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Attualità, Politica

La scintilla Verde Patelli ha acceso il Pd. Sussurri e malumori: si spinge per un ok definitivo a Minghetti candidata

Le parole di Elisabetta Patelli hanno quasi rotto il silenzio del frastagliato mondo Pd. Sussurri, telefonate (molte), nessuna posizione ufficiale ma gli spifferi iniziano a soffiare da più parti, aprendo varchi in cui siamo entrati agevolmente.

Con ordine, il giudizio tranchant dell’esponente dei Verdi (oggi durissima su queste pagine: “Sindaco 2022, Patelli apre a Minghetti. Poi i graffi: “Cosa pretende Civitas? Pd, la corrente Braga è ambigua. Più rispetto per una candidata”) ha fatto mollare gli ormeggi a molti esponenti Dem, fino a oggi rigorosamente in attesa degli eventi. E, se come dicevamo, nessuno prende ancora parola ufficialmente, i soliti beninformati ci segnalano pesanti e concreti movimenti interni che spingono affinché il partito sposi definitivamente Barbara Minghetti quale candidata sindaco del centrosinistra nel 2022.

I malumori montati in questi giorni, sia nella base che ai livelli più alti, riguardano quella che sarebbe l’opposizione (finora non smentita) della deputata comasca Pd Chiara Braga, e del suo fronte nel partito, a Minghetti. Orientamento confermato da più interlocutori.

Ma perché? Probabilmente l’onorevole non ha digerito il mancato sostegno alla prima ipotesi nata in casa Pd: candidare l’ex parlamentare e segretaria generale Cisl, Adria Bartolich, nome gradito, appunto, alla sinistra Dem ma superato dall’arrivo improvviso del ciclone Minghetti.

In diverse riunioni sarebbe sempre emerso con chiarezza l’atteggiamento di chiusura da parte della deputata, molto ferma sull’indicazione di Bartolich.

Nota poi è l’apertura a Minghetti del consigliere regionale Dem, Angelo Orsenigo che con Braga non ha rapporti, diciamo, idilliaci. Duelli in punta di fioretto dunque quelli che si stanno giocando anche se c’è chi vede profilarsi all’orizzonte il possibile passaggio a un’arma meno nobile come la sciabola.

Regolamenti di conti, o meglio chiarimenti, che andranno fatti rapidamente perché, sempre voci ben informate che si stanno diffondendo dopo l’intervento ariete di Patelli, dicono che ben prima di Natale arriverà la candidatura ufficiale del futuro sindaco di centrosinistra. Insomma, nonostante la presunta contrarietà di Braga, Minghetti rimane in assoluta pole position.

Poi, ancora in zona Dem, non preoccuperebbe quella che Patelli ha definito “l’ambiguità” di Bruno Magatti, presidente di Civitas, che non ha ancora sciolto le riserve ma, anzi, ancora di recente ha avanzato chiarissime perplessità (L’intervista: “Minghetti è la candidata giusta? No veti ma qualche dubbio. Bartolich? Scelta dal Pd”).

Il tempo intanto scorre e sta arrivando il punto di non ritorno. Anche se Magatti dovesse traccheggiare, alcune voci Pd avrebbero espresso un chiaro giudizio invitando i dirigenti a non tenere in considerazione Civitas e spingendo a procedere oltre. Chiaramente un’ipotesi estrema e delicatissima, l’alleanza elettorale è importante e questo è chiaro a tutti gli attori in campo.

Comunque siamo sempre al retroscena e solo le posizioni ufficiali – gli incontri sono in corso e sono quotidiani – metteranno la parola fine.

[Nb: tra ieri e oggi la redazione ha parlato (in due occasioni e due interlocutori diversi) con Chiara Braga offrendole possibilità di replica, di correzione, revisione e, ovvio, anche smentita. Al momento la deputata preferisce, legittimamente, non parlare]

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9 Commenti

  1. Una cosa è parlare di crisi di rappresentatività di partiti che si limitano a nominare quadri ed esponenti più o meno di spicco, malcostume diffuso e persistente che ha allontanato dalle urne quasi metà degli elettori. Il problema dei Verdi a Como è però aggravato dall’evidenza che in città e in provincia sono completamente inesistenti, nel senso che al massimo Patelli potrebbe solo nominare se stessa. Cosa che tra l’altro ha già fatto puntando all’assessorato all’Ambiente se non addirittura alla poltrona di sindaco. E per partecipare a conciliaboli di coalizione a nome di un partito in realtà rappresentato da una sola persona, dai ammettiamolo: ci vuole un bel coraggio.

