Ha avuto strascichi anche nella seduta di consiglio comunale di martedì sera 29 luglio, lo show del sindaco del giorno prima. A scatenare il nuovo round è stata la decisione del primo cittadino Alessandro Rapinese di non rispondere a nessuna delle richieste di chiarimento dei consiglieri di opposizione sul Documento unico di programmazione poiché – dal suo punto di vista – non inerenti rispetto alla programmazione futura.
A quel punto è intervenuto il consigliere del Pd Stefano Fanetti che, preannunciando l’uscita dall’aula di tutti gli esponenti delle minoranze presenti prima del voto, ha letto una nota congiunta.
Signor Sindaco,
colleghi consiglieri,
prendo la parola con rammarico e una certa preoccupazione a nome di tutta la minoranza. Parlare in quest’aula sta diventando un esercizio sempre più surreale: domande ignorate, battute sgradevoli, attacchi personali, e un tono che ricorda più un’osteria rumorosa che un’istituzione democratica. Ma il Consiglio comunale non è un bar di provincia né un palcoscenico per monologhi autoreferenziali: è il cuore del confronto politico, e non può essere trattato come il retrobottega del potere personale.
Anche quest’anno, come già accaduto in passato, ci troviamo a dover denunciare un atteggiamento scorretto, anzi direi istituzionalmente grave: la mancata risposta alle domande poste dai consiglieri – dai consiglieri di opposizione – rispetto al Documento Unico di Programmazione.
Non si tratta di un dettaglio formale, né di una questione di stile. È una questione di rispetto delle regole democratiche e del ruolo che ciascuno di noi ricopre in quest’aula.
Non rispondere alle domande non è un affronto alla minoranza, è un’offesa all’intero Consiglio comunale, e dunque all’amministrazione che Lei, Signor Sindaco, rappresenta. Senza accesso alle informazioni, senza trasparenza, non può esserci confronto, non può esserci dibattito, non può esserci partecipazione. E se questo manca, viene meno il senso stesso di questa istituzione.
Questo modo di procedere svilisce il nostro ruolo di consiglieri. Mi chiedo e vi chiedo: dobbiamo essere semplici spettatori? Dobbiamo limitarci a elogiare il sindaco per i mirabolanti risultati raggiunti? Forse anche questo sarebbe inutile, visto che i complimenti se li fa già da solo…
Mi rivolgo ora ai colleghi della maggioranza: siete davvero a vostro agio con questa impostazione? Perché, se anche voi ritenete che questa modalità sia inaccettabile, se anche voi volete difendere il ruolo del Consiglio comunale – di tutti i consiglieri – allora non basta il silenzio. Vi chiedo di prendere posizione perché sostenere acriticamente questo metodo significa condividerlo. Il Consiglio comunale è un luogo di confronto e di rappresentanza democratica, non uno show del sindaco. Invito tutti i consiglieri a uscire dall’aula.
Grazie.
Una volta uscite le opposizioni – e prima dell’ovvio voto favorevole della sola Lista Rapinese al Dup – è intervenuto in replica il sindaco.
“Peccato – ha esordito Rapinese riferendosi all’uscita dall’aula delle opposizioni – sarebbe stato il momento per poter discutere della progettualità del Dup 2026-2028. Intanto registro gli insulti e le offese gravissime mosse dal professore di diritto Fanetti. Accuse di un’antidemocraticità al limite dell’offensivo. Se solo ciò che non ti piace non è democratico, allora è troppo facile. Stigmatizzo le offese del consigliere Fanetti, contro un consiglio perfettamente democratico”.
Poi il sindaco ha definito la sua maggioranza “coesa, che porta avanti progetti e opere, tanto che dal punto di vista delle realizzazioni, in soli 3 anni, non c’è possibilità di paragone con qualsiasi altra amministrazione dai Sumeri a oggi”.
“Prendo atto che di fronte a una potenza democratica come la Lista Rapinese, semplicemente si scappa piagnucolanti come i peggiori dei piangina possibili e immaginabili – ha poi proseguito il sindaco, ‘mollando il freno’ dialettico – Sono contento che abbiamo risparmiato tempo, evidentemente avevano poco da dire. Meglio che sentirli starnazzare come spesso accade, vaneggiando come ha fatto Fanetti”.
Da segnalare, in conclusione, il breve intervento del capogruppo della Lista Rapinese, Gianfranco Rossetti, che ha motivato il silenzio totale e costante dei consiglieri su qualsiasi tema con queste parole: “Lo facciamo per non tediare le persone con discorsi e prese di posizione inutili e permettere alla giunta e al consiglio di proseguire il proprio lavoro”. Come se essere eletti consiglieri non prevedesse ‘come lavoro’ di intervenire, dibattere, discutere, se non opinare.