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D’improvviso, la strana coppia Landriscina-Traglio fa sognare il Rinascimento Politeama

Ovvio: è facile e un po’ birichino sognare un Politeama rimesso a nuovo a opera del Comune, di nuovo scintillate e avvolto nella sua magnifica storia, pronto ad accogliere la meglio gioventù musicale del Conservatorio di Como e i cittadini tutti per serate e giornate speciali tra caffè, frac e clarinetti.

Meraviglioso, poi, sarebbe che questo Rinascimento Politeama nascesse dal germe piantato ieri sera, una mano tesa oltre gli schieramenti tra i due sfidanti al ballottaggio del 2017: Mario Landriscina per il centrodestra e Maurizio Traglio per il centrosinistra.

Facile e birichino, si diceva, perché dal tepore di un ufficio è gratis ignorare a fini di bellezza e speranza la sicura montagna di soldi che servirebbero a Palazzo Cernezzi per condurre in porto l’operazione (4,5 milioni per il ri-acquisto totale, che però grazie alla proprietà già dell’82% sarebbe una sorta di partita di giro che nella sostanza costerebbe molto meno), per ristrutturare il mitologico cineteatro cadente (stima attorno ai 5-6 milioni), per azzeccarne subito dopo una difficilissima gestione virtuosa che non si riveli un ulteriore salasso per le casse pubbliche, e tutto questo rinunciando alla carta della messa sul mercato.

Il rischio di pagare concretamente e metaforicamente carissimo questo sogno di inizio primavera sarebbe, oggettivamente, enorme.

Eppure.

Eppure ieri sera proprio loro due – Maurizio Traglio e Mario Landriscina – hanno in qualche modo autorizzato la speranza. Con uno spiraglio piccolo, incerto, fragilissimo. Ma che c’è.

E’ stato il capogruppo di Svolta Civica il primo a dare l’input.

“Per il Politema c’è la volontà di alienare il bene (per l’82% di proprietà comunale, come già detto, e per la restante parte di privati, con la vendita ora affidata a un liquidatore, ndr) – ha esordito Traglio – Stante la difficoltà di trovare chi se ne occupa da un punto di vista patrimoniale e pratico, il Politeama è patrimonio importante della città. E noi crediamo che sia necessario tentare di trattenere questi beni che rappresentano una storia e hanno potenzialità. A maggior ragione visto l’interessamento del Conservatorio”.

“Il nostro suggerimento è di comprarci l’immobile – ha poi detto secco Traglio – con il Comune che diventa proprietario per poi liquidare la società (la parte dei privati in sostanza, ndr). Poi, con un partner, auspicabilmente il Conservatorio ma anche con altri privati, si potrebbe costruire il futuro. Insomma – ha chiuso Traglio rivolgendosi al sindaco – il nostro è un invito a non perdere la proprietà di beni di questa natura. Pensiamoci: il Conservatorio nel centro di Como e un Politeama fruibile per tutti e attrattivo”.

Ed è stato a questo punto che dall’altro capo della sala consiliare, il sindaco ha teso la mano.

“Colgo volentieri lo stimolo – ha affermato Landriscina – Come si sa era inevitabile che si desse un incarico a un liquidatore che ora deve mettere in opera una serie di provvedimenti tecnicamente ineludibili”.

“Non prendo impegno formale sull’opzione – ha aggiunto rivolto a Traglio – ma l’opzione ci sta. Se dovessimo andare su quella strada si tratterebbe di una partita di giro: mettiamo i soldi, lo ricompriamo e poi recupereremo una quota di circa l’82% di quello che è stato investito. Il problema sta nel dopo, in come mettiamo mano all’opera”.

Anche perché, come noto, il consiglio comunale nel 2017 fissò la destinazione culturale del Politeama come paletto per qualsiasi operazione ventura.

“Dalle stime servono 5 milioni, molto ipotetici – ha proseguito il sindaco parlando della ristrutturazione – Ci sono stime, ma manca una disamina accurata delle opere, qualcuno parla di 3 o di 7. Poi ci sarebbe il tema dell’affidamento”. Sano e implacabile realismo sulle insidie del riportarsi “in pancia” il Politeama. Ma con successiva, nuova apertura.

“Comunque – ha chiuso Landriscina – questa è una cosa che il consiglio comunale avrà modo di valutare quando il liquidatore dovrà metterlo sul mercato. Bisognerà pensare a un progetto di gestione. In analogia a quanto stiamo facendo per la gestione di Villa Olmo si potrebbe pensare di ampliare il mandato alla nascente Fondazione (l’organismo che gestirà dimora, parco e orto botanico ndr). La cosa ci interessa, la metteremo sul tavolo del consiglio appena il liquidatore dirà che bisogna decidere. Intanto proseguono le esplorazioni, credo che qualcuno sia interessato ma ne riparleremo prossimamente”.

E chissà che il primo luglio prossimo, quando scadranno i termini del bando emesso dal liquidatore Francesco Nessi per raccogliere le manifestazioni di interesse per il Politeama, non ci sia anche quella del Comune di Como. Vincente e nata dal “patto Traglio-Landriscina”, magari.

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