Sul futuro dell’area Ticosa, o almeno su quello ipotizzato dal sindaco Mario Landriscina e dall’assessore all’Urbanistica Marco Butti assieme al resto della giunta, pare opportuno preparare i celebri popcorn.
Soltanto due giorni fa abbiamo dato conto di come l’esecutivo di Palazzo Cernezzi – assolutamente noncurante delle obiezioni già manifestate da Forza Italia – il 4 luglio scorso abbia approvato un indirizzo operativo che avvia il percorso tecnico-politico per arrivare a costruire un nuovo Comune nell’ex area industriale, oltre a un migliaio di parcheggi, a uno spazio culturale nella Santarella, più altri servizi.
DOCUMENTO – Hotel, caserma, case, negozi, Stecav: 4 luglio, la rivoluzione Comune-Ticosa
Ebbene, ora le obiezioni di Forza Italia – gruppo in ebolizione da mesi, ma numericamente ancora essenziale per l’autosufficienza della maggioranza in consiglio – diventano un gigantesco no aperto e pubblico a quell’operazione.
“Apprendiamo che la giunta vuole avviare un Piano integrato di intervento dove tutto ciò che arriverà nell’ex Ticosa è prestabilito, definito, in qualche modo vincolante – attacca il capogruppo dei forzisti, Enrico Cenetiempo – Ma in questo modo vai a stringere troppo la platea dei possibili soggetti interessati al recupero della zona. Non è questo che deve fare l’Urbanistica”.
Un concetto sviluppato subito dopo. “Il Comune dovrebbe fare esattamente il contrario – continua il forzista – ovvero definire la superficie utile, indicare le volumetrie edificabili e le funzioni possibili ma poi affidarsi alle proposte esterne, non definire già tutto nel dettaglio. Altrimenti è chiaro che si crea una proposta troppo stretta, destinata a pochi. Così non va bene”.
Insomma, una stroncatura all’origine dell’impianto generale imbastito dalla giunta per la Ticosa. “Ma non solo – aggiunge Cenetiempo – Ci sono almeno altri tre punti estremamente critici. Innanzitutto, i tempi. Bisogna ancora concludere la bonifica dell’area, ci vorrà un paio d’anni. E poi cosa facciamo, arriviamo in consiglio per approvare quel progetto della giunta a fine mandato, poche settimane prima delle elezioni? Sarebbe come aver buttato un intero mandato senza concludere nulla, praticamente”.
“Come noto, poi, noi non siamo affatti convinti della necessità di trasferire il Comune in Ticosa, peraltro da quello che leggiamo barattando con i privati una serie di immobili che vanno dall’ex Stecav all’ala nuova dell’attuale Municipio – aggiunge il capogruppo di Forza Italia – Alla fine, perderemmo patrimonio senza dare nulla di veramente vantaggioso ai cittadini. L’ultima delle priorità di Como, oggi, è un trasloco del Comune, peraltro con un Piano di intervento pieno di vincoli e paletti”.
E ancora: “Terzo, ma certamente non ultimo per importanza almeno per noi, la questione del parcheggio. Spero – chiude Cenetiempo – che la giunta non si sogni di lasciare lettera morta la nostra mozione appena approvata per realizzare subito un posteggio temporaneo per i comaschi. Quella è l’unica vera priorità, su cui non ammetteremo rinvii o ritardi. Il parcheggio va realizzato e va realizzato subito”.
Insomma, i forzisti alzano le barricate rispetto all’idea della giunta per il futuro (e per il presente) della Ticosa. Una frattura su uno dei temi simbolo della politica cittadina, da 40 anni. Preparare i pop corn, si diceva. O, al limite, la scheda elettorale.
