Ne parlavamo pochi giorni fa, qui: Frontalieri in smartworking, fine del telelavoro il 31 gennaio. Ora c’è chi dice no. E’ Raffaele Erba, consigliere regionale comasco del M5S che dice: “Si intervenga per mantenere lo Smart Working ai lavoratori frontalieri”. Così oggi il Movimento 5 Stelle ha presentato un Ordine del Giorno al relatore in Senato sul DDL di ratifica relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri per stimolare il Governo sulla proroga dell’accordo. Spiega Erba: “Con il mancato rinnovo dell’accordo amichevole tra Italia e Svizzera del 2020 le attuali regole sullo Smart Working per i lavoratori frontalieri verranno meno. Un cambio repentino che creerà pesanti ripercussioni sul tessuto economico dei nostri territori, ma anche sulle imprese svizzere, che negli ultimi anni hanno riorganizzato il proprio assetto lavorativo sulla base della possibilità di ricorrere alla modalità del lavoro agile”.
E aggiunge: “Molte le sollecitazioni che abbiamo ricevuto in questi giorni, che ci chiedono di mantenere l’attuale regolamentazione. Negli ultimi due anni abbiamo notato come l’introduzione dello Smart Working abbia portato una serie di effetti positivi, in primo luogo in termini di Welfare, in quanto ha consentito di equilibrare i temi del lavoro con quelli della qualità della vita dei lavoratori. Il lavoro agile ha poi generato importanti benefici anche alla mobilità e alla sostenibilità ambientale perché gli spostamenti sono diminuiti e le emissioni inquinanti sono calate”.
Conclude Erba: “Per questo motivo, attraverso un lavoro congiunto con il senatore Bruno Marton, come MoVimento 5 Stelle abbiamo presentato un Ordine del Giorno al relatore in Senato sul DDL di ratifica relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri, in cui richiediamo di prolungare l’accordo amichevole del 2020 e di regolamentare definitivamente lo Smart Working per tale categoria”.