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“Ma vaaaa!”. Eppure un sorriso si aggira per il centrosinistra: Patrizia Lissi candidata sindaco

A volte capita di lasciarsi dietro la “briciola” più importante in un resoconto. Ma per fortuna, il tempo aiuta. E allora, con qualche ora di ritardo, si può dare anche l’unica vera notizia emersa dai tavoli del centrosinistra del venerdì pomeriggio, in vista delle elezioni comunali del 2022. Ovvero questa: è stato formalmente fatto il nome della consigliera comunale Pd, Patrizia Lissi, come possibile candidata sindaco di Como.

No, non è solo la classica boutade giornalistica. E sebbene quando “escano” i nomi ci sia sempre da maneggiarli con le pinze, pensando a “cosa c’è davvero dietro?”, l’idea è veramente al vaglio del Pd e dei potenziali alleati, è stata messa sul tavolo una decina di giorni fa ed è oggetto di valutazioni ad ampio spettro nel centrosinistra comasco.

Como, conclave di centrosinistra per il 2022: da Calenda alle Sardine (con suggestione Battarino)

D’altronde, anche i più spiazzati di fronte all’ipotesi, convergono su alcuni punti ritrovati in Patrizia Lissi:

1) finalmente una donna

2) una tradizione di centrosinistra lunga e specchiata

3) personalità che come poche ha saputo ritagliarsi una posizione forte e battagliera negli anni in consiglio comunale, peraltro apprezzata anche oltre i confini di schieramento

4) figura che pare tra le poche in grado di unire le tante “camarille” del centrosinistra, dalle zone più centriste fino a quelle maggiormente rosse

5) infine, cosa che non guasta affatto perché gli album delle figurine sono belli ma alla fine contano le urne, figura con notevole consenso popolare (dove per popolare si intende soprattutto il popolo “vero”, extra salotto).

Naturalmente, in queste prime valutazioni, non manca anche qualche dubbio: qualche link in meno di Lissi – rispetto, metti, a un Maurizio Traglio o a uno stesso Giuseppe Battarino – con alcuni centri di potere, economia e politica oltre Como, un’esuberanza che andrebbe inevitabilmente ricondotta a canali più diplomaticamente e istituzionalmente moderati, la mancanza di un’esperienza di primissimo piano oltre gli anni in consiglio comunale.

Ma d’altronde, a cosa servono le segreterie dei partiti ed eventualmente le giunte (in caso di vittoria) se non a riempire qualche vuoto in maniera collegiale e calibrata? E poi, altra ipotesi, si potrebbe sempre valutare un cosiddetto “ticket” da campagna elettorale, una coppia lanciata pressoché contemporaneamente, che dia voce e forma a tutte le sfumature possibili.

Fantasie? No, come si diceva. Il nome è stato fatto, circola. Persino alla diretta interessata è stata posta – tra il serio e il faceto – la classica domanda: “Ma tu lo faresti?”. “Ma vaaaaaa”, la risposta sorridente e un filo incredula di Lissi. Un no, tradotto.

Ma si sa, soprattutto in politica, la prima risposta raramente è davvero quella che conta alla fine.

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9 Commenti

  1. Certo , considerando che i comaschi continueranno a votare i leghisti e c. nonostante i disastri delle ultime loro 5 amministrazioni. 2x botta 2x il venditore di diamanti 1x l’indefinibile attuale.