  2. Solo un dubbio: ma chi sono i Verdi, a Como? La sensazione è che Patelli rappresenti soltanto se stessa.

    1. Patelli rappresenta solo sé stessa o ha alle sue spalle eserciti di accoliti? Mah….Sicuramente rappresenta chi, nei diversi schieramenti, ha a cuore i problemi ambientali. E questo, considerando l’incapacità della sinistra di elaborare questi temi, non è poco. Tuttavia, se ci sono dubbi sulla rappresentatività di Patelli, non si comprende perché non dovrebbero esserci dubbi sui coordinatori di Italia Viva che sono nominati da un coordinatore nazionale nominato a sua volta e si può solo immaginare da chi. I “non nominati” lontani dalla cerchia del coordinatore contano nulla e non conoscono mai troppo per poter contare di più. Non si comprende neppure la rappresentatività di chi trent’anni fa si è lanciato in politica ed è ancora a capo dello stesso gruppo dal quale chi non era d’accordo se n’è andato e gli altri sono d’accordo a prescindere. Oppure non si comprende la rappresentatività dei leader locali di alcuni partiti che sono eletti da qualche decina di frequentatori della piattaforma privata che gestisce i loro “riti” democratici. La rappresentatività dei leader è finita con i partiti della prima Repubblica che li eleggevano in congressi a qualsiasi livello. È scomparsa con la discesa in campo di Berlusconi che stipendiava i dirigenti del suo partito, cinghie di trasmissione del verbo del padrone. La rappresentatività non esiste da un pezzo. Magari fosse solo un problema di Patelli.

  3. Ancora un pò e risulterà indispensabile trovare la quadra fra i cosiddetti temi presentati come imprescindibili (che finiranno per dare forma al programma della coalizione) e le realistiche esigenze di presenza di ciascuna componente (incarichi per chi e cosa nelle sedie di potere).

    A fronte della perdurante emergenza amministrativa, a Como oggi non guasterebbe una, per così dire, giunta “di salute pubblica”.
    Un passetto indietro per ognuno dei corridori, un passo avanti per l’intera Città.

  4. I Verdi sono disponibili a un confronto, mi dicono che Agenda Como 2030 ha già preso contatti, sicuramente Svolta Civica è con Minghetti, perfino Articolo 1 e parte dei 5Stelle non si scandalizzerebbero per una sua candidatura, e il PD? Non sembra che ci sia stata una dichiarazione ufficiale in tal senso. Forse si aspetta che quelli che speravano in un altro candidato, facciano la prima mossa? O si adeguino al vox populi? È tale l’incertezza che perfino tra le piattaforme di discussione del centrosinistra (chat, facebook ecc) l’ordine di scuderia è parlarne il meno possibile evitando accuratamente di accettare le provocazioni di chi del PD non è. E dire che basterebbe parlare del programma e cercare di capire le priorità che ogni schieramento si vuol dare. Cercare di capire cosa si vuole fare e come. Per intendersi cercare di capire se c’è la possibilità di fare squadra tra il PD, Svolta Civica, Agenda Como 2030, i Verdi, Articolo 1 e Civitas. Basterebbe incaricare qualche politico bravo e soprattutto navigato che sondi gli spazi di questa candidatura e i programmi di tutti. Perché non la stessa Adria Bartolich visto che si è resa disponibile? Mah….

  5. Chiara braga così giovane ma già così integrata nella vecchia politica del PD. Così non si va da nessuna parte. Certo le poltrone a Roma restano.

  6. Anche della destra non se ne può più….visti i risultati dei 5 mandati in cui hanno “governato” in città.

  7. Bene bene, Marco Rezzonico già candidato nella lista Landriscina e vice presidente dell’ ACSM che dice di capire poco di politica e indica la Minghetti come candidato che potrebbe raccogliere voti da chi ha votato centrodestra nel 2017… cioè uno del centro – destra che dice al centro- sinistra come fare vincere! Non si è mai visto. Salvo che non consideri la signora già come il suo candidato. Ecco svelato il gioco.
    Puzza di accordo con Forza Italia e i centristi . Non ce la faranno comunque. Anche per questa ragione spero che vinca la destra .
    Dei democristiani travestiti non se ne può davvero più.

    1. Oppure molto più banalmente c’è chi, conoscendo il livello dei potenziali candidati del suo schieramento di centrodestra, preferisce un avvicendamento. Dopo cinque anni che si viaggia in zona retrocessione in tutti i campionati a cui si partecipa, anche i tifosi più acritici sperano in un cambio di proprietà e di allenatore. Figuriamoci chi frequenta gli spogliatoi. Figuriamoci chi conosce i segretari dei partiti che formeranno la coalizione di centrodestra. Che Dio ce ne scampi!

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