Durissimo attacco del sindaco Mario Landriscina, questa sera, ai consiglieri comunali della lista “Rapinese Sindaco”, Ada Mantovani e Fulvio Anzaldo. Entrambi, in apertura di seduta hanno sottolineato il pasticcio che ha determinato l’annullamento da parte del Tar della gara che assegnava il centro sportivo di viale Geno alla Como Nuovo (qui articolo e sentenza).
Anzaldo aveva stigmatizzato “l’opacità e segretezza lamentati dal Tar che rileva violati i prinicipi di pubblicità e trasparenza dell’attività amministrativa. Dunque, gara annullata per assenza di trasparenza con una seduta segreta quando sono state aperte le buste, in violazione della legge sulla trasparenza”.
Mantovani aveva rincarato la dose: “La censura riguarda un’inosservanza dei principi cardine alla base dell’azione amministrativa. E mi stupisce che questa sentenza, che in qualche modo richiama il non uniformarsi dell’amministrazione a principi fondamentali, richiami anche un altro monito, ossia quello per l’annullamento del licenziamento della dipendente comunale quando fu segnalata la condotta dell’amministrazione non pienamente rispettosa del principio di correttezza e buona fede”.
“Non voglio sottovalutare l’alea che contraddistingue ogni giudizio – ha chiuso Mantovani – ma constato che l’esito di certe cause viene compromesso dall’inosservanza di alcuni principi che dovrebbero guidare sempre l’azione del Comune”.
Furiosa la replica del sindaco Mario Landriscina, che ha sentito tirata in ballo l’azione politica della giunta nelle osservazioni dei due consiglieri.
“Egregi avvocati e consiglieri, sono francamente basito dai vostri interventi e uso un termine riduttivo – ha esordito secco il primo cittadino – Mi aspettavo che da persone esperte come voi non si cadesse in questa confusione che non voglio pensare sia pretestuosa. Dovete aiutarmi a capire se ignorate la situazione o se la volete strumentalizzare”.
“Abbiate pazienza – ha proseguito Landriscina – si tratta di una procedura, se ci riferiamo al caso della Como Nuoto, in cui la parte politica non ha messo il becco: chiariamolo una volta per tutte. Si tratta di una procedura tecnico-amministrativa e mi vanto di dire che la parte politica in una procedura tecnico amministrativa, così come nell’altra avete già rampognato in precedenza (il licenziamento della dipendente poi annullato, ndr), non ha messo becco”.
“Mi stupisce che stiate paventando l’idea molto sospetta e non vera che qualcuno sia intervenuto come parte politica sull’affidamento di una procedura di gara che è stata individuata dagli uffici – ha proseguito il sindaco – Gli uffici hanno deciso come muoversi, cosa di cui si assumeranno la responsabilità”.
“Quando si aprono le buste tecniche, segnatamente nel caso della Como Nuoto, chi sceglie come aprire le buste non è il sindaco né l’assessore: lo dice la norma – ha chiuso Landriscina – E nell’altra situazione (il licenziamento, ndr) si è verificata la stessa situazione: c’è stato un provvedimento che ha preso un percorso molto chiaro, la parte politica nemmeno lo sapeva. Capisco che voi vogliate tirarci in mezzo per testimoniare una presenza importante e una forza politica, ma non si deve entrare nel merito di situazioni che nulla hanno a che vedere con la parte politica”.
Per fatto personale sono dunque intervenuti nuovamente sia Anzaldo, sia Mantovani.
“Ci tengo a chiarire che la mia preliminare non era rivolta alla parte politica: non c’era nessun riferimento né pretestuosità – ha sottolineato Mantovani – Ma dall’esito di due giudizi sono emerse censure sulla corretta applicazione dei principi che governano la buona azione amministrativa. E’ ovvio che le procedure non siano state seguite dalla parte politica, il mio monito era per il dispiacere nel dover constatare quanto accaduto e intendevo dire stiamo attenti. Chiedo scusa alla parte politica se sono stata fraintesa, volevo solo dire stiamo tutti più attenti”.
Anzaldo ha ribadito di non aver affatto sostenuto quanto stigmatizzato dal sindaco. “Le mie parole sono state chiaramente equivocate. Sindaco, l’unica cosa pretestuosa sono le sue parole che appaiono come una non petita excusatio. Ma se il capo dell’amministrazione non comprende qual era il significato della mia osservazione e della mia censura all’operato dell’amministrazione, allora abbiamo un problema Non è stato adombrato alcunché. Non è stata fatta alcuna considerazione politica, mi sono limitato a censurare che è stata vulnerata una procedura”.
“Un tribunale – ha chiuso Anzaldo – lamenta che la nostra amministrazione non osserva i principi basilari del buon andamento dell’amministrazione. Non rispettare la trasparenza va a danno anche vostro, perché può dare adito a retropensieri che io non ho. Ma perché fare una seduta segreta? Io non tollero che in una sentenza si sbeffeggi la mia amministrazione rilevando che questa non osserva i principi del buon andamento”.
4 Commenti
Coda di paglia? Dente avvelenato? Per una volta in cui i toni degli accusatori sono stati pacati (da quanto ho letto)… Mai prenderla sul personale quando si è una carica pubblica – e si ha torto in quanto responsabile degli uffici interessati
cerrrrto guai a chi gli tocca Pettignbano se no come giustifica il suo ok al cambio di casacca al volo ? e guai a chi gli tocca LA giunta …
Forse sarebbe stato meglio abbozzare una difesa, anche d’ufficio, dei funzionari del Comune e poi, fuori dalle luci della ribalta, esprimere, anche in modo severo, il giudizio sul loro operato.
La leadership si vede soprattutto da questi comportamenti.
Purtroppo, il nostro “bravo” Sindaco non ci sorprende più……nel “bene” ma soprattutto nel “male”!
Azz.