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La lunga strada di Fermi, da Albavilla all’obiettivo Europa: “Mi ha convinto Salvini, sarei il primo per Como”

In politica da 28 anni e ne farà 50 a novembre, Alessandro Fermi corre per la Lega alle Europee, dopo essere stato il candidato più votato della maggioranza alle regionali 2023 e nominato, dopo un mandato da presidente del Consiglio, Assessore all’Università, Ricerca e Innovazione. Quelle 13.800 preferenze, se confermate, potrebbero valere tanto, tantissimo; uno scranno da Europarlamentare, una prima assoluta per il territorio lariano.

Si sentirebbe pronto per un passo così lungo? Ok che da Albavilla ne ha fatta di strada…
In Regione sono stato undici anni a rappresentare la provincia di Como. Un ruolo da sindacalista se si vuole, che mi piace molto e che mi ha dato e mi dà tante soddisfazioni, oltre che il riconoscimento da parte dei cittadini comaschi che è sempre straordinario. E’ una esperienza che potrei ora valorizzare, portando avanti le istanze delle imprese locali, delle associazioni. L’attenzione sarebbe comunque verso progetti per il nostro territorio e soprattutto per fare atterrare risorse importanti.

Beh questo però si può fare anche con un ruolo da assessore regionale.
Certo e credo di averlo sempre fatto. Quando la trasmissione Report mi ha, diciamo, un po’ preso di mira per aver portato importanti risorse e finanziamenti sul territorio, io l’ho ritenuta una medaglia. Ho accettato subito di rispondere al giornalista, anche se sapevo che il tenore delle domande non sarebbe stato benevolo. Perché non ho nulla da nascondere. In questi anni, Como, dalla Regione Lombardia ha avuto molto, è innegabile. Grazie alla Regione sono stati portati avanti progetti attesi da decenni.

La corsa per le Europee la costringe però a uscire dalla sua zona di comfort. Chi l’ha convinta a candidarsi?
E’ stata una telefonata di Matteo Salvini, un mesetto fa. Ci ho riflettuto un po’ e poi ho accettato.

Cosa l’ha spinta a credere in questa corsa?
Al netto che il Comasco non ha mai avuto un rappresentante in Europa, credo mi spinga proprio la possibilità di fare qualcosa di buono.

Fontana come l’ha presa?
Bene, era con me quando è stata annunciata la mia candidatura. Credo che anche per la Regione sarebbe un vanto avere qualcuno che arrivi a Strasburgo.

Campagna elettorale un po’ diversa dal solito per lei, territorio più vasto, la Circoscrizione Nord Occidentale comprende Valle d’Aosta, Liguria, Piemonte e Lombardia.
Sicuramente c’è un allargamento degli orizzonti rispetto al solito. Io posso però partire da quanto fatto in questi anni in Lombardia, in cui ho rappresentato fino in fondo gli interessi di tutta la regione.

Che Europa le piacerebbe?
Oggi credo abbiamo diverse percezioni dell’Unione Europea. Da una parte la sentiamo lontana dalle esigenze dei cittadini e delle imprese. Viviamo tante decisioni come vessatorie sull’economia locale e sulla popolazione. Dal tema dei carburanti a quello della casa. Imposizioni impattanti sulla vita delle famiglie e dei singoli cittadini. D’altra parte, se pensiamo all’unità e agli aiuti ricevuti per la pandemia, al Pnrr, comprendiamo la necessità di fare squadra. L’Italia è uno dei Paesi fondatori dell’Unione europea, il suo peso sulle decisioni non è sempre adeguato.

Torniamo all’eventuale passaggio da Palazzo Lombardia a Strasburgo e Bruxelles, non sarebbe stato meglio fare prima una tappa a Roma?
Non lo so. Diciamo che la mia storia parla di un percorso amministrativo iniziato presto come consigliere comunale, poi consigliere provinciale, assessore in Provincia, sindaco di Albavilla, consigliere regionale, presidente del Consiglio e ora assessore regionale. Se l’Europa farà parte di questo percorso lo decideranno gli elettori. Da parte mia credo sia il momento di portare le richieste della Lombardia anche su tavoli internazionali. In ogni caso, credo che la formazione amministrativa sia indispensabile per ricoprire alcuni ruoli.

Fino all’8 e 9 giugno sarà ogni giorno in campagna elettorale. Certo che per la Lega non avere forza nel capoluogo, con un sindaco civico come Rapinese e un solo consigliere comunale in minoranza, potrebbe essere un handicap per lei.
Credo di avere con la città di Como un legame viscerale e personale, prima che politico, che vada al di là di una eventuale sponda con il sindaco del capoluogo. E’ stato così anche in passato. La Lega ha un suo elettorato, che è comunque forte. Io credo di avere poi chi mi stima come persona e che già alle ultime regionali me lo ha dimostrato con il voto. In questa campagna avrò comunque anche il tempo di essere uomo di partito, e di sostenere i candidati alle amministrative della Lega a iniziare dalle conferme nelle due città: Alice Galbiati a Cantù e Giovanni Alberti a Mariano.

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12 Commenti

  1. La lunga strada di Fermi è fatta di continui cambi di partito e costante presenza a inaugurazioni ed eventi, per raccattare voti. Cosa ha fatto per Como?
    Il territorio comasco è abbandonato da lui e da tutti i politici locali con ruoli di governo regionali e nazionali. Il blocco del cantiere della variante della Tremezzina dovrebbe essere la pietra tombale della Lega, invece continueranno a votare questa manica di incapaci.

  2. Fermi non lascerà la zona confort presso i piani alti! Nel caso venga eletto (dubito visto la lega in forte discesa), a Bruxelles andrà il politico più votato dp di lui! Palese la situazione!

  3. Spero che la testata farà articoli simili anche per gli altri candidati, altrimenti queste continue “attenzioni” per questo signore non sarebbero giustificare e quantomeno dovrebbero essere classificate come “pubblicità “.

  4. L inutile tagliatore di nastri folgorato da salvini, il che la dice lunga. Il suo pensiero piu astuto lo sci sul san primo. Il che la dice lunghissima sul livello infimo dei ns politici

  5. Ma sarebbe eticamente corretto dimettersi da una carica prima di candidarsi ad un altra. Non penso che sia avvenuto. Le forbici sempre in tasca, ed il San Primo vetta d’Europa.

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