I candidati consiglieri regionali per il Movimento 5 Stelle della Provincia di Como – Cesare Adinolfi, Luigi Azzinnaro, Sonia Corrado e Rosina “Rosy” Genduso – pongono un forte altolà preventivo all’ipotesi che i soci-proprietari pubblici di Villa Erba possano cedere parte delle quote e consegnare il polo fieristico nelle mani dei soci privati. L’ipotesi, rivelata da Comozero con questo articolo, circola già da qualche tempo e lo stesso assessore al Bilancio del Comune di Como, Adriano Caldara, ha esplicitamente affermato in sede di Commissione che “ne parleremo sicuramente in consiglio comunale: vogliamo continuare a far parte di una società a maggioranza pubblica che però continua a conseguire forti passivi di bilancio, oppure rinunciare alla maggioranza cedendo quote ai privati ma in un soggetto con una maggiore redditività?”. Nulla di già definito, ma nello stesso tempo un dilemma chiaro da sciogliere a breve.
Tornando ai candidati Cinque Stelle per la Regione, in seguito a durissime critiche al vertici di Villa Erba degli ultimi anni (bilanci al 31 dicembre chiusi con un passivo complessivo vicino al milione e 400mila euro, si attende il 2017), arriva una lunga serie di domande.
“Le soluzioni possono essere solamente due – scrivono in una nota ufficiale – Vendere le quote di proprietà pubblica e disfarsi di questo pozzo senza fondo […] che genera solamente passivi in bilancio” e “mandare a casa” chi la dirige, “richiedendo i danni o la restituzione degli emolumenti percepiti da questi “maghi” che l’hanno amministrata”. Tra critiche ai progetti industriali, alla pianificazione ritenuta inadeguata e a quella che viene ritenuta una “inesistente strategia di comunicazione e marketing per rendere appetibile l’offerta del polo fieristica”, i grillini parlano apertamente di un “disastro che stiamo vivendo in prima persona al giorno d’oggi”.
In qualità di cittadini, che hanno visto usare i soldi versati alle casse Comunali e Provinciali da tutti i comaschi chiediamo ai titolari delle quote pubbliche (Provincia e Comune di Como, Comune di Cernobbio e Camera di Commercio per il 53% totale, ndr) “di riflettere sulla reale volontà di disfarsi delle proprie quote per risanare problemi di cassa ed eliminare un capitolo di spesa che di anno in anno risulta essere sempre più oneroso a favore di un ridimensionamento dei vertici e chiedere il “Commissariamento” della struttura dandolo in gestione a Manager aziendali che sappiano farlo fruttare per la sua potenzialità”.
Nello specifico, alla Camera di Commercio di Como viene anche chiesto “di attivarsi fattivamente per una corretta strategia di Marketing per dare visibilità a tutte le categorie commerciali ad essa associate che in questo momento di crisi hanno ancora più bisogno di visibilità e di presenza sul mercato”, mentre alla Provincia di Como è domandato di “promuovere presso le altre province e in tutte le sedi di loro competenza, l’utilizzo della struttura per manifestazioni culturali e espositive di rilevanza”.
“Sappiamo che la situazione è incancrenita – concludono i Cinque Stelle, sebbene l’ultimo bilancio non sia ancora noto – e sembra non aver soluzione ma la realtà è che possiamo avere un barlume di speranza per non perdere l’uso di questo gioiello del nostro territorio, abbiamo l’obbligo morale e civile di impegnare tutte le risorse possibili perché questo non accada”.