Mario Landriscina lo dice, lo conferma, lo ripete spesso: “La mia formazione non è politica”.
Forza e debolezza di un primo cittadino che da giorni passeggia tra le stanze del potere attanagliate dalla prima vera crisi da inizio mandato. “Libero dai partiti” è stato il mantra di una campagna elettorale, a corollario un “ascolto tutti, poi decido io”.
Sindaco è oggettivamente in difficoltà, trame e sottotrame in maggioranza non vanno stoppate immediatamente?
Non mi sento in difficoltà, rispondo a me stesso alla mia coscienza e ai fatti, pur discutibili, che la giunta ha prodotto. Dopodiché c’è un evidente problema, non si può far finta di non vederlo. Un problema che, a turno, ha attraversato diversi soggetti di maggioranza. In questo momento è particolarmente evidente: data la mossa molto forte di Forza Italia che ha ritirato la delegazione di giunta. Credo che il fatto che non abbiano deciso ritirare la rappresentanza in consiglio abbia un significato
Si riferisce ai consiglieri (in quel caso sarebbe saltata la maggioranza) o alla Presidenza del consiglio (Anna Veronelli)?
Mi riferisco al fatto che partito importante della coalizione ha intrapreso strada molto forte, a mio parere nell’ambito di una più complessa, nazionale. Comunque non mi sottraggo a quanto avviene a Como. Forza Italia ha ritirato la delegazione ma ha dato un segnale importante non ritirando la presidenza del consiglio
Un tema già posto nei giorni scorsi (qui). C’è un difetto di coerenza negli azzurri secondo lei?
No, io penso che vi sia, come ho detto, una partita ampia in gioco. Sono segnali, quanto centrati sul problema locale o nazionale non lo so. Indubbiamente c’è una situazione grave, io non ho formazione politica a differenza di altri e continuo a lavorare. Registro una fragilità ma non ci sono elementi per dire di chiudere tutto
Cioè dice: non lascio?
In questo momento non lascio voglio, vedere cosa succede. E’ un periodo fondamentale per la vita dell’amministrazione
La Variazione di bilancio in Consiglio lunedì
Lì si misureranno le forze in campo
Gira voce (tra le mille) che tra i piani vi sia anche l’approvazione della Variazione e poi il rompete le righe per votare con le Europee
Non è una mia pensata. Lo dico con fermezza. Lunedì è un banco di prova. Se non passa il bilancio tutti a casa
Beh, inevitabile nel caso andaste sotto
Ho imparato che nulla è inevitabile
Vicenda Pettignano: con tutta onestà, non è stato bello vedere un assessore uscire e rientrare in poche ore
E’ un appunto arrivato da molti. Posso essere d’accordo, c’è stato uno spostamento di casacca, sono cose che non mi meravigliano più. Se contiamo gli spostamenti anche solo in consiglio da quando mi sono insediato… ho capito che c’è un mondo che non è il mio, ho principi diversi
Sì, ma la domanda è: nomina lampo, uscita, rientro, in coscienza come si sente?
Io dovevo restituire un punto fermo a Forza Italia: si deve dimettere. E fino a quel momento non ho toccato la giunta. Dopodiché Pettignano è entrato in Fratelli e il partito ha avanzato formale istanza perché tornasse assessore. Ci sono delle regole, anche se non mi piacciono, nell’ambito della rappresentanza o si rispettano o tutti a casa. Nella mia testa primeggia un solo obiettivo: fare il bene di Como. Quando ho firmato Ticosa mi son detto: se ieri mi fossi dimesso non sarei qui a prendere questo rischio. Sono orgoglioso di aver portato avanti un bisogno della città. Ci sono questioni importanti da portare avanti, come il Bilancio appunto
Torna ancora sul Bilancio, perché? Ha segnali che indicano possibili scossoni?
No. Ho in mano una nota personale di Mauro Caprani dove viene riconfermata la volontà di proseguire
C’è il problema della donna in giunta, le opposizioni sono andate dal prefetto (qui). In effetti deve nominarla
Ci sto lavorando proprio in queste ore, ho alcune opzioni
Quante opzioni?
No guardi…
5-3-2?
