Il sole delle alpi riluce alto e vigoroso anche a mezzanotte. L’olimpo padano comasco ha partorito nuovi dei e la giovanissima classe del potere prende le misure col territorio, un territorio infinito che dalla provincia di confine ora si estende fino alla capitale (“Roma Ladrona? Ma no, l’abbiamo trasformata”).
Eugenio Zoffili (consigliere comunale di Erba, deputato, commissione esteri) Alessandra Locatelli (vicesindaco e assessore a Como, deputato, Commissione Affari Sociali) Nicola Molteni (deputato, sottosegretario all’Interno), Erika Rivolta (senatore, vicepresidente della Commissione Bilancio), Claudio Borghi Aquilini (consigliere comunale a Como, deputato, presidente della Commissione Bilancio), Fabrizio Turba (consigliere regionale, sottosegretario), Gigliola Spelzini (consigliere regionale, presidente della commissione speciale Montagna).
Un condensato di incarichi e un potenziale egemonico senza precedenti per questa terra. Oggi la Lega ha voluto sottolineare la grande onda. Incontro con la stampa per magnificare numeri e risultati. Molti assenti giustificati così la cerimonia è stata condotta da Locatelli e Zoffili. Obiettivo Pontida, 31mo appuntamento con il festone del Carroccio. Cinquantamila sostenitori attesi sul pratone del comune in provincia di Bergamo di solito abituato a ospitare i suoi 3mila e 200 circa residenti.
“E’ boom”, dicono i comaschi. “Riceviamo tantissime richieste, chiamate, sarà una Pontida storica che premierà il governo del buon senso di Salvini”. Boom ma da Como partirà un pullman solo: 58 posti. Diverso il caso degli iscritti, “In crescita in tutto il territorio – dice Laura Santin, nuovo commissario provinciale in sostituzione di Turba – anche in zone elettoralmente forti come il lago non abbiamo mai avuto un numero proporzionale di iscritti. solo di recente abbiamo registrato 120 nuovi militanti in zona”. D’altronde “c’è un vigore ritrovato grazie a Salvini, i sostenitori sono in crescita costante” sottoline il neo commissario cittadino, Daniele Peduzzi.
Ora, bisogna congelare la scena. Un istante almeno. La sede storica di via Garibaldi è una sorta di micromuseo della memoria dove vivono padanie e padani diversi. Il colpo d’occhio offre un’agiografia perfetta:
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La gallina lombarda dalle uova d’oro è diventata un cigno nazionale. Il Nord del “sono lombardo, voto lombardo” degli gli indiani padani è il grande Paese del consenso trasversale. L’universo è cambiato, il verde è diventato blu, Salvini ora è il leader nazionale che, con il centrodestra, conquista le roccaforti: Siena, Pisa, Massa.
“Sappiamo governare e fare opposizione, siamo sempre la Lega di piazza e di governo – dice Zoffili quasi a rivelare gli ingredienti segreti, la ricetta del tocco magico- manteniamo le promesse e siamo tra la gente. Presto Salvini tornerà a Como, credo per la festa di Lezzeno e arriverà anche il ministro dell’agricoltura, presto anche al Turismo, Gian Marco Centinaio. Ci siamo e saremo a Pontida domenica”.
Così le pareti e i manifesti antichi sono ancora più lontani. Segno che la nuova generazione ormai è ben indirizzata nel percorrere il Cammino di Matteo: quella che ha visto sparire il Nord da ogni fazzoletto e bandiera. Umberto Bossi è il padre nobile, Roberto Maroni un ricordo. Rimane ancora, fedele e fedelissimo il capogruppo alla camera, Giancarlo Giorgetti, qui sotto con un Nicola Molteni poco più che implume:
Ma vi fu anche l’altra lega, quella delle valanghe elettorali comasche. Sembra passato un millennio ma i Leonardo Carioni (ex presidente provinciale) e i Diego Peverelli (ex consigliere comunale e assessore) ricordano bene quando il potere era quello antico, quello della prima maniera:
Una spolverata allo spadone di Alberto da Giussano oggi è più un gesto d’affetto che un rito sacrale. Chi si ricorda più le ampolle del Po?
Salvini? “Una rivoluzione – dice con gli occhi pieni di grazia Alessandra Locatelli – ha linee guida chiare, buon senso, ha riavvicinato la gente alla politica perché mantiene la parola. Pontida sancirà il patto tra il Governo e il popolo”.
Buon senso, gente, impegno, promesse mantenute. Concetti che tornano e ritornano, a conferma, ve ne fosse ancora bisogno, che il Vangelo secondo Matteo è verbo. E il verbo si è fatto carne padana prima, italiana oggi.
3 Commenti
Saranno anche potenti, ma intanto io la pedemontana la continuo a pagare, quindi sono solo giganti di argilla pronti allo sfascio del primo temporale elettorale!
Se dobbiamo dare un voto a quello che stanno facendo a Como (zero) direi che siamo molto lontani dalla sufficienza
Che fine hanno fatto il Federalismo, le Macro regioni, la tutela, del lavoro della gente del Nord, la battaglia sacrosanta contro il canone rai,e contro tasse sulla casa?
Gridavano Roma Ladrona ma sono tutti lì,nella “città eterna” ad occupare posti…..
Tanti proclami elettorali e pochi fatti….
Sarà interessante vedere cosa accadrà tra qualche mese quando gli elettori di questa “lega-nazionale” che è passata dal “cerchio magico” di Bossi a quello di Salvini si accorgeranno della fregatura, allora sì che saranno guai…