiettivo di preparare con largo anticipo la rosa dei candidati che dovranno sfidare Alessandro Rapinese a Como.
Mancano due anni e mezzo, è vero, ma Molinari sembra avere chiari i passaggi della sua road map: “Dopo la seconda edizione di Communis, ci siamo sentiti ancora all’interno di Fratelli d’Italia e con gli altri partiti. Il primo passaggio ufficiale avverrà a fine mese, con il congresso cittadino e l’elezione del nuovo coordinatore cittadino di FdI”.
L’incarico attualmente viene ricoperto dal sindaco di Rovellasca, Sergio Zauli, che è anche il vicepresidente provinciale. Il cittadino potrebbe o rimanere ancora nelle mani di Zauli, oppure andare a un esponente più Como-centrico e in questo caso ci sarebbero sul tavolo già alcuni nomi al maschile e al femminile. “Sicuramente il congresso sarà un primo momento di confronto e di lavoro per Como – spiega Molinari – La volontà è quella di allargare da subito i nostri contatti e la nostra base. Abbiamo programmato un importante lavori di scouting per reperire anche figure che non abbiano mai fatto politica, ma che abbiano voglia di dedicarsi al bene di Como. Per questa rosa di persone sarà necessaria una formazione adeguata, abbiamo due anni e mezzo di tempo per creare la squadra e fare sì che sia in grado di affrontare un’esperienza amministrativa”.
Stanno tornano le scuole di partito insomma, anche se il loro aspetto sembra ben diverso da quelle del Novecento di Pci e Democrazia cristiana. Più simili a seminari e workshop insomma. A livello nazionale, la Lega si muove in questo senso da anni. Ma la squadra sarà solo di Fratelli d’Italia o allargata al centrodestra?: “Come ho già dichiarato in accordo con i colleghi di Forza Italia e della Lega si andrà avanti uniti”.
L’opposizione a Rapinese intanto prosegue, anche senza troppo clamore. In consiglio comunale abbiamo due esponenti eletti, e chi conosce come si lavora in consiglio, sa benissimo quanto poco possa incidere la minoranza. Noi, anche a livello provinciale, cerchiamo comunque di dare supporto con un’opposizione ferma e costruttiva. Su alcune tematiche siamo intervenuti direttamente anche con toni duri. Penso ad esempio alla questione della chiusura delle scuole e degli asili o allo sport. Non si può continuare a raccontare le favole alle persone come fa il sindaco.
Ma come giudica Molinari il mandato di Rapinese? “Qualcosa è stato fatto, ma sa si va a guardare bene, si tratta di interventi solo conclusi e già programmati dalla precedente giunta di centrodestra. Dove è intervenuto da zero, Rapinese ha fatto danni e non ha considerato i cittadini, si veda per il discorso dell’aumento delle tariffe di sosta. Aveva parlato di una scontistica per i residenti, ma non ha fatto nulla. Posso capire che il turista che vuole parcheggiare a un passo dal Duomo, a Valduce o nell’autosilo a lago possa pagare certe cifre, ma un residente a Lora, Monte Olimpino o Albate paga già le tasse a Como perché deve pagare la stessa tariffa? I residenti devono avere un trattamento di riguardo”.
“Per non parlare della gestione degli impianti sportivi e del taglio ai contributi alle società dilettantistiche che fanno una lodevole attività sul territorio – chiude Molinari – Si tratta di problemi complessi, è vero, nessuno lo esclude. Ci sono passato anch’io. Però nei primi due anni e mezzo, Rapinese ha continuato a mettere un sacco di carne al fuoco senza concludere nulla. I problemi sono rimasti tutti lì, qualcosa è anche notevolmente peggiorato”.