Dopo la lunga e pacata presentazione della mozione di sfiducia della sua lista nei confronti dell’assessore Elena Negretti (poi bocciata), Ada Mantovani si è trovata al centro della battaglia verbale a tratti feroce tra il suo capogruppo, Alessandro Rapinese, e il consigliere anch’egli di opposizione, Vittorio Nessi (Svolta Civica). Al centro, nientemeno che il concetto di rispetto della donna (ne abbiamo lungamente riferito con questo articolo).
Oggi, a distanza di ore dall’alterco che rischia persino di culminare in una querela da parte di Rapinese nei confronti di Nessi, Mantovani torna su quei concitati momenti. Non senza un forte disagio. “Mi sono sentita ferita da quelle parole – dice la consigliera della lista “Rapinese Sindaco” – e confesso che ancora adesso è una sensazione poco piacevole che fa fatica a passare. E’ una delusione forte sul piano umano, prima ancora che politico”.
Tra i passaggi più forti del discorso con cui Nessi ieri sera ha annunciato che non avrebbe votato la sfiducia a Negretti, spiccano due frasi. La prima – riferita a Rapinese – per denunciare che “la presentazione della mozione è stata accompagnata da interventi, interviste, suggestioni del consigliere Rapinese connotati da allusioni, pettegolezzi e ironie al solo scopo di ridicolizzare la figura umana dell’assessore Negretti”.
La seconda forse ancora più forte: “Attacchi [nei confronti di Negretti, ndr] con la greve banalità dei luoghi comuni usualmente utilizzati contro le donne – ha proseguito l’ex pm – e spiace constatare che nemmeno tra chi gli è vicino nessuno ha mai avuto la sensibilità di biasimare simili eccessi”.
“Parole che hanno fatto male – ribadisce Mantovani – Da donna, posso affermare senza timore di smentite che nei 7-8 anni di frequentazione con Alessandro Rapinese, mai, neppure per un secondo, l’ho sentito pronunciare parole offensive, irrispettose o tese a sminuire né me né tanto meno le donne in generale. Certo, a volte lui ha alcune modalità verbali provocatorie, che forse in alcuni casi possono essere ritenute eccessive, ma accusarlo di non rispettare le donne è un’assurdità”.
Nessi ha duramente attaccato anche la mozione stessa presentata dai rapinesiani contro Negretti definendola sostanzialmente infondata perché se sfiducia doveva essere, doveva essere rivolta al sindaco e non a un assessore; e poi contestandone ripetutamente la pochezza dei contenuti, la strumentalità e la presentazione stessa da parte di Mantovani poiché basata anche su altre “accuse politiche” a Negretti che però non erano nero su bianco nel documento da votare.
“Naturalmente io non contesto la libertà del consigliere di non condividere o contestare la mozione, ci mancherebbe – premette Mantovani – Ma i toni e l’attacco pesantissimo portato soprattutto verso la nostra lista, in parallelo con una sorta di “beatificazione” di Elena Negretti, mi hanno dato la fortissima sensazione che la critica fosse aprioristica, prevenuta, premeditata. E che la nostra lista fosse il vero obiettivo al di là del tema vero e proprio. Il modo di fare di Nessi di ieri sera mi ha amareggiato e scosso: ho visto più l’ex pm, il grande accusatore di Rapinese e della lista, più che una difesa dell’assessore”.
“Per come ho conosciuto Vittorio Nessi finora – conclude Mantovani – mi sono sentita ferita, anche come donna. Nei suoi confronti ho sempre nutrito il massimo rispetto, per la storia personale e per l’equilibrio che ha sempre mostrato anche in aula. Ieri non era lui e questo mi dispiace molto”.
Un commento
Va bè polemica ridicola: si è sentita ferita perchè ha detto che Rapinese sulla Negretti ha sempre fatto mille allusioni?
Bè se la prenda con il suo capogruppo..
Se questa “la presentazione della mozione è stata accompagnata da interventi, interviste, suggestioni del consigliere Rapinese connotati da allusioni, pettegolezzi e ironie al solo scopo di ridicolizzare la figura umana dell’assessore Negretti” sarebbe una frase forte, consiglio di passare il lunedì sera a guardare Don Matteo.