Il conto è presto fatto: “Ogni quattro dipendenti usciti ne possiamo assumere uno”. L’assessore al personale del Comune di Como, Elena Negretti parla chiaramente di “numeri da allarme”. L’amministrazione cittadina solo negli ultimi sei anni ha perso 104 dipendenti. Oggi, in forza al Municipio vi sono 755 dipendenti a tempo indeterminato, 82 a tempo determinato e 12 dirigenti di ruolo (altri quattro sono in arrivo: 2 per ruoli amministrativi, uno per il settore Opere Pubbliche e uno per l’Urbanistica), totale: 849. Qualche era fa, nel 1989 nella romantica prima repubblica, solo i dirigenti di Palazzo Cernezzi erano 59.
ASSUNZIONI? “IL NULLA” E “TROPPE MOBILITA'”
“Il problema – evidenzia l’assessore – è il calo del personale unito a limitate possibilità di assunzione. Il comune, di fatto negli ultimi anni, è stato in continua riorganizzazione. Ogni volta che qualcuno se ne va (tra pensionamenti, mobilità, dimissioni e altro) i settori vanno in sofferenza e bisogna rimodulare”.
In questo momento peraltro, in attesa dell’approvazione del bilancio, l’amministrazione ha pochissimi margini per assumere. “E comunque – dice Negretti – per il 2018 le assunzioni saranno 15. iL Nulla. Così la macchina, nonostante l’immensa disponibilità del personale funziona a rilento”.
Ma c’è un punto specifico che crea enormi problemi: le mobilità, vale a dire la possibilità, per un dipendente, di transitare da un Ente a un altro. Negli ultimi 6 anni sono stati 33 i dipendenti transitati altrove, personale che non viene compensato ma che finisce nel conto generale dei fuoriusciti per cui vale il rapporto 4 escono, uno entra. “Dobbiamo anche capire se, oltre a casi specifici, vi siano ragioni di malcontento che portano le persone a andarsene”. Il punto è che oggi, dice l’assessore, “i carichi di lavoro per tutti sono altissimi”.
Così con una recente delibera la giunta ha stabilito che, salvo casi gravi e dimostrabili, i neoassunti non potranno lasciare il comune prima di cinque anni.I settori più in sofferenza oggi sono “Opere Pubbliche, Legale e Reti e Strade sulla parte amministrativa”.
ESTERNALIZZARE: NON SOLO MENSE
In questi giorni tiene banco il caso mense a Como (qui le ultime anticipazioni di oggi). Di fatto 47 dipendenti a tempo determinato non vedranno rinnovato il contratto, garantito il lavoro invece per i 70 lavoratori assunti a tempo indeterminato. Pare dunque questa la ratio scelta dall’amministrazione per i prossimi anni: non esternalizzare i settore tout court ma “alcune funzioni all’interno dei settori”, spiega Negretti. Dato il caso mense vien facile immaginare che altri interventi potrebbero sollevare nuove contestazioni una volta annunciati.
L’angoscia della cuoca, il papà ultrà e poi l’acclamazione: Como e la battaglia delle mense
“Stiamo facendo un’ampia ricognizione, chiediamo al personale di compilare schede tecniche e di gradimento”. Quanti settori verranno toccati, però non è possibile saperlo: “Prima dobbiamo comunicarlo al personale. Ci sono casi in cui un servizio può essere esternalizzato e il personale che prima si occupava di quel settore spostato in altri uffici per distribuire il lavoro tra colleghi. Il punto è che se oggi una persona con specifiche funzioni va in pensione c’è il rischio che nessuno possa sostituirne le competenze, bisogna ripartire e condividere le capacità”.
Come al cineforum di Fantozzi, il papà spezza il tabù: “Le mense non sono un’eccellenza”
QUEL MACCHINARIO CHE NESSUNO SA USARE (DAVVERO)
Bene agire sul personale ma forse bisogna ridurre i costi o formare nuove competenze. Ci risulta che al Centro Stampa sia a disposizione un macchinario, per la stampa appunto, che costa 130 mila euro l’anno di comodato. Chi lo gestisce? “Persone volenterose che però non hanno le competenze per farlo”. Risulta anche che spesso venga utilizzato da alcuni dipendenti per stampare foto di famiglia e delle vacanze: “Non saprei”. Comunque si tratta di un’emorragia di denaro: “Tenere una Ferrari in garage, non ha senso”.
LA 104
La legge 104 concede, in casi specifici di assistenza a persone disabili con tre giorni di permesso al mese modulabili a seconda delle esigenze. In comune Sono più di 100 i dipendenti che ne usufruiscono e di recente sono arrivate altre 5 richieste. “Si tratta di situazioni delicate e di fragilità – dice l’assessore – ma sicuramente è necessario analizzare per bene ogni singola situazione”. Temete abusi? “Di base no e parto dal presupposto che ciascuno sia in buona fede. Vogliamo solo analizzare l’esistente”.
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