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Tris di consiglieri, bis di assessori. I Fratelloni: in sala (consiliare) il film di Butti-Molinari

Se questo non è un capolavoro, persino involontario in parte, poco ci manca. Anche perché, a ben vedere, nasce decisamente prima dell’ultima turboestatesovranista firmata (e urlata) Giorgia Meloni, i cui Fratelli negli ultimi sondaggi indicano il 9% come quota possibile.

Il masterpiece infatti è molto locale. Comasco doc. Trattasi della crescita intra-Palazzo del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia nell’arco dei poco più di due anni passati dalle elezioni comunali. Il dato finale, in quel giugno 2017, si fermò a un onesto ma certo non eclatante 4.63%. Il che significò soltanto due eletti: Marco Butti e Lorenzo Cantaluppi, tandem poi divenuto Patrizia Maesani-Lorenzo Cantaluppi per l’elezione al “soglio” Landriscinio di Butti.

Per dire, a urne ancora calde, la Lega incassò 6 consiglieri comunali (10.06%), Forza Italia 7 (11,24%) e la civica “Insieme per Landriscina” ben 5 (8,92%). Questo il centrodestra di governo uscito dalla tornata amministrativa, dunque.

Ma nel momento di minimo splendore, di fatto, iniziava in realtà l’ascesa dei Fratelli. Dapprima, già nell’autunno dello stesso 2017, con due ingressi da altre formazioni (Sergio De Santis che abbandonò la civica e Matteo Ferretti che lasciò Forza Italia). Un raddoppio in una sola mossa, insomma.

Dopo un anno relativamente senza scossoni, il 2019 ha riservato gli altri colpi. Dapprima, causa pateracchio di Forza Italia e giravolta dell’assessore Franco Pettignano, con l’ingresso di Antonella Patera nella formazione meloniana. E ora con l’arrivo a Palazzo Cernezzi di Alessandra Bartulli, che sfrutta l’addio definitivo a Palazzo (dopo transito nel gruppo misto) di Patrizia Maesani.

Ma non basta. Perché se è vero che tecnicamente oggi non si può ascrivere l’ex forzista Antonio Tufano al gruppo di Fratelli d’Italia è altresì certa la vicinanza estrema tra il “ribelle azzurro” e la formazione guidata in provincia dal segretario Stefano Molinari e “regnata” dal deputato-sovrano più che sovranista, Alessio Butti.

Dunque, ufficiosamente e pur con qualche cautela, non è un azzardo estremo considerare la formazione di Fratelli d’Italia in consiglio comunale praticamente a 6 componenti. Cioè triplicata rispetto alle elezioni del 2017 (e raddoppiata in giunta con la bandierina meloniana issata anche da Pettignano, come già accennato, che affianca Marco Butti).

In questo quadro, dunque, almeno virtualmente con la metà o addirittura meno dei voti rispetto agli alleati, FdI ora ha lo stesso peso della Lega (6 consiglieri, 2 assessori), ha “stracciato” la civica (3 consiglieri e 2 assessori) e ha sopravanzato pure Forza Italia (5 consiglieri, nessun assessore dopo il ritiro del novembre 2018).

Un quasi capolavoro, si diceva in avvio.

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3 Commenti

  1. Patrizia Maesani “paga” preparazione, coerenza e quindi … isolamento, con le non poche difficoltà nel continuare: grazie Patrizia. I cambi di casacca verso “il sovranismo” sono solo la ricerca di una “sedia” da parte di chi si è ritrovato amministratore/amministratrice con impreparazione e la città di Como ne paga le conseguenze… nessuna dignità !!!!

    1. Concordo. Un fiore in mezzo alle erbacce si distingue ma non fa un giardino. Alla fine ha fatto bene a togliere il disturbo. Spero che ci riprovi stando più attenta ai compagni di viaggio.

  2. E pensare che pochi giorni fa il Senatore e il suo fido segretario tuonavano contro l'”inciucione” del Governo giallo-rosso. I cambi di casacca nel Consiglio Comunale di Como saranno un “inciucino” ma è sempre come quando “i partiti se ne fottevano bellamente degli elettori”.
    Per di più alle politiche 2018 i gialli e i rossi insieme hanno preso quasi il 50%, alle Comunali del 2017 i neri un “poderoso” 4,63%. Non c’è da sorprendersi, da sempre certi partiti se ne fottono bellamente degli elettori degli altri partiti…..

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