A 5 giorni dalle elezioni politiche ma soprattutto regionali, scoppia una bomba economico-politica tra i Comuni del Triangolo Lariano, raggruppati in 30 nell’omonima comunità montana. A sganciare i missili, questa mattina, i sindaci di Tavernerio, Mirko Paulon, e di Ponte Lambro, Ettore Pelucchi, assieme al capogruppo di maggioranza a Tavernerio, Claudio Gatti. Tre volti che però ne rappresentano altri, ovvero i colleghi primi cittadini di Caslino d’Erba, Rezzago, Albese con Cassano e Sormano.
Complicatissima, ma nello stesso semplice, la denuncia: la spartizione da parte della giunta esecutiva della Comunità Montana di ben 1,9 milioni di fondi frontalieri “soltanto tra alcuni Comuni, escludendone altri senza motivazioni specifiche e in assenza di un procedimento trasparente”. Di fatto, i fondi per varie opere – aggiudicati con una delibera datata 30 novembre – sono andati soltanto ad Albavilla (180mila euro con Pusiano), Asso (250mila con Castelmarte), Barni (75mila), Bellagio (215mila), Blevio (45mila), Brunate (190mila con Valbrona), Canzo (60mila), Castelmarte (250mila con Asso), Erba (225mila con Longone al Segrino), Faggeto Lario (110mila), Lezzeno (253mila con Veleso e Zelbio), Longone al Segrino (i 225mila con Erba), Magreglio (105mila), Nesso (160mila con Pognana), Pognana Lario (i 160mila con Nesso), Prosperpio (105mila), Pusiano (i 100mila con Albavilla), Torno (90mila), Valbrona (190mila con Brunate), Veleso (i 253mila con Lezzeno e Zelbio) e Zelbio (idem, parte dei 253mila con Veleso e Lezzeno).
Si tratta di un gruppo di amministrazioni a largo orientamento di centrodestra, a differenza di Paulon, Pelucchi e gli altri sindaci che non hanno ricevuto un quattrino, assimiliabili al centrosinistra. Tanto che, complessivamente, la Comunità Montana, per ammissione stessa di Paulon e Pelucchi si può considerare “divisa in due gruppi: uno di 23 componenti di centrodestra, l’altro di 7 di centrosinistra”.
Tornando al caso specifico, oggi i sindaci di Tavernerio e Ponte Lambro, hanno illustrato il documento con cui annunciano di voler impugnare la delibera della giunta esecutiva che ha suddiviso in quel modo il milione e 900mila euro. “Non c’è stata abbastanza trasparenza – sottolineano Paulon, che ne ha già parlato al prefetto di Como, e Pelucchi – Tra l’altro, va sottolineato come noi non fossimo nemmeno stati informati della distribuzione dei fondi frontalieri, cosa che non avveniva da due anni e mezzo. Curiosamente, invece, abbiamo notato che a fronte di una decisione di giunta del 30 novembre 2017, le richieste di finanziamenti giunte dai Comuni sono concentrate praticamente tutte tra i giorni 2 e 29 dello stesso mese, con le uniche eccezioni di Longone e Valbrona che avevano inviato le richieste nei mesi precedenti”.
Nella lettera firmata da Tavernerio, Ponte Lambro, Caslino, Rezzago e Sormano (ma avallata anche da Albese)destinata ai sindaci, agli assessori e ai consiglieri comunali dei Comuni facenti parte della Comunità Montana, i sindaci “ribelli” – che ritengono la delibera del 30 novembre “illegittima” e si dicono pronti “ad agire nelle sedi opportune” – scrivono anche testualmente che, “dopo aver sollecitato chiarimenti alla presidente dell’ente, Patrizia Mazza, e al capogruppo del gruppo consiliare Comunità Incontro, Rino Malacrida, che rappresenta 23 Comuni su 30 […] eravamo venuti a conoscenza che le intenzioni dell’ente (di distribuire i fondi frontalieri, ndr) erano state comunicate in modo informale solo ai Comuni del gruppo consiliare Comunità Incontro (e non a quelli del gruppo Innovazione e Trasparenza di cui fanno parte i sindaci in rivolta, ndr)”. Inoltre, Paulon ha specificato di aver cercato di ottenere spiegazioni per quanto accaduto “anche dal segretario provinciale della Lega, Fabrizio Turba (sindaco di Canzo, ndr) e dal vicesegretario provinciale di Forza Italia, Mauro Caprani (sindaco di Barni, ndr), ma senza aver ottenuto maggiori motivazioni”.
Per concludere, a fronte delle rimostranze, è stata la presidente della Comunità Montana del Triangolo Lariano, Patrizia Mazza (sindaco di Lasnigo), a rispondere con una lettera a Paulon, che è anche capogruppo di “Innovazione e Trasparenza” e che chiedeva almeno di vedere l’assegnazione dei 640mila euro di fondi frontalieri ancora a disposizione. Mazza, però, ha risposto che “si ritiene in ogni caso opportuno non utilizzare completamente l’avanzo accertato al fine di avere disponibilità finanziarie utilizzabili prontamente per far fronte ad eventuali situazioni urgenti e improrogabili, quali dissesti per eventi meteoclimatici eccezionali […] ciò premesso la giunta esecutiva non ritiene di modificare al momento la proposta” del 30 novembre.
La battaglia, a quanto pare, è solo all’inizio.