La guerra fratricida che dilaniò Forza Italia circa un anno fa ha lasciato una scia di sangue e ferite profonde mai del tutto cicatrizzate. Le elezioni regionali del 2018 rappresentarono plasticamente quanto da mesi, se non anni, ribolliva sotterraneamente. Il caso è noto: l’attuale presidente del Consiglio regionale, allora coordinatore provinciale del partito, Alessandro Fermi, fu accusato dall’ala che fa riferimento a Gianluca Rinaldin di aver solo formalmente dichiarato un ruolo super partes nel sostegno alle due candidate azzurre nella corsa a Palazzo Lombardia.
Invece Federica Bernardi e Domiziana Giola, è la tesi, non ricevettero pari cure. Anzi, Fermi avrebbe coccolato e condotto per mano solo la prima, infischiandosene della seconda. Ne sono seguiti mesi di lettere grondanti veleno, accuse feroci, annunci scismatici e grandi-piccole vendette nelle singole amministrazioni locali (trovate tutto su ComoZero.it) con cambi di casacche e gruppi: a Como emblematico il doppio carpiato dell’assessore Franco Pettignano uscito forzista dalla giunta e rientrato fratello (d’Italia) in tre funamboliche ore.
E oggi? Piatti freddi sono stati serviti nei Comuni, che fine ha fatto il gruppo dei dissidenti, cosa fanno? Chi sono?
E prima di tutto, come va la vita a Domiziana Giola?
Bene. C’è un gruppo in cui mi riconosco che si incontra regolarmente. Un gruppo messo in un angolo da Forza Italia. Così abbiamo preso le distanze.
Siete o non siete nel partito?
Quale partito? Me lo spieghi e le dico se sono dentro o fuori. A livello locale Forza Italia non esiste.
Ne deduco che con Fermi e Caprani (Mauro, commissario provinciale) è tutto ancora una delizia.
Non solo con loro ma con le persone che hanno a libro paga o quanti, per opportunità hanno vicino per il potere, o presunto tale, che manifestano.
Dice che sono circondati da opportunisti?
Probabilmente sì.
Mi perdoni, parla di gruppo ma è generico. Chi siete?
Parlo delle persone che mi hanno sostenuto e votato in campagna elettorale. Mi chiedono come comportarsi e muoversi anche in vista di altre tornate elettorali.
Sta facendo il segretario ombra?
Siamo amici che credono in un certo modo di fare politica. Giusto ieri da Erba, area storicamente vicina a Fermi, mi hanno chiamato chiedendo consigli per una questione amministrativa.
Come funzionate?
C’è un gruppo ristretto e uno più grande.
Suona massone.
Non la metterei così. Io parlo con tutti e incontro tutti.
Nessun rapporto con Caprani?
Da parte mia nessuno.
E’ una scelta?
Non mi manca (ride). Peraltro, vi risulta abbia la tessera del partito?
Perché non vi appellate ai vertici nazionali per sciogliere il nodo?
Lo abbiamo fatto. Sono stati vaghi. Non si sono mossi.
Con chi si identifica, sempre stando al nazionale?
Io sono berlusconiana, parlo del progetto del Presidente che oggi nulla ha a che vedere con Forza Italia nel comasco. Se Berlusconi sapesse, se ne dispiacerebbe molto. Io mi trovo con chi è critico. Serve un nuovo contenitore.
Cioè partito.
Sì.
Per questo la liaison semi clandestina con Fratelli d’Italia?
Dialoghiamo. Ci sono aperture.
Alla faccia, sono portoni spalancati. A Como l’accordo Butti-Rinaldin ha mandato in crisi la maggioranza ed è funzionato magistralmente.
Non lo personalizzerei così tanto. Si dialoga. Succedono cose.
Il grande burattinaio nell’ombra è sempre lui: Rinaldin.
Lo si dice spesso. E’ un’immagine che piace ai giornalisti. Sono amica di Gianluca ho iniziato e proseguito in politica grazie a lui. E’ uomo con attitudine e lungimiranza rare a Como. Non tira le fila, si mette a disposizione.
E intanto lei è la leader dei dissidenti.
Diciamo portavoce, portabandiera di un pensiero condiviso.
Portavoce fa molto grillino. Dica, cambierete il partito?
Cambieremo partito, direi. Se la gestione Fermi/Caprani è questa penso non si possa ricucire. E passato quasi un anno.
Questo Gruppo (i gioliani? i domiziani?) peserebbe in caso di congresso?
Caprani, appena indicato ha parlato di congresso. Mai visto.
Sì, ma pesereste?
Siamo pronti. Ma ogni mese rinviano il tesseramento, la verità è che non c’è consenso. Hanno fatto quella cosa dei gilet azzurri, quanti erano? Cinque? Dieci? La segreteria di Fermi, in pratica.
Fermi, ecco.
Mi ha ferita sul piano personale prima ancora che politico dopo anni di sostegno, non solo mio.
Perché avrebbe agito così?
Non ne abbiamo mai parlato dopo.
Gli dica qualcosa.
Non so. Tenta sempre di sminuirci.
Quindi, sia chiara, lei è dentro o fuori Forza Italia.
Fuori.
Prossimi passi?
Speriamo nella nascita di qualcosa di nuovo.
Aspettate grandi intese nazionali?
Siamo un gruppo, saremo compatti anche per un possibile passaggio.
L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.
Un commento
L’idea del gruppo dissidenti nato da idee comuni che diventi veramente autonomo mi piace e a livello locale la approvo e apprezzo: la vera autonomia è quella che serve. Mi fa pensare però una definizione tipo “Io sono berlusconiana”.