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Politica

De Santis contro Scavo: “L’omicida di don Roberto non doveva essere qui”. Il giornalista: “Quale Governo, quale ministro nel 2018? Confrontiamoci in pubblico”

Piccola premessa: ci candidiamo immediatamente a ospitare il confronto pubblico offerto da Nello Scavo a Sergio de Santis, qui e in diretta. Attendiamo solo la risposta del consigliere comunale.

Prima su ComoZero Settimanale e oggi su ComoZero.it abbiamo pubblicato l’ampia intervista rilasciata a Chiara Taiana dal collega, firma di punta di Avvenire, Nello Scavo.

Un ragionamento profondo, informato e articolato che è seguito all’omicidio di don Roberto Malgesini.

Nello Scavo: “Il silenzio di don Roberto nella Como ingrata. Chi evoca rastrellamenti è fuori dal suo esempio”

Tanto è bastato perché diversi commentatori si prodigassero in opinioni sulla nostra pagina Fb. Ci sta, è li apposta e ciascuno è libero di scrivere – quindi di rispondere – del proprio pensiero.

Tra le chiose all’articolo una è però spiccata con chiarezza, poiché vergata dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Sergio De Santis che è stato citato indirettamente una delle risposte.

Estrapoliamo il passaggio ma invitiamo a leggere – link sopra – l’intervista integrale, per collocarla nell’intera prospettiva offerta da Scavo:

Ho l’impressione che don Roberto sia riuscito a fare un piccolo grande miracolo, al di là dei proclami. Perché se dici che il suo esempio non deve andare perduto, vuol dire che domattina qualcuno deve portare la colazione alla gente, non che vai a fare i rastrellamenti per portarli nei centri di rimpatrio del sud come suggerisce qualcuno (il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Sergio De Santis, Ndr). Questo sacrificio ha fatto emergere una serie di contraddizioni, ho visto molto arrampicarsi sugli specchi ma anche segnali di apertura più o meno inconsci. Ripartiamo da qui.

Di cosa parla il collega? Di questo:

De Santis (FdI): “Una risposta all’omicidio? Portare via già stanotte da Como tutti gli irregolari”

Ebbene, ecco la risposta di De Santis che precisa e puntualizza:

La parola rastrellamenti l’ha usata la stimata “penna” dell’Avvenire. Io ho parlato di individuazione degli irregolari e del loro passaggio in un CPR del sud Italia (ma va bene anche quello di via Corelli di Milano, che sta per riaprire).

Oramai in Italia chiedere che le leggi sulla sicurezza vengano applicate, è diventato un problema? Don Roberto non è morto da solo, ma per mano di un criminale che non doveva essere in Italia, e non capire questo equivale ad ucciderlo una seconda volta.

Egregi, se non vi è sfuggito, la mia priorità è quella di prevenire altre morti “accidentali” come quella del Don, e sinceramente il problema di portare la colazione, davanti a ulteriori omicidi da evitare, è l’ultimo dei miei pensieri.

E quindi la replica di Scavo con invito a un confronto pubblico (che ribadiamo, siamo pronti a ospitare anche domani):

Il “criminale” doveva essere rimpatriato in Tunisia nel 2018, ma in quell’epoca c’è stato il minimo storico di rimpatri proprio verso la Tunisia. Questo dettaglio (non l’unico) viene regolarmente omesso: forse per non dire chi c’era al governo nel 2018 e chi era il ministro dell’Interno? Naturalmente è solo una domanda.

Ma sarebbe interessante avere una risposta. Quando vuole possiamo confrontarci pubblicamente con lei e con i maggiorenti della Lega. Volentieri le mostrerò atti giudiziari e investigativi sulla “gestione” del flusso migratorio da parte di tutti i governi recenti. Dalle bugie sui porti chiusi a molte altre faccende, tutte naturalmente con documenti ufficiali, non con tweet acchiappaclick.

Sarebbe un’occasione per parlare magari di Libia, dei versamenti alle milizie (a proposito, lei sa esattamente quanti soldi dei contribuenti sono stati sprecati in Libia?), quelle stesse milizie che torturano coi nostri quattrini (pratica cominciata dal Pd e non interrotta da Lega e Conte 2), del contrabbando di petrolio, del traffico di droga dalla Libia per il tramite delle mafie italiane attraverso le milizie libiche a cui i governi (anche il Conte 1, quello con la Lega) hanno lasciato libertà di agire in cambio della illusoria promessa dello stop ai barconi, dei 10 miliardi di danni all’erario a causa del traffico illecito di idrocarburi, di come ci si sia fatti prendere in giro dai criminali libici.

Immagino che per un politico e, prima ancora, un militare della Guardia di finanza come lei, debbano essere questioni interessanti.

I dibattiti qui non mi interessano. Quando vuole, un paio d’ore per offrire in pubblico documenti e spiegazioni le troviamo.

Ma prima – lo prenda come un consiglio, mica un compito per casa – dovrà studiare molto.

E leggersi almeno i 19 rapporti della Corte penale dell’Aja e gli oltre 20 report del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Dimenticavo: lei si è mai domandato se un certo numero di combattenti libici feriti in battaglia viene a “curarsi” anche nella nostra provincia grazie a un accordo segreto tra Italia e Libia stipulato in epoca minnitiana e riconfermato anche dai vostri alleati?

Che ne dice di cominciare facendo presentare una interrogazione parlamentare in cui domandare se in Lombardia e nel territorio della provincia di Como mai sono stati portati alti papaveri libici direttamente dai campi di battaglia fino a qualche confortevole centro di cura?

E fino a quando? Magari anche adesso mentre le scrivo? Le va di correre il rischio di ottenere una risposta anche scomoda? Così almeno ci togliamo questo dubbio. E quando l’avrà ottenuta, volentieri potremmo misurare i nostri argomenti.

A presto

Il confronto poi è proseguito, potete leggerlo qui:

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un commento

  1. Beh, ma questo faccia a faccia è da raccolta firme!
    Quello che Nello Scavo sta proponendo è un onestissimo fact-checking: un dibattito che parta prima da un confronto condiviso sulle fonti e poi – in virtù dei fatti realmente accaduti e riconosciuti in modo inequivicabile proprio perché supportati da dati e documenti ufficiali – lasci spazio alle interpretazioni degli astanti.
    Non si può non volerlo. Tutte le persone normodotate e con la mente sgombra da pregiudizi e bias cognitivi dovrebbero pretenderlo.

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