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Divieto di alcol su suolo pubblico a Como, Svolta Civica: “Obblighi incomprensibili”. Pd: “Regolamento che penalizza i cittadini”

“A distanza di poco più di tre anni dall’adozione del nuovo regolamento di Polizia, approvato con il decisivo apporto dell’allora lista Rapinese con il dichiarato proposito di mettere in sicurezza la città, la nuova amministrazione ripropone i vecchi schemi, rivelatesi fino ad oggi inefficaci, con una serie di modifiche tanto mirabolanti quanto inidonei a risolvere i problemi di vivibilità e decoro”. Così interviene Svolta Civica, lista della ex candidata sindaco Barbara Minghetti, dopo l’approvazione ieri sera in consiglio comunale del nuovo Regolamento di Polizia Urbana. Il documento, tra le diverse novità, introduce il divieto di consumo di alcol su luogo pubblico in tutta la città: qui tutti i dettagli.

Evidenziano dalla lista: “Si insiste sul tema dei divieti generalizzati dimenticando che il vecchio regolamento già prevedeva norme che contrastavano l’uso smodato di alcol e la lordura degli arredi urbani. Le nuove regole aggiungono obblighi incomprensibili che finiranno per impedire le più innocenti grigliate domenicali, compleanni nelle parti comuni dei condomini, le feste negli oratori, i pic-nic nelle aree verdi. Servono invece, un maggior presidio del territorio, la riqualificazione delle aree degradate, la promozione del rispetto della legalità, il coinvolgimento dei cittadini e del volontariato nell’ascolto e nella partecipazione ai problemi dei quartieri, l’attenuazione delle disparità sociali ed economiche, il rigoroso controllo sul rispetto delle regole da parte dei locali pubblici e dei negozi che vendono alcolici. Ma di tutto questo nelle nuove norme, neppure l’ombra”.

Per quanto riguarda le regole sugli artisti di strada, concludono da Svolta Civica: “Sono stati respinti anche tutti gli emendamenti proposti con riferimento agli artisti di strada. Ne è uscito un testo condivisibile nelle intenzioni ma eccessivamente limitato per una serie di vincoli burocratici (orari, mancato utilizzo di piccoli amplificatori, obbligo di riferimento ad abbonamento Siae, termini eccessivi per la concessione delle autorizzazioni) che limiterà notevolmente l’esercizio delle attività artistiche”.

Nel pomeriggio è arrivata anche una nota del Pd:

“Le modifiche al regolamento di Polizia Urbana voluto dalla Giunta Rapinese mancano completamente il bersaglio: era l’occasione per affrontare diversi aspetti della convivenza cittadina che meritano attenzione. Piuttosto il regolamento è diventato uno strumento nelle mani del sindaco per tenere fede ad alcune promesse fatte in campagna elettorale ed evitarsi altri imbarazzi. Con queste modifiche si spacciano soluzioni semplici a problemi complessi senza considerare le conseguenze sulla vita cittadina” dichiara il gruppo consiliare del Partito Democratico
“Nello specifico, il divieto del consumo di bevande alcoliche sull’intero territorio comunale è scritto in maniera così approssimativa che non inciderà significativamente sugli effetti della mala movida notturna in contesti come Piazza Volta. Contrariamente a quanto si possa far credere, non avrà nemmeno ricadute più efficaci del necessario presidio continuo, anche sociale, della situazione in zone come Via Anzani e San Rocco. Piuttosto viene criminalizzato il picnic in Spina Verde, il brindisi all’esterno della facoltà per una laurea o bere una birra su una panchina del lungolago in un pomeriggio estivo. Per evitare di sanzionare le famigliole, gli studenti o i turisti, e di impegnare inutilmente gli agenti della Polizia locale, l’unica soluzione sarà far finta che il divieto non esista. Divieto sul quale la maggioranza si è intestardita, divieto che non ha precedenti in altri capoluoghi dal momento che vieta il consumo di alcol in luoghi pubblici e aperti al pubblico, con la paradossale conseguenze che sarà vietato bere, non solo nei giardini e cortili dei condomini e nelle università, ma anche nei circoli privati e negli oratori. Ma non sarebbe stato meglio lasciare ai gestori di tali spazi la regolamentazione di cosa si può o non si può fare in tali luoghi? ” commentano i consiglieri Dem.

“Certo l’approvazione di nuove regole fa pubblicità. Così l’annuncio di più zone rosse che non garantisce che i problemi si spostino in aree vicine. E poi la questione della quiete pubblica, importante quanto il lavoro e la libertà di esprimersi. Da una parte siamo soddisfatti che, grazie alla segnalazione che abbiamo fatto per primi, il Consiglio comunale abbia deciso di eliminare le limitazioni d’orario sulla manutenzione dei giardini privati che avrebbero danneggiato un’intera categoria professionale. A ben vedere, però, non vi erano grandi alternative: l’articolo era in piena contraddizione con l’esistente regolamento comunale del piano di zonizzazione acustica che già disciplina la manutenzione del verde. Piano, questo probabilmente sconosciuto all’amministrazione. Non possiamo essere d’accordo però sulle nuove regole per l’esercizio dell’arte di strada. Tanto dipenderà dall’individuazione effettiva delle piazzole per le esibizioni ma l’idea è che si voglia confinare musicisti e performer (e anche chi dall’arte di strada trae un qualche sostegno economico) e allontanarli, anche a forza di burocrazia e adempimenti, dal cuore della città in quanto disturbatori – conclude il gruppo del PD – Altra evidenza che il regolamento non è uno strumento di convivenza, di mediazione delle istanze dei cittadini, ma di chiusura e limitazione”.

 

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