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“Ignoranti”, “Analfabeti” e “vediamo chi è il cogl….”. Dai ciliegi a don Giusto, il buon Natale di Rapinese (ah, c’era anche Roperto)

Uno show che farà contentissimi i suoi sostenitori che si identificano perfettamente in toni e modi; e che, sull’altro fronte, susciterà la consueta pessima impressione in tutti gli altri. Nulla di nuovo, insomma, ma gli “auguri di Natale” regalati oggi dal sindaco di Como Alessandro Rapinese ai suoi concittadini nei 48 minuti di intervista a CiaoComo – con apparizione speciale al fianco del primo cittadino anche della vice Nicoletta Roperto, alla quale è stata dedicata una manciata di secondi in tutto – è una fotografia talmente nitida di ciò che si è conosciuto finora sullo ‘stile Rapinese’ che “merita” comunque di essere riportata.

Diamo per acquisiti gli autoincesamenti e quelli su giunta, risultati e obiettivi (a parte segnalare la promessa che “il 2026 sarà l’anno di Muggiò per cui serviranno 3-400mila euro solo per validare il progetto, dello stadio e della Ticosa”, e che – per toccarla piano – “a Como c’è un prima Rapinese e un dopo Rapinese”) e passiamo oltre. Perché, come detto, le varie espressioni scelte dal rappresentante di tutta la città per esprimersi hanno invece diritto alla menzione.

Ad esempio, sul consiglio comunale indecoroso della scorsa settimana, il sindaco ha affermato: “Essere avversari di Rapinese è frustrante e allora l’opposizione inizia a provocare. E allora non solo non tocchi palla ma se mi provochi ti meno. Quello che è rimasto all’opposizione è provocare‌. Se qualcuno vuole fare corsi di bon-ton a me non frega una mazza di darli. Lissi, Nessi e tutta quella banda è lì solo per provocare“. I sindaci, gli assessori e i consiglieri del passato sono invece stati accomunati tutti alla voce “cialtroni“.

Sullo scontro frontale con il sindaco di Cernobbio Matteo Monti rispetto alle velleità rapinesiane di annettere la città confinante: “Monti non so per quale ragione si offenda, anche perché abita a Carate Urio. Lui si rifiuta di stringermi la mano perché probabilmente dovrà cercarsi un posto di lavoro“.

Più sintentico il giudizio sulle strade di Como prima di Rapinese: “Una merda“.

Poi un breve interludio dedicato ai partiti (“Frustrati, e lo traducono in violenza e tentativi di mistificare“, “maledetti“, “li ho lasciati miseramente al palo e quelli a cui ho dato schiaffoni me la stanno facendo pagare in tutti i modi possibili”). Quali, esattamente, non è chiaro.

Sulle novità in merito ai tavolini: “Ne ha parlato tutta Italia, mi stanno arrivano complimenti trasversali dappertutto“. Ok.

E poi non poteva mancare don Giusto, il parroco di Rebbio: “Si candidi, se proprio deve toccare temi politici con questa costanza contro l’amministrazione. Ognuno faccia il suo, altrimenti dovremmo ridiscutere tutti i rapporti con la Chiesa cattolica. Io a messa da uno che fa politica non ci vado, adesso diamoci una calmata perché saltare i confini così potrebbe essere pericoloso e non è consentito“. Vago sapore di minaccia insomma, anche se quale sia la legge che vieterebbe al don di esprimersi liberamente non è chiarissimo.

Le proteste di cittadini e politici contro l’abbattimento dei ciliegi in via XX Settembre? “La loro frustrazione è enorme, poverini, sono così: si sono resi ridicoli. C’erano momenti in cui li guardavo e dicevo ‘meno male che stanno rivelando la loro natura’, sono dei cialtroni. Ma vi pare che debba venire un assessore regionale per dei ciliegi mentre ci sono persone trattate come bestie perché la politica, e non i dipendenti, hanno reso così un ospedale di Como (il Sant’Anna, ndr). Si vergognino“.

Poi un malcapitato ascoltatore con un nickname si è lamentato nella diretta Facebook ritenendo che via Cadorna e altre vie di Como non dovrebbero essere considerate storiche e dunque non tutti parcheggi dovrebbero essere a pagamento. Replica del sindaco: “Che parli col suo vero nome perché me lo trovo dappertutto. Mostra la sua totale ignoranza e vada avanti con la sua ignoranza. E si informi con il Pgt. Ci sono di quegli ignoranti che dovrebbero farsi qualche corso prima di parlare ma parlano a ruota libera, non sanno niente e vanno avanti. Questo è un tema urbanistico complesso ma non è come dice il signore”.

Sulle tariffe vulcano che arriveranno ad esempio in viale Geno e via Torno, il concetto espresso dal sindaco è lo stesso: “Praticamente in tutta la città non cambia niente, avrei potuto smontare questa narrazione falsa fin da subito ma ho voluto che proseguisse per dimostrare che in città ci sono analfabeti che non sanno leggere le delibere o comunque che sono talmente stupidi che parlano senza sapere e poi vengono su come gli gnocchi. Cosa abbiamo sbagliato con questi qua alle elementari, che non sanno leggere le delibere? E adesso, a gennaio, questi qua che le elementari le hanno saltate capiranno che non è cambiato niente ma nel frattempo mi avete dato del coglione per 6 mesi. Ma adesso vediamo chi è il coglione vero“.

E ancora: “Io non è che adori farmi dare del coglione ma non mi piace dire le cose due volte o parlare con persone irrispettose che non si documentano. Che la gente prenda la buona abitudine di leggere le mie delibere all’albo pretorio, le scriviamo in italiano, è l’unica cosa che le può salvare dalla manipolazione in corso. E se ci sono persone così stupide che non hanno voglia di leggere i miei documenti e di capire la verità, questo è un problema culturale. Poi non capiscono e dicono cose senza senso, guardate le polemiche nei miei confronti: durano il tempo di una ciliegia. Mi riferisco ai miei avversari politici che sono totalmente impreparati, poi lazy, come si dice, pigri, parlano, dicono cose”. Un’altra manciata di secondi per Roperto (che a occhio non ha parlato 5 minuti su 48) e poi sipario tra gran risate e profumo di panettone in the air.

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