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“Mio padre Emilio, l’amore per la politica e gli anni al fianco di Berlusconi. Como? Isolamento pericoloso”

E’ un dato di fatto, l’onorevole Paolo Emilio Russo 46 anni (saranno 47 il 6 giugno) comasco, deputato eletto con Forza Italia nel Collegio Sicilia 2 nell’estate di due anni fa, è oggi il parlamentare più in vista della squadra lariana. Un ottimo finalizzatore, potremmo dire, anche di questioni locali. L’ultima riguarda due teatri della provincia, il Teatro Sociale di Como e il più piccolo, Teatro Sociale di Canzo riconosciuti dopo oltre due secoli come “monumenti nazionali”. La sensazione è che Russo sia riuscito in questo anno e mezzo a occuparsi di questioni pratiche a livello locale, laddove la politica romana sembrava invece così lontana. Eppure la provincia può contare una “squadra fortissima” che fa invidia a una metropoli: 1 ministro (Alessandra Locatelli), 2 sottosegretari (Alessio Butti e Nicola Molteni), una capogruppo (Chiara Braga), un presidente di un comitato di controllo internazionale (Eugenio Zoffili) e Russo, appunto.

Il suo segreto? Uno, nessuno, centomila… sicuramente un grande padre, Emilio, il professor Emilio Russo, prematuramente scomparso ormai quattro anni fa. Scrittore, intellettuale ed esponente di spicco della sinistra comasca. L’altro fattore è di certo la capacità di comunicare quello che fa, grazie alla professione e il suo percorso romano, a fianco di alte personalità della politica e dell’informazione. L’onorevole Paolo Emilio Russo è un collega giornalista. Ha mosso i primissimi passi al Corriere di Como, poi la crescita alla Provincia e il grande salto, ancora giovanissimo, a Libero, di cui è anche tra i fondatori con Alessandro Sallusti, che lo volle nella redazione romana.

Giornalista politico per un ventennio proprio tra Libero, il Giornale, il Foglio, poi, nel 2008 la svolta, Paolo Emilio Russo diventa portavoce di Mara Carfagna, giovane ministro alle Pari opportunità. Segue Mara Carfagna per dieci anni, anche quando lei diventerà, nel 2018, vicepresidente della Camera. A quel punto, Silvio Berlusconi lo vuole però responsabile dei rapporti con tutti i media per Forza Italia. “Quattro anni bellissimi e complicatissimi, al termine dei quali, Berlusconi mi ha proposto di candidarmi – ricorda l’onorevole Russo – l’ho considerato un riconoscimento per il lavoro svolto. Ho accettato e oggi sono qui, comasco trapiantato a Roma ormai da più di vent’anni. Vivo qui, i miei figli sono nati qui e sono ancora piccoli, non è semplicissimo spostarmi con la famiglia, ma io quando riesco faccio sempre un salto a Como”.

Quando è nata la sua passione per la politica?
Da ragazzino, al Volta ero rappresentante di istituto. Poi però mi sono innamorato della professione di giornalista. Mio padre mi ha sempre insegnato che la politica si fa con passione, ma non si deve considerare un mestiere. Ho pensato sarebbe stato meglio dedicarmi solo alla professione per un po’, anche per una questione diciamo etica. Dopo vent’anni mi sono trovato, con il percorso che avete raccontato, qui alla Camera dei Deputati.

Suo padre è stato uno storico rappresentante della sinistra. Lei ha lavorato e ora è alla Camera con Forza Italia. C’erano discussioni in famiglia?
Papà mi ha insegnato l’amore per la politica e anche il modo di fare delle cose. Poi è vero, ci divertivamo molto a pensarla diversamente su alcune questioni. Nella mia vita ho sempre cercato di seguire il suo insegnamento, restare una persona onesta e applicarsi in tutto quello che si fa.