4 Commenti
mi pare desolante la proposta attuale di spostare il comune in ticosa. posizionare un polo che di fatto attrae dipendenti e fruitori solo in alcune fasce orarie e poi rimane vuoto non contribuirebbe a dare nuova vita all’area che presenta già oggi problematiche. ha senso – oggi – perdere una posizione di prestigio, di valore anche simbolico e che potrebbe essere sempre più potenziata anche in ottica turistica, rispetto ad un’area decisamente più defilata, fuori dalla ZTL, in un contesto già oggi estremamente trafficato e congestionato? e con questo intendo dire che il Comune, dove già è oggi, potrebbe e dovrebbe modernizzarsi ed aggiornarsi per fornire servizi migliori, per aprire i suoi spazi anche alla città, ma questo negli spazi che sono oggi disponibili, al limite c’è l’intero palazzo natta in attesa di una destinazione…e tra via vittorio emanuele e via natta la distanza è assai breve. non mi pare confrontabile la proposta di realizzare un parcheggio – oggi – rispetto alle ipotesi per un futuro difficilmente definibile, si tratta infatti di due proposte che non si escludono per cui che senso ha confrontarle? è invece problematico il porre già ora dei vincoli e dei paletti così precisi, è controproducente e irrazionale anche pensando alle moderne dinamiche di sviluppo del lavoro. è chiaro che l’area debba essere ripensata, ma ha senso correre in un’unica direzione? senza confronto con la città e, apparentemente, senza un’analisi attenta delle reali esigenze di spazi e dei costi. questa proposta da cosa deriva? dalle reali e concrete esigenze di maggiori spazi per gli uffici comunali? o è solo la ricerca dell’ennesima “grande opera” a cui legare un futuro politico? abbiamo forse bisogno di un nuovo palazzotto, vagamente moderno, esteticamente e compositivamente perlomeno discutibile (da quello che le scarne simulazioni lasciano intuire)? non vedo nessuno studio che provi a valorizzare l’area di sant’Abbondio, integrandola con la città, è come se si ragionasse per “isole”. per non parlare dello spazio libero, forse una piazza (?) tra i nuovi edifici di progetto ed il cimitero maggiore… forse servirebbe un maggiore approfondimento, su solide basi analitiche, e poi formulare ipotesi progettuali sensate.
Signor Gioele, sarebbe bello fosse come lo studio da lei proposto, ma vuole mettere arrivare in auto sotto il negozio dove ci si deve recare magari col bolide che consuma 20 litri x 100km? Vedasi città dei balocchi..io viaggerei volentieri con i mezzi pubblici, ho orari particolari, per il momento faccio carpooling con 2 colleghi.
Ribadisco la mia idea: uffici pubblici alle ex caserme
Francamente è un po’ desolante. Dopo la proposta di Officina Como, stupenda e futuribile, dopo quella dell’Assessore Butti, funzionale e pragmatica, la controproposta di Forza Italia è un parcheggio! Si poteva pensare a una soluzione più squallida? Assolutamente no.
Leggevo una stupenda ricerca che ha ipotizzato attraverso l’analisi dell’evoluzione tecnologica, un nuovo paradigma per la mobilità: sempre più trasporto pubblico e un sempre più diffuso uso del noleggio delle auto in funzione della tipologia d’uso. Per intendersi, Auto a noleggio, elettriche di piccolissime dimensioni, nelle città per favorire la mobilità a consumo (tipo quelle che si incontrano a Milano e Roma) e Auto a noleggio per gli spostamenti più lunghi. In altri termini nessuno compra le auto ma tutti le noleggiano per l’uso e la tipologia d’uso che serve. La ricerca ha anche studiato gli effetti sulla “mobilità” della diffusione della spesa a domicilio, dello smartworking, del telelavoro, del’ e-commerce ecc. Insomma, il rapporto tra ognuno di noi e l’esigenza di mobilità nei prossimi 10anni.
E’ qualcosa di totalmente differente rispetto a oggi. Molto probabilmente, anzi quasi certamente, ci saranno meno auto e quindi meno parcheggi.
La politica deve pensare alle esigenze di domani e non continuamente riproporre le soluzioni di ieri: fra 10anni avremo sempre bisogno di parcheggi o forse è meglio che cominciamo a pensare a quello che ci servirà veramente?
Ecco puntuale il solito problema nostrano,quello delle lobby, c’è sempre la paura che dietro un progetto ci siamo interessi di parte precisi,ma come non dar ragione a Cenetiempo,fino a ieri è sempre stato così…..