La cerchia si è ristretta
Ovviamente il nome non me lo fa, è del tutto evidente che sarà una figura supertecnica e laica
Sì, questo momento politico di revisione esige che prosegua in una scelta che risponda al mio modo di vedere
Quindi: esterna ai partiti e scelta esclusivamente da lei
Esatto
Entro quanto l’annuncio? Prima del Consiglio di lunedì?
Sì entro il consiglio
Quindi sarà un assessore in quota sindaco
In quota città, nel senso che per ragioni di estremo rispetto non andrò a cercare nemmeno nella Civica
Problema: lei nomina un assessore, poi fa pace con Forza Italia. Gli azzurri mandano una nuova delegazione in giunta. A quel punto non ci sarà spazio, per tutti. Che fa?
E’ un tema aperto, che affronterò
Quindi “cara assessore super-tecnico grazie e arrivederci”?
No non ho questa intenzione
Ma non ci stanno tutti
No
Manda via Simona Rossotti?
Non so cosa o chi mando via
Rossotti è a rischio?
No, non l’ho detto
Si dice che Pettignano potrebbe saltare dopo le europee, lo sa?
Io no l’importante, nel caso, è che lo sappia Pettignano
Qualora cadeste si ricandiderà?
Ci penso
Nuovo assessore: Annarita Polacchini è papabile?
(Non risponde)
2 Commenti
La Polacchini ci vorrebbe come direttore del personale (sempre che si chiami così nella pubblica amministrazione) in Comune a Como.
Potrebbe quantomeno sistemare molte delle criticità che sovente passano all’onore delle cronache locali, una su tutte la richiesta di test dei fumi del forno crematorio mandata evidentemente da un personaggio inadeguato alla Provincia di Como…
Su queste cose secondo me la Polacchini sarebbe molto efficace, se poi avesse anche la possibilità di fare tagli al personale sarebbe il TOP.
Ma purtroppo si parla di comuni e vabbbuo’
Buonasera,
da cittadino e analista o quai l’ Impressione di essere in un film di Stanley Kubrick
“In Vietnam the wind doesn’t blow, it sucks.” #
#FullMetalJacket
e avendo come riferimento figure della Politica italiana, che credo rabbrividiscano dal Paradiso penso ai Sindaci Gelpi e Spallino, e non do alcuna colpa al Sindaco dott. Mario Landriscina, che stimo moltissimo, e per questo già due volte per Rispetto della Sua Persona e Dignita’ ho sottolineato che io avrei già staccato la spina e ma dato tutti a casa.
Mi permetto di postare un intervento in Consiglio Comunale a Bologna di Giuseppe Dossetti, insigne costituzionalista, poi ritiratosi in convento (chi vorrà approfondire ne troverà giovamento)
allora per i miei 23 lettori ecco
IV
LA MINORANZA «SCIOPERA» Lettera al Sindaco*
Signor Sindaco,
ieri sera – e non soltanto ieri sera, ma sempre di più da qualche
tempo in qua – ogni membro del nostro gruppo ha avuto la sensazione di avere subito un trattamento scorretto e ingiusto da parte della mag- gioranza.1 Ci avevano ferito i molti artifici, i ritardi, le reticenze, il disordine con cui la Giunta aveva impostato e condotto la discussione sui bilanci: ma ci ha ferito ancor più il tentativo di insinuare, quasi ad ogni passo, che fossimo noi in colpa come ostruzionisti.
Anzi, Lei signor Sindaco aveva spinto la scorrettezza sino a fare gravi affermazioni in questo senso, in un congresso di partito,2 senza avere né prima minimamente a noi contestato la cosa in Consiglio, né dopo aver saputo chiaramente assumersi la responsabilità di un simile giudizio nella sede in cui noi avremmo potuto ribatterlo e documenta- re, con gli stessi Verbali del Consiglio, chi aveva la responsabilità di un prolungarsi dei lavori.
