In questi giorni, Forza Italia sembra tornata un vero e proprio centro di gravità (chissà quanto permanente) della politica comasca. Tra le uscite spericolate del commissario provinciale Mauro Caprani (“Se mi dicessero ricandidiamo il sindaco uscente a Como, brucerei vivo chi lo propone”), l’addio di Alessandro Fermi destinazione Lega, il no al bis di Mario Landriscina e la mano tesa persino da quel centro che guarda a sinistra che ha riscoperto un Maurizio Traglio leonino, l’azzurro tinge il dibattito locale.
Su tutti questi temi caldi – incluse le accuse piovute ieri sui berlusconiani da parte di Franco Brenna – discutiamo con il capogruppo a Palazzo Cernezzi, Enrico Cenetiempo, partendo proprio dal timbro di “pavidi” lanciato ai consiglieri forzisti dal capogruppo della civica “Insieme per Landriscina”, con gli azzurri accusati di non aver preso le distanze dai toni eccessivi di Caprani.
“Le accuse di Brenna? – replica Cenetiempo – Mi sorprendono, perché la riunione dove il nostro commissario provinciale ha pronunciato quelle parole era una riunione di partito, potrei quasi dire tra amici. Forse i toni di Caprani sono stati un po’ forti, ma erano anche goliardici. Sarebbe importate sottolineare, piuttosto, che anche dopo che Forza Italia ha perso il suo pezzo forte, Alessandro Fermi, il partito è ancora unito”.
E allora andiamo al cuore della questione, al significato politico dell’intemerata di Caprani. Il Landriscina bis è ormai un’ipotesi archiviata per sempre? Secondo il capogruppo di Forza Italia in Comune, sì, senza dubbio.
“Per quanto mi riguarda è così, condiviso il senso politico di quanto detto – conferma netto Cenetiempo – Ma dirò di più, quel pensiero è condiviso da tutti gli altri partiti del centrodestra solo che non tutti hanno il coraggio di dirlo apertamente. Anche la Lega? Sì, credo anche da una buona parte della Lega”.
“In realtà – aggiunge un spietato Cenetiempo – sono almeno due anni che quel pensiero circola a prende forma. D’altronde, già quando noi uscimmo dalla giunta nel 2018, segnalammo il problema di condividere le cose con il sindaco, lo scarso dialogo, la difficoltà a mettere a fuoco i temi importanti, le priorità. Ebbene, in tutto questo tempo mi pare non sia cambiato quasi nulla. Anzi”.
Il raccordo, qui, è al momento delle dimissioni dell’ex assessore Marco Galli e soprattutto alle modalità della sua sostituzione.
“Sapete come è andata? Dopo l’addio di Galli, parlai con il sindaco e gli dissi espressamente che, mancando solo pochi mesi alla fine del mandato, la soluzione più logica sarebbe stata non nominare un nuovo assessore ma tenere per sé le deleghe al Verde e allo Sport o al massimo condividerle con chi già era in giunta. Risultato: il giorno dopo apprendo solo dai giornali della nomina, non condivisa con nessuno, di Paolo Annoni. Contro il quale non ho nulla, ma non si fa così”.
“Per questi motivi, se dovessi esprimermi io, certamente direi che l’esperienza di Mario Landriscina finirà con questo mandato – conclude Cenetiempo – Poi però le decisioni finali spettano sempre alle segreterie politiche”.
E’ notizia di qualche giorno fa il clamoroso incontro a tre Alberto Gaffuri-Matteo Renzi-Maurizio Traglio che ha riproposto la candidatura bis a sindaco del consigliere di Svolta Civica e imprenditore. Il quale – assieme a Gaffuri – non ha affatto nascosto di guardare anche ai settori moderati e liberali dello scena politica comasca. Tipo – guarda caso – Forza Italia.
“Con Traglio abbiamo sempre avuto buoni rapporti e quando uscimmo dalla giunta avemmo alcuni abboccamenti. Rapporti cordiali, nulla di più. Comunque, a oggi, il campo di riferimento di Forza Italia rimane il centrodestra”, sottolinea il capogruppo forzista.
Per concludere, uno dei dilemmi che tiene banco soprattutto a destra: il candidato sindaco dovrà essere ancora un civico ed esponente della società civile o un politico tout-court come ribadito da Giorgia Meloni a livello nazionale e dallo stesso Mauro Caprani a livello locale?
“Negli ultimi anni, a Como abbiamo provato ogni professione: commercialisti (Alberto Botta e Stefano Bruni), geologi (Mario Lucini), medici (Mario Landriscina). Mi pare che i risultati non siano stati incoraggianti. Forse sarebbe davvero ora di un politico a tutto tondo, sul tipo di Alessio Butti o di un Alessandro Fermi, che però mi risulta abbia già detto no, o comunque gente con forte esperienza. Il momento dei test sul campo, forse, è passato”.
Un commento
Diciamoci la veritá, da 20 anni il palcoscenico politico con eletti e trombati é lo stesso, accomunati tra opposizioni e guidatori da un unico obiettivo: non prodigarsi nell’impegno-chiacchera pre-elettorale. La cittá fatevela descrivere dai ittadini se avete un minimo di neuroni in testa. Vi andrebbe messo un obbligo di fidejussione bancaria in mano per candidarvi….. poi vi contiamo anche senza mani.