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Como, nuovo sindaco: centrodestra nella nebbia. Minghetti: ecco quartier generale e tavoli tematici

Mentre Alessandro Rapinese è in campagna elettorale pressoché dal primo giorno dopo il voto del 2017 e annuncia un tour nelle scuole addirittura a elezione già avvenuta e il centrosinistra (anche se senza alcuni spezzoni come Civitas) è partito proprio in queste ore con le tappe nei quartieri a sostegno di Barbara Minghetti, il centrodestra comasco sembra sempre più nelle nebbie. Tra riunioni, incontri, vertici e soprattutto veti, a oggi è ancora un sostanziale mistero chi sarà il candidato sindaco (non solo a Como ma anche a Erba), chi lo sosterrà, quale sarà il reale perimetro della coalizione.

A questa mattina, di fatto, oltre ai nomi già ampiamente emersi (da Stefano Molinari all’assessore Marco Butti, fino – ma meno probabile – al deputato Alessio Butti per quanto riguarda FdI, passando per Anna Veronelli di Forza Italia, concludendo con gli outsider civici come il farmacista Roberto Tassone) non si registra alcun reale segno di vita.

Una piccola novità viene invece dal fronte Minghetti, dopo la giornata di ieri passata ad Albate.

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Nelle prossime settimane, infatti, saranno organizzati alcuni tavoli tematici per imbastire il programma politico-elettorale. Classicissimi momenti di ogni campagna, con apertura a tesserati e sostenitori, insomma, a cui parteciperanno le varie componenti della coalizione: Pd, Svolta Civica, Verdi e il rassemblement di Agenda Como 2030. A questo ulteriore passo, si aggiunge la comunicazione della nuova sede elettorale di Minghetti, che sarà in via Manzoni dove sarà di stanza il quartier generale della candidata sindaco.

Per quanto riguarda i temi dei tavoli, dovrebbero essere:

  • Transizione ecologica (mobilità, sviluppo, rigenerazione urbana, urbanistica, parchi, rifiuti, viabilità, patrimonio)
  • Vivere bene (salute, sociale, quartieri, sport)
  • Crescita e sviluppo (commercio, turismo, attrattività internazionale)
  • Generazioni future
  • Capitale umano (lavoro, educazione, formazione, cultura)
  • Smart city (gestione, semplificazione, bilancio e risorse)
  • Cittadinanza (diritti, sicurezza)
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6 Commenti

  1. Egr. Gelindo,
    per caso Lei ama discutere in piedi? I tavoli verranno riempiti di contenuti in base alla collaborazione/richieste dei cittadini. Ascoltare i Comaschi, capire le loro esigenze è fondamentale per cercare di ricreare una città. Spero che Lei abbia delle idee per la Sua Città? Perchè non si mette in gioco, oppure le esplicita chiaramente invece di velate considerazioni in merito alle persone? Vorrei capire qual’è il Suo problema con i C.d.A., preferisce forse l’autogestione? L’anarchia? Oppure è contro le Aziende, la Proprietà privata?
    Cordiali saluti

  2. Alcuni miei amici criticano il PD per aver partecipato a una coalizione composta, loro dicono guidata, da persone legate alle “elites snob” della città. Le ritengono lontane dal “popolo” e soprattutto lontane dall’elettorato che tradizionalmente guarda alla sinistra. A Como, tra l’altro, l’elettorato che guarda alla sinistra è sempre stato, come per tutte le borghesi città di provincia lombarde, esigua minoranza. Tuttavia, bisogna riconoscere che i “tavoli tematici”, aperti a chi vuole farne parte, sono una forma di partecipazione pubblica alla vita della città che, almeno in questa tornata elettorale, non è stata adottata da nessuno. Ricorda, anche se lontanamente, il sogno/speranza di “Democrazia è Partecipazione”. Le altre liste sono molto lontane da questo metodo. Rapinese, e il fatto che la lista ha il suo nome è la dimostrazione, è travolto dal suo egocentrismo che gli rende difficile qualsiasi confronto equilibrato con altri: su tre consiglieri eletti con lui lo hanno abbandonato in due. La potenziale coalizione di centrodestra, invece, sembra legata alle discussioni tra segreterie provinciali e, addirittura, nazionali. L’aver eletto tre onorevoli che a Como non c’entrano nulla, dà la dimostrazione che la città è vista dai partiti di centrodestra come un deposito elettorale e nulla più. E infine, ahimè, neppure l’ultima lista ai blocchi di partenza, Civitas, pur guardando a sinistra, è legata a quelle elites intellettuali, in diverso modo snob, che accettano di discutere solo quello che hanno già preconfezionato nella presunzione che ovviamente è quello che vuole il “popolo” della sinistra.

