“Nessun problema con la maggioranza ho solo votato secondo coscienza e d’istinto”. Che Emilio ‘Milo’ Casati sia uomo tanto schietto quanto sincero lo sanno tutti quelli che lo conoscono e lo frequentano quindi, in tutta onestà, gli si deve credere. L’anima delle mitiche pasticcerie-gelaterie Luisita di Como è anche consigliere comunale ed è parte della maggioranza che sostiene il sindaco Alessandro Rapinese.
Una maggioranza storicamente monolitica e inscalfibile, a parte appunto Milo giusto in un paio di occasioni. La seconda ieri sera quando si è schierato con le minoranze in favore della proposta di intitolare un luogo pubblico della città di Como a Giuseppina Panzica, Gavino Tolis e Paolo Boetti, noti per aver salvato decine di perseguitati politici e famiglie ebree durante la Seconda Guerra Mondiale, aiutandoli a fuggire in Svizzera dal confine di Ponte Chiasso (qui la cronaca).
La prima risale invece a fine marzo 2024 quando Casati appoggiò una mozione del capogruppo di Fratelli d’Italia, Lorenzo Cantaluppi, che impegnava sindaco e giunta a “condannare le minacce di morte all’associazione Pro Vita e Famiglia” (qui la cronaca). Così Casati ieri sera ha votato ancora un’iniziativa delle minoranze.
E questa sera gli abbiamo chiesto perché, d’altronde è una decisa anomalia – anche solo stando alla mera cronaca – vedere un consigliere della Lista Rapinese Sindaco con la casacca del battitore solitario. “Mi sembrava giusto votare quella mozione e basta – spiega – è stato istinto umano. Mi è parso doveroso aderire all’iniziativa delle minoranze, hanno presentato le cose per bene“.
Sì, ma il sindaco ha bocciato pesantemente l’iniziativa (leggi qui): “Ha parlato di una proposta analoga e di interlocuzioni in corso con la Guardia di Finanza per commemorare degnamente quelle figure”. Quindi nessun problema? “Nessun problema in maggioranza e subito dopo la fine del consiglio comunale col sindaco ho parlato di altre cose. Io sono in buona fede e noi siamo liberi di fare quello che vogliamo, possiamo esprimerci liberamente. Se siamo sempre schierati e compatti è perché discutiamo a monte ogni iniziativa“.
Poi Casati torna al primo voto in solitaria, quello cui accennavamo sopra, cioè la mozione Cantaluppi: “Allora qualcuno disse che ero arrabbiato per i tavolini tolti davanti alla Luisita di via Dottesio, certo ero arrabbiato ma il voto non c’entrava nulla, mi ero schierato secondo quanto ritenevo giusto e non in polemica. Così è stato ieri, sono sincero e ripeto ancora: ho votato seguendo la mia coscienza”.