Lunedì sera, Lei ha costretto a una affrettata iscrizione dei nostri oratori, per poterli poi isolare totalmente, facendo seguire i nostri da un numero maggiore di oratori della maggioranza, tutti raggruppati sulla fine della discussione: anche questo contro ogni corretta consue- tudine di qualsiasi assemblea e, ad ogni modo, mostrando chiaramente che il prolungarsi del dibattito non era imputabile a noi.3
Quasi tutto questo non bastasse, ieri sera Lei ha cercato ancora di metterci nella impossibilità di svolgere i nostri interventi: soprattutto dopo che il discorso del Consigliere Felicori (da Lei non ascoltato)
veva definitivamente dato alla Giunta il senso della solidità e della gravità delle nostre osservazioni critiche.
Nonostante tutto questo, noi abbiamo sempre pazientato e taciuto.
Ma quando ieri sera, Lei ha interrotto così sgarbatamente il Consi- gliere Cavallaro, appena dopo avergli dato la parola, abbiamo tutti avvertito che si era giunti a un punto limite.4 Pertanto io stesso ho pregato il dottor Cavallaro di rinunziare subito al suo discorso, riser- vandomi di prendere una decisione meditata al di fuori dell’atmosfera tesa e provocatoria che il suo stile di Presidente, deliberatamente o no, ormai abitualmente determina.
Questa sera noi non verremo alla riunione del Consiglio: e questo per sottolineare la nostra protesta. Protesta contro la serie ininterrotta di ritardi e di espedienti, con i quali la Giunta ha cercato di resistere malamente alle nostre critiche su un bilancio che non si regge e che non si sa come puntellare. Ma protesta ancora più energica contro il tentativo di farci passare noi come ostruzionisti, noi continuamente vessati da una maggioranza intollerabile e incapace di sopportare le critiche più contenute e rispettose, forse perché troppo malavvezza da una lunga abitudine di dominio.
In particolare, dobbiamo dichiararlo formalmente, che ciò che ci mette in maggior disagio è la sua abitudine, signor Sindaco, di usare nei confronti della minoranza un tono prepotente e sprezzante e di interrompere rabbiosamente i nostri oratori che spesso Lei non ascolta.
Noi vediamo in questo la più grave ragione di perturbamento dei lavori del Consiglio e un continuo pericolo di incidenti, che altri a corto di ragioni può desiderare, ma che noi troppo convinti della bontà delle nostre tesi non possiamo certo auspicare.
Dobbiamo pertanto pregarla di tenere conto di tutto questo e di prevedere che d’ora in poi dovremo più fermamente resistere ad ogni tentativo di scorrettezza o di prepotenza.5
Mercoledì 20 febbraio (cfr. Verbale n.15) era in discussione all’o.d.g. il bilancio preventivo ’57. A fine seduta F. Felicori (DC) prendeva la parola: «Per una mozio- ne d’ordine. Sono le 0,30 e questa sera mi pare che noi abbiamo già dato» (oltre a Felicori, del gruppo DC avevano preso la parola Strassera, Pedrazzi, Stupazzoni). G. Dozza chiama a parlare Luppi. «Voci – Assente. Sindaco – Salizzoni. Voci – È assente. Sindaco – Toffoletto. Anche lui è assente!», cit., p.422.
2 Si riferisce probabilmente all’VIII Congresso della Federazione bolognese del PCI svoltosi al Salone del Podestà il 18.11.56, i cui lavori furono conclusi da P. Togliatti (cfr. n.9, p.75).
3 Lunedì 18 febbraio (cfr. Verbale n.14) era in discussione all’o.d.g. il bilancio preventivo ’57. Il Verbale, a parte due brevissime battute iniziali di F. Felicori, non riporta interventi di Consiglieri del gruppo DC.
4 «Sindaco – Cavallaro. Cavallaro – Giunti a quest’ora e in questa disposizione di spirito in cui non soltanto noi ci troviamo, dovrei fare un intervento sul Bilancio che, per la sua materia apparentemente non di grande importanza, ma delicata e forse in parte nuova, meritava una diversa ora, una diversa, direi, collocazione dei nostri interventi, e una più pacifica… Sindaco – Siamo arrivati tante altre volte ad ore più avanzate di questa!…Voci – Noi lavoriamo, sa, di giorno. Voci – Anche noi! Rumori.
Buonasera, abbracci.
Davide Fent