  3. Buona serata.
    Cortese Sig. Gelindo, noto sempre un poco di “malizia” nei suoi commenti.
    Noto che ora ha preso di mira i “Verdi” e la Sig.ra Patelli.
    Faccio notare che dati elettorali dicono che la Sig.ra Patelli e la sua lista:
    nel 2012 partecipando in solitaria alle elezioni comunali al primo turno ha ricevuto 724 voti;
    nel 2017 partecipando in coalizione con il candidato Traglio alle elezioni comunali al primo turno ha ricevuto 657 voti.
    Poi scrivendo “ad honorem” sembra che Lei voglia comunicare qualcosa che noi dilettanti della “cosa politica” non comprendiamo.
    Specifico meglio sembra qualcuno che come nel famoso film di Sordi e Vitti dica:
    “io so che tu sai che io so…”
    Io al contrario valuto spesso la frase “la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto” .
    Nel caso delle elezioni di Como direi “il marito di Pompea deve essere al di sopra di ogni sospetto”.
    Cordiali saluti.
    .

  4. Ah, i “tavoli”. Come si sentiva la mancanza di questo lessico finto-sinistrese, ma rassicurante per i gonzi che pensano ancora al Pd come un partito vicino al popolo. Vediamo un po’: i temi sono ampi e variegati. Ma talmente generici che, letti così, significano zero.

    Ma, in fondo, che importa? L’importante è fare marketing e suggerire alla cittadinanza una plastica idea di attivismo, materie nelle quali la donna in carriera è sicuramente ferrata. Ci penseranno i suoi colleghi civici e politici ad apparecchiarli di contenuti, provenienti dai consigli di amministrazione dei quali sono assidui frequentatori come la loro candidata.

    Posso infine permettermi un amichevole suggerimento per la redazione? Per cortesia, non si parli più di “Verdi” che – come è noto – a Como semplicemente non esistono. L’unico esponente comasco, che per altro ha una carica “ad honorem” in ambito regionale, è Elisabetta Patelli. Che ogni tanto sputa comunicati stampa a nome dei Verdi (per lo più sulle paratie, tema in voga una quindicina di anni fa) e che può rappresentare, al massimo, se stessa.
    Ma ambisce fortemente alla poltrona all’Ambiente che la donna in carriera le ha promesso. Poltrona che, in caso di vittoria elettorale, riuscirà però a utilizzare unicamente come complemento d’arredo, dato che a Como comanderanno tecnocrati e imprese. Ai quali dell’Ambiente interessa soprattutto una bella riverniciata di vernice verde. Così, per fare bella figura.

    1. Ho una grandissima stima per Elisabetta Patelli. In primo luogo bisogna riconoscerle che ha tenuto alta la bandiera della difesa dell’ambiente in una città che pur avendo bellezze naturalistiche straordinarie, è sempre stata assai distratta. Poi, è riuscita a non lasciarsi travolgere dall’isteria degli ambientalisti della domenica e le sue proposte sono costruttive e pongono in primo piano le alternative pulite alla risoluzione dei bisogni. L’ultimo esempio, è l’impianto di biogas in alternativa alla terza linea dell’inceneritore.
      Alle elezioni i Verdi a Como prendono quello che prendono altrove. In alcune zone, vedi i comuni a sud un po’ di più, in altre zone un po’ di meno. Per essere in pochi, i leader dei Verdi, se la cavano piuttosto bene.

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