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Politica

La giunta di Como va a pezzi: il sindaco Rapinese revoca anche l’assessore Quagliarini

La giunta Rapinese a Como va a pezzi: il primo cittadino ha revocato anche l’assessore Francesca Quagliarini, oggi sabato 10 agosto. Un nuovo terremoto, addirittura il terzo in appena due anni di mandato. La cacciata di Quagliarini in ordine di tempo segue le dimissioni di una settimana fa annunciate da ComoZero dell’assessore al Personale Nicoletta Anselmi e il precedente siluramento mai motivato fino in fondo dell’assessore al Verde Ivan Matteo Lombardi, nel dicembre 2022.

Scarso impegno e atteggiamento in grado di compromettere addirittura la realizzazione del programma di mandato: queste le motivazioni (che trovate integrali qui) dell’ennesima frattura tra Rapinese e i suoi assessori, a parte i fedelissimi a prescindere. Ma in questo caso non è difficile vedere un legame tra l’addio di Anselmi e quello di Quagliarini, alla quale erano state assegnate le deleghe a Politiche giovanili, Quartieri, Pari opportunità, Diritti civili e Partecipazione. Le due ex dell’esecutivo di Palazzo Cernezzi erano infatti decisamente vicine, umanamente prima ancora che politicamente. Peraltro, ora  – a parte la surreale concentrazione in stile bulgaro di 16 deleghe nelle mani del sindaco Rapinese – si pone anche il tema del riequilibrio di genere negli assetti della giunta di Como.

Va comunque detto che da mesi ormai i rapporti in giunta e fuori tra Rapinese e Quagliarini erano ridotti ai minimi termini, se non azzerati.

Infine, forse anche i rapporti politici tutt’altro che idilliaci tra il sindaco e l’assessore regionale leghista Alessandro Fermi, che di Quagliarini è il compagno, possono avere inciso.

QUI L’INTERVISTA ALLA PROTAGONISTA:

Como, Quagliarini cacciata da Rapinese: “Non ho fatto nulla di male. Apprendo di aver minato gli equilibri. La foto al citofono di ComoZero? Non la rifarei”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

11 Commenti

  1. Ma ora, quante sono le cariche che “Rapi” ricopre oltre a quella di sindaco? Tra un po’ ho l’impressione che durante il consiglio comunale restino solamente il sindaco e il suo vice! Beh, d’altronde… Il comune è suo e ci fa quello che vuole, parafrasando una frase dellvattuale sindaco detta qualche tempo fa!

  2. Però, che dire della motivazione: “scarso impegno e atteggiamento in grado di compromettere la realizzazione del programma di mandato”; sembra di leggere l’epitaffio della politica leghista trentennale (o meglio della non-politica) a Como. Mai fidarsi dei leghisti, tentati sempre ad essere democristiani alla Gui, mentre si travestono folcloristicamente da puritane forze locali!

  3. Il leader Maximo (oramai Minimo) non ha bisogno di riequilibrare nulla.
    Lui era e resta uno e trino. Gli altri sono contorno sbiadito.

  4. Colpa dei poteri forti? Colpa di Lucini? Colpa dei partiti? Di Fondazione Cariplo? Di Bongiasca? Dai elettori del Supremo, stupiteci.

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