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La catena umana dopo il blitz di Forza Nuova. Rifondazione: “Il sindaco tace, vergogna”

Oggi, a Como, una catena umana composta da un centinaio di persone ha cinto Palazzo Cernezzi per chiedere uguaglianza di diritti per ogni sesso, razza o religione.

L’azione simbolica è avvenuta durante la manifestazione comasca che parte dell’iniziativa nazionale “L’Italia che resiste”.

L’obiettivo, si legge nel testo condiviso a livello nazionale, era “dare vita a una catena umana attorno a tutti gli edifici di tutti i Comuni italiani” oltre che “resistere alle scelte inumane di chi vorrebbe lasciar morire in mare chi scappa dalla guerra, dalla fame o dalla povertà; di chi interrompe i percorsi di assistenza e integrazione; e di chi istiga all’odio e alla xenofobia dimenticando gli storici valori di accoglienza e convivenza civile”.

La manifestazione comasca ha visto diversi gruppi (Como Senza Frontiere, Arci, Partito Democratico, La Comune, Sinistra Italiana di Como) e personalità della sinistra comasca prendere parola, davanti alla folla radunatasi sotto al palazzo del Comune.

Giordana Bossi, organizzatrice dell’evento ha aperto il sit-in, specificando l’importanza della mancanza di simboli politici e di bandiere. “A me non interessa la tifoseria legata alla posizioni dei vari partiti politici quando adesso stanno giocando per interessi e per soldi quando di risorse ne avrebbero per sistemare le cose. Basterebbe redistribuirle. Sistemeremmo tutti, Italiani e immigrati. Ma nemmeno ci pensano – ha dichiarato la giovane, non risparmiando strali per le attuali politiche del Ministro degli Interni, Matteo Salvini e l’elettorato leghista – I fans di quello che dovrebbe essere il nostro Ministro dell’Interno pensano di poter risolvere i loro problemi addossando la colpa ai più deboli mentre non si accorgono che gli affari dei benestanti vanno a gonfie vele”.

Gianpaolo Rosso, presidente dell’Arci di Como, tra gli altri che hanno preso la parola, ha ricordato l’importanza delle resistenza. “L’iniziativa politica riguarda tutti, tutti i giorni. Tutto è politica e non possiamo pensare che fare politica non costi nulla – ha detto Rosso – è per questo che oggi siamo qui davanti al palazzo di un’amministrazione che ha deciso di perseguire i poveri e non la povertà e di lottare contro i migranti e non per l’integrazione”.

Forza Nuova sfida la catena umana antirazzista attorno al Comune: “Resistenza etnica” 

La manifestazione è stata preceduta, nella notte di ieri, da un’azione dimostrativa del capitolo comasco di Forza Nuova, formazione neofascista che negli ultimi anni si è spesso pronunciata su fatti di politica cittadini tramite messaggi dipinti su striscioni appesi poi in diversi luoghi della città. E proprio uno striscione firmato FN che recitava “L’unica resistenza è quella etnica” è apparso nella nottata di ieri sul portone del Comune.

Carico di indignazione proprio per l’azione del gruppo neofascista è stato l’intervento di Fabrizio Baggi, esponente comasco di Rifondazione Comunista, che oltre a criticare le politiche del Decreto Sicurezza del governo gialloverde, ha dichiarato: “Questa giunta non ha nulla da dire su uno striscione appeso a un palazzo delle istituzioni da un gruppo che dovrebbe essere fuorilegge. È una vergogna che il Sindaco o un assessore non abbiano detto una parola a riguardo. Il fascismo non è un’opinione come le altre. Il fascismo è un crimine e come tale va trattato. Vengano messi subito fuori legge tutti i gruppi neofascisti o neonazisti”.

Oltre alle dichiarazioni di figure pubbliche, ComoZero ha parlato anche con chi, da semplice cittadino, ha preso parte alla manifestazione, mosso da un senso di urgenza scaturito dalle più recenti cronache nazionali.

Antonella Ravetta, Psicologa

Perché sei qui oggi?
Credo nei valori della resistenza, nell’umanità; valori minacciati dai poteri forti e invisibili di chi vorrebbe scavalcare la Costituzione.

Cosa pensi dello striscione di Forza Nuova di questa notte?
È gente pericolosa. Li trovo profondamente anacronistici. Ma la sensibilità per l’integrazione e l’accoglienza a Como è cresciuta negli ultimi anni.

Francesco Cavalleri, 21 anni, studente di fisica

Cosa pensi della manifestazione di oggi?
All’inizio c’erano un po’ le solite facce, se devo essere sincero. Poi hanno cominciato ad arrivare persone nuove. Sono contento che ci possa essere spazio per tessere nuove relazioni e iniziare nuovi percorsi.

Per quanto riguarda la contestazione dell’estrema destra?
Si è trattato di un’azione aggressiva e intimidatoria. Ma purtroppo credo che molti cittadini la pensino come Forza Nuova. È il risultato di un problema di comunicazione, colpa di forze politiche che non hanno saputo spiegare il fenomeno migratorio e hanno lasciato spazio a gruppi che invece danno spiegazioni semplicistiche.

Cosetta, fondatrice Teatro Gruppo Popolare, 29 anni, Mayuka, aspirante metalmeccanico, 22

Cosetta, perchè sei qui?
A causa del mio rapporto con Como, una città a cui voglio bene e male allo stesso tempo. Bene perché sono cresciuta qui. Male perché è una città borghese che rifiuta il suo status di città di frontiera e non vuole dimostrare dissenso per l’attuale governo.

Mayuka, tu vieni dall’ Etiopia. Cosa rispondi a chi non ti vorrebbe qui?
Ho perso un amico durante una manifestazione nel mio paese, ucciso dalla polizia. Sono venuto in Italia aspettandomi di trovare qualcosa di diverso ma mi sbagliavo. Como sarebbe un posto migliore per tutti se ci fosse più giustizia e uguaglianza. Pensando a Forza Nuova, a volte mi chiedo se siamo davvero nel 2019.

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3 Commenti

    1. Eccolo il tipico leone da tastiera. Gran bel commento, profondo davvero: grazie per il tuo contributo.

      Sei anche tu uno di quelli che attaccano striscioni di notte perchè giustamente si vergogna a farsi vedere?

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