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Due domande banali e Rapinese non si tiene su Lucini, Lissi e Spallino: “Per loro monumenti in città. Anche al Tribunale”

In mancanza d’altro, il sindaco di Como Alessandro Rapinese ieri sera in consiglio comunale s’è accanito con grande sarcasmo su quelli che ha definito “i miti e i totem” del centrosinistra. Il motivo? Sostanzialmente inesistente, ma questo non è bastato a frenare anche l’immancabile battutaccia dal retrogusto velenoso sull’ex sindaco Mario Lucini. Ma andiamo con ordine.

Tutto nasce da una banalissima interrogazione della consigliera Pd Patrizia Lissi con cui si chiedeva – in relazione alle promesse messe nero su bianco nel Dup dalla giunta – quali fossero i progetti di miglioramento della viabilità e di moderazione del traffico in particolare nelle zone residenziali di Como, puntando soprattutto su attraversamenti pedonali e ciclabili protette.

“Penso ai 3 semafori su via Pasquale Paoli che sono assurdi – ha aggiunto Lissi – e al fatto che via Varesina, nel tratto che non è stato messo in sicurezza ai tempi della giunta Lucini, è ancora molto pericolosa. Chiedo cosa si voglia cambiare  quei punti”.

Tanto è bastato perché Rapinese si prodigasse in uno dei suoi show dialettici nei confronti dell’ex sindaco di centrosinistra, della stessa consigliera Lissi e – pochi minuti dopo – dell’ex assessore all’Urbanista Lorenzo Spallino.

“In relazione a dove Lucini ha messo a posto tutto – ha esordito sarcasticamente Rapinese replicando a Lissi – in verità in giunta stiamo discutendo di mettere un monumento a Lucini assieme a lei. Però ci stavamo chiedendo anche vestiti come, con quale pettinatura. Poi omaggeremo Lucini con un bel monumento, con lei che è una fedelissima”.

“Metteremo monumenti a Lucini e anche suoi, su richiesta tutti i monumenti che volete – ha proseguito il primo cittadino – E magari anche in 7-8 vie e 4 piazze dedicate a Lucini”. Infine, un passaggio forse meno innocuo, con un riferimento che sembrava riferirsi al lungo calvario giudiziario affrontato dall’ex sindaco di Como per la questione paratie da cui Lucini uscì assolto. “Cambierei anche davanti al Tribunale – ha buttato lì Rapinese – non la chiamerei più via Spallino ma piazza Lucini”.

E qualche minuto dopo, riagganciandosi all’ultima frase e rispondendo anche in questo caso a un’interrogazione ben precisa e semplicemente su quali fossero i programmi per la sosta nei quartieri di Muggiò e Tavernola, Rapinese ha tenuto a completare lo ‘spettacolo’ parlando dei “totem” del centrosinistra: “Ricordiamoci le cause che abbiamo avuto con quel Pgt (varato  ai tempi della giunta Lucini con assessore all’Urbanistica Spallino, ndr). Faccia un’indagine e vada all’ufficio legale (rivolto a Legnani, ndr) per vedere quante ne abbiamo ancora in corso. Per cortesia, con i vostri miti, calma eh. Comunque per Spallino servirà un monumento grosso e da solo, perché lui è più bravo di tutti gli altri. Ricordiamoci tutti”.

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