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Como, l’ex candidato sindaco Molteni lascia FdI e va nel Misto: “Non sto bene. Cantaluppi e Tufano pappa e ciccia. A chi rispondono?”. Su Rapinese: “Mangia in aula”

“Non sto bene, sono a disagio”. Più onesto di così. E’ quanto ci racconta in una chiacchierata che dura da alcuni giorni e che oggi si trasforma in un’intervista Giordano Molteni, candidato sindaco del centrodestra alle scorse elezioni di giugno e oggi consigliere comunale a Como nelle file di minoranza con Fratelli d’Italia. Da tempo quel disagio è palpabile, chiarissimo a chi frequenta Consigli comunali e politica di Palazzo, un malessere unito a un’insofferenza spesso elegantemente celata, perché il garbo è davvero la cifra del medico comasco ed ex sindaco di Lipomo, ma che oggi è arrivata al punto di rottura. Il carburante che finisce e non si può tornare indietro, quindi si va avanti come si può. Molteni dopo 9 mesi circa di lavori in aula è pronto a lasciare FdI e passare al gruppo misto. Una scelta, ribadisce spesso, sofferta e ragionata e che non si contrappone al partito (“Cui devo gratitudine”, dice) ma figlia di un rapporto di totale incomprensione con gli altri consiglieri meloniani in aula, Lorenzo Cantaluppi (capogruppo) e Antonio Tufano. Molteni risponde alle domande in apertura spalancata e, gli va riconosciuto, con onestà unica, tesoretto che raramente si trova in quel campo, pochissimo o per niente cristallino, che è il gioco politico. E non nasconde, non vuole nascondere, pensiero e emozione.

Cosa succede?
Ero il candidato sindaco della coalizione, mi sono impegnato molto in campagna elettorale. E’ stato un lavoro importante, per certi versi anche stressante e, devo dire, ripagato dal centrodestra. Poi le elezioni sono andate come tutti sanno e non sono arrivato al ballottaggio. Oggi rappresento in Consiglio Fratelli d’Italia, un partito che mi ha proposto e sostenuto. Ma che penso di aver ripagato, così come gli altri partiti del centrodestra, con un grosso impegno, perciò non mi sento in debito.

Adesso?
Adesso la realtà è che sono in Consiglio da nove mesi e mi sento un po’ a disagio, non riesco a esprimere la mia esperienza, acquisita in tanti anni. Quando l’onorevole Butti (Alessio, oggi sottosegretario del governo Meloni, leader indiscusso del partito nel Comasco, Ndr) mi ha proposto la candidatura, ecco, mi pareva il coronamento di un percorso. Sono partito come giovane consigliere e poi ho fatto tre mandati da sindaco a Lipomo. Quindi correre a Como era, appunto, il coronamento finale. Ma adesso è cambiata la situazione.

In che modo?
I miei rapporti con Alessio Butti, Stefano Molinari (coordinatore provinciale Fdi), Marco Butti (ex assessore), Roberto Tassone (esponente del partito), Matteo Ferretti (ex consigliere), Sergio de Santis (ex consigliere) e tanti altri sono davvero ottimi. Mi trovo a disagio con la componente consigliare.

Cioè i consiglieri Cantaluppi e Tufano.
Io metto sul piatto della bilancia esperienza, un minimo di cultura. Non faccio il vanitoso ma sono requisiti che mi riconosco, però non sono riconosciuti da chi collabora con me. Ieri sera sul tema nidi non ho aperto bocca (il 21 marzo in Consiglio: qui le cronache).

Perché?
Perché voglio sia lecito prendere posizione e tirare le fila. O la danza mi viene concessa e mi viene concesso di condurla in un certo modo o, se devo essere condizionato, mi trovo a disagio.

Cosa le hanno detto ieri?
Niente.

Cantaluppi e Tufano le hanno tarpato le ali, pare di capire.
I due consiglieri sono pappa e ciccia tra loro ma io non mi ci riconosco. Mi sono fatto la domanda: a chi rispondono questi due personaggi? Questo lo dico e lo dico consapevolmente in modo provocatorio. Io voglio essere autonomo, sostengo Fratelli d’Italia ma voglio la mia libertà di espressione e di azione.

Quindi?
Sto valutando di aderire al gruppo misto.

Insomma, è ovvio, sta dicendo che lo farà.
Non sto bene. E se non sto bene devo trovare la soluzione. Che è passare al gruppo misto.

Il suo disagio è evidente.
Non sono il primo della classe ma neanche l’ultimo cretino. Le elezioni sono andate come sono andate. Ma oggi che ruolo sto svolgendo?

Appunto i colleghi di gruppo la soffocano, stando a quanto dice.
Non voglio dar loro tanta importanza ma avrebbero dovuto capire che magari interloquire con chi ha esperienza ha senso. Ripeto, non ce l’ho con il partito ma mi trovo lì, con quei due ragazzi. E nei prossimi anni di attività in Consiglio voglio poter liberamente manifestare approvazione o dissenso verso chi amministra.

Come va con la maggioranza?
A volte è irridente e ieri sera il sindaco Rapinese rispondeva in aula mentre mangiava.

Scusi?
Mangiava biscotti, non so. Ma tu rispondi con la bocca piena? Sei il sindaco del Comune di Como. Ecco, voglio dire la mia e fare qualcosa per Como. Rapinese dice e tutti gli vanno dietro. E’ il più bravo e il più bello. E’ giusto che un sindaco imposti le cose, soprattutto in questi mesi di inizio mandato, ma non può sentirsi sempre il più bravo del mondo. E’ così irridente anche lui con chi gli dice le cose. Poi farà bene magari e chapeau. Magari sbaglio io.

Tecnicamente quando lascerà il gruppo?
Sto valutando alcuni aspetti, non voglio essere irriverente con persone che stimo come Butti e gli altri. Ma la situazione è questa: o mi aiutano, ma non riescono, o mi aiuto io.

 

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8 Commenti

  1. A volte è irridente e ieri sera il sindaco Rapinese rispondeva in aula mentre mangiava…

    Appunto, sono i fatti che qualificano le persone….auguri a tutti voi che assistete a questo triste spettacolo.

  2. Massimo rispetto per Giordano Molteni, persona di cultura e stile incompatibili con aspiranti Donzelli come Cantaluppi e Tufano, e con soggetti dall’educazione e apertura mentale per lo meno discutibili come Rapinese.

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