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Due anni di Commissione Sicurezza hanno certificato che a Como non esiste alcuna emergenza sicurezza. I dati

La Commissione speciale sulla sicurezza (presidente Vittorio Nessi di Svolta Civica, vicepresidente Sergio De Santis di Fratelli d’Italia) che tra tante polemiche nacque un paio di anni fa e che ora conclude definitivamente il suo ciclo vitale, ha presentato ieri sera in consiglio comunale a Como la propria relazione finale.

E ne è emerso quello che forse non era poi così difficile attendersi: Como, al di là del dibattito politico che sulla teorica emergenza sicurezza prospera, è una città sostanzialmente tranquilla e senza problemi particolari. O, per meglio dire, è una città che convive come qualsiasi altra area urbana del mondo con questioni di microcriminalità (piccolo spaccio e furti su tutti), fenomeni episodici e localizzati di incuria o vandalismi, questua talvolta molesta (particolarmente in tutto il centro storico e nella zona del Mercato Coperto), parcheggiatori abusivi, ma tutti senza picchi allarmanti oltre misura.

Sono stati gli stessi componenti della Commissione a ribadirlo, quasi sempre dopo audizioni di soggetti operanti sul campo su più ambiti.

Il consigliere di Forza Italia, Luca Biondi, sul fronte del decoro ha affermato che “è emerso, con ovvi distinguo tra le varie parti del capoluogo, che Como gode in generale di un buon livello di decoro e la percezione generale è quella di una città sicura e ordinata”.

Ad esempio, dall’introduzione del nuovo Regolamento di polizia urbana, soltanto 5 i daspo urbani; e per quanto riguarda l’organico della Polizia locale, secondo i commissari esso “risulta in linea, anzi forse sopra la media, rispetto agli altri capoluoghi della Lombardi; il Corpo ha le forze necessarie e sufficienti per far fronte ai molteplici impegni”.

Il presidente Nessi ha dapprima riportato le parole dell’assessore alla Sicurezza, Elena Negretti, e dell’ex comandante della Polizia locale, Donatello Ghezzo, ascoltati in una specifica seduta della Commissione.

“L’assessore Negretti ha spiegato che Como è una città relativamente tranquilla e che negli ultimi tempi si possono escludere aggravamenti dei fenomeni delinquenziali, mentre la percezione è superiore alla realtà – ha riportato Nessi – Dato confermato anche dal comandante Ghezzo, con una situazione che va in senso migliorativo e con una diminuizione di scippi e borseggi; dati confermati anche dalla Questura, che ha segnalato come aumentino solo i furti di bici”.

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Dopo aver toccato un tema che più che la sicurezza in città riguarda l’inefficienza della macchina comunale (“Quarantadue telecamere su 84 non visibili, con interventi di sistemazione avviati nel 2018”), Nessi ha confermato come siano emerse alcune zone più “sensibili” di altre in base ai dati (lo spaccio nella zona dei giardini a lago comunque in calo dopo sistemazione del verde e dell’illuminazione, in piazza Volta, nella zona di via Sant’Elia, in centro storico, nella zona di Camerlata, nell’area Ippocastano) ma poi ha citato i dati della Questura aggiornati al 19 febbraio 2021.

“Confermano una città tranquilla, senza alcun aggravamento dei fenomeni delinquenziali – ha sottolineato il presidente della Commissione – Nell’ultimo trienno gli episodi complessivi sono passati da 5.675 a 4.762, i furti sono scesi da 1.996 a 911 e in abitazione si sono più che dimezzati, il rapporto tra reati commessi italiani e da extracomunitari è di 2 a 1 circa, 72% rispetto a 26%”.

“Colpisce piuttosto il rapporto tra i numerosi provvedimenti di esplusione di soggetti extracomunitari, 651 nel 2019, 526 nel 2019, 579 nel 2020 e gli effettivi accmpagnamenti alla frontiera, rispettivamente 59, 54 e 31”, ha aggiunto Nessi.

Certificato, infine, che in in città non esiste alcun problema attuale di sicurezza o ordine pubblico in relazione alla presenza di moschee e alle manifestazioni del culto islamico.

Tra le proposte, dunque: più pattuglie notturne, rinforzo della polizia di prossimità, maggiori controlli annonari, edilizi, tributari, ristabilimento dei ponti radio danneggiati per le telecamere e nuove videocamere puntate sulle arterie principali.

Chiosa finale del sindaco Mario Landriscina: “Si conferma uno standard medio-alto della qualità della vita a Como. L’appello che rivolgo a tutti voi, sia in maggioranza sia in opposizione, è di stabilire assieme delle priorità alla luce delle risorse investibili”.

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3 Commenti

  1. Non è che ci fossero molti dubbi. Como è una città in cui la criminalità, sia micro sia macro, non è mai stata un problema troppo grande. Tuttavia, c’è da porsi una domanda differente. Come sia possibile che sul tema della microcriminalità, del decoro urbano, dei rischi di sicurezza ci siano molti partiti e movimenti politici che ci hanno così tanto, e con così tanto successo, speculato? Da che mondo e mondo in molti provano gusto a gridare al fuoco e a fingersi pompieri. O a inventarsi eserciti nemici invasori per poter giocare a soldatini. L’infantilismo è una caratteristica di molti adulti che solo all’apparenza sembrano saggi e maturi. Speriamo che dopo l’analisi corretta della dimensione del problema, si ritorni a parlare dei problemi veri della città: la mancanza di idee e l’immobilismo.

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