Torniamo un momento ai due teatri, il Sociale di Como e quello di Canzo, un bel risultato, onorevole.
Non solo mio. Ho sempre lavorato con gli altri parlamentari ed esponenti di governo comasco. C’è un clima molto bello e collaborativo tra noi. Nel mio intervento alla Camera ho ingraziato i colleghi della maggioranza e dell’opposizione per avere sostenuto la mia proposta. Sono due teatri con oltre due secoli di vita. La lista approvata alla Camera dei deputati va ora al Senato per l’ultimo via libera.

Parliamo un po’ di Como, che idea si è fatto dell’attuale amministrazione? Sergio Gaddi, coordinatore di Forza Italia e consigliere regionale ha già stroncato Rapinese a più riprese.
Sinceramente non conosco bene il sindaco Rapinese, non ci siamo mai incontrati, abbiamo solo avuto degli scambi di mail quando chiese un aiuto per il nuovo centro sportivo del ghiaccio.

Si sarà però fatto un’idea di come vanno le cose in città?
La sensazione è che Como sia sempre impreparata verso gli eventi, le sue stesse mutazioni. Su tutti l’esplosione del turismo. La scorsa estate ho vissuto sulla mia pelle le problematiche legate alle carenze della Navigazione. Ho visto turisti in fila per ore sotto il sole ad aspettare un battello. Ci sono ancora pochi taxi, servizi essenziali per una città turistica di prestigio internazionale. Si tratta di un’occasione unica che è passata per Como e il suo Lago. Il turismo porta ricchezza. Ricordo bene 25 anni fa, quando alcune case sul lago venivano quasi regalate, non le voleva nessuno. Ora valgono oro. Se però devo parlare nello specifico del sindaco di Como, il giudizio non può essere positivo.

Ci spieghi, onorevole.
L’impressione è che si sia asserragliato nel palazzo, che invece dovrebbe essere la casa dei comaschi. Ha preso decisioni che potremmo definire anomale. Continua a cacciare persone fuori da questa o quell’altra struttura. Non credo faccia bene all’immagine della città. Ha tagliato qualsiasi rapporto con altre realtà dalla politica alle istituzioni. L’isolamento di Como è davvero molto pericoloso, ci vogliono anni per recuperare il terreno perso. Poi non c’è visione sul futuro. Il progetto di chiudere i nidi comunali vuol dire non avere una visione sulla città del domani. Siamo in un momento storico di denatalità, è vero, ma è proprio questo il momento di investire in servizi per le famiglie. Ci sono finanziamenti pubblici per la fascia 0-6 anni mai visti nella storia. A Como invece si chiudono le strutture. Si tratta di un errore molto grave.

Su questi temi come può aiutare lei, la città e il territorio.
Facendo squadra con gli altri parlamentari e poi interessandomene ogni giorno, grazie al collegamento politico con Sergio Gaddi. Siamo amici da circa 30 anni, abbiamo condiviso il percorso di Forza Italia fino all’ultimo congresso di Como. Gaddi è una risorsa per il territorio, non soltanto per l’ambito della cultura. Abbiamo interlocuzioni e scambi di opinioni praticamente quotidiane. Siamo entrambi a disposizione per il bene dei cittadini.

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3 Commenti

  1. Mi piacerebbe sapere se l’onorevole Russo quando si è scambiato le mail col Sindaco, che gli chiedeva un aiuto sul palazzetto del ghiaccio,gli ha risposto, se si è reso disponibile ad aiutarlo, se si è attivato a fare qualcosa……

  2. beh, notare come la “squadra” comasca sia ben poco comasca:
    – Braga è di Bregnano
    – Molteni è di Cantù
    – Zoffili è dell’Erbese
    tutte persone che pare si spendano per il loro territorio ma certamente non per il capoluogo dove forse solo Molteni è noto.
    Locatelli dopo la grande visibilità (sprecata malamente) dovuta alla giunta Landriscina di cui faceva parte è sparita.
    Butti di Como con casa appena fuori dal centro non si vede spesso ed è da sempre più impegnato a Roma e nelle vicende nazionali del suo partito che in logiche locali.

    Forse forse è il caso d dire che Como è povera come non mai di figure politiche di spessore che riescano a incidere per la città

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