Diventa inevitabilmente un caso politico che giunge fino a Roma l’impasse in cui – al di là di generiche rassicurazioni che trovate riassunte qui – è finita la variante della Tremezzina, cantiere da 400 milioni di euro circa che avrebbe dovuto finalmente togliere una parte dell’enorme mole di traffico che ora attraversa i paesi della sponda occidentale del Lago di Como e che da mesi langue tristemente. Ancora da risolvere vari problemi: dallo smaltimento dei materiali inquinanti legati agli scavi e diverse questioni economiche.
Oggi è la parlamentare comasca Chiara Braga, capogruppo del Pd alla Camera dei Deputati, a chiamare direttamente in cause il ministro delle Infrastrutture e leader della Lega, Matteo Salvini.
“Gli amministratori locali e i rappresentanti delle organizzazioni economiche e sociali del territorio hanno chiesto al Ministro Salvini di attivarsi per risolvere le criticità che stanno tenendo bloccati i lavori della variante della Tremezzina e da quasi due mesi non stanno ricevendo nessuna risposta – affonda Braga – Quella arrivata all’interrogazione esaminata ieri in Commissione alla Camera è quasi offensiva. Si fa riferimento solo alle scarne indicazioni fornite da Anas ai Sindaci nell’unico incontro svolto a metà novembre e si rivendica, come prova di grande interesse del Ministero, l’assicurazione di sostenere i costi per l’impiego dei movieri che gestiscono la viabilità lungo la SS 340, Regina”. La stessa Chiara Braga nei giorni scorsi aveva presentato un’interrogazione al Ministro delle Infrastrutture Salvini per chiedere lo sblocco dei cantieri della variante della Tremezzina e la piena realizzazione dell’opera, fondamentale per garantire i collegamenti della sponda ovest del lago di Como.
“Dal Ministero – continua la capogruppo Pd alla Camera – non è stato preso alcun impegno concreto per convocare almeno un Tavolo tecnico, quale ‘Regia di Cantiere’, così come richiesto dal territorio, per condividere le informazioni e fornire indicazioni utili alla ripresa dei lavori”.
“Non posso pensare – è l’affondo finale della deputata comasca – che Salvini sia cosi preso a occuparsi del Ponte sullo Stretto di Messina da non trovare nemmeno il tempo di rispondere alla richiesta dei Sindaci del lago ed esercitare il ruolo istituzionale che gli compete per costruire una soluzione che porti alla ripresa dei lavori della variante. Faccio un appello al Ministro e agli altri esponenti del centrodestra del territorio. Sulla variante della Tremezzina lavoriamo insieme come già fatto in passato, con tutte le istituzioni coinvolte, per dare una risposta alle fortissime preoccupazioni delle nostre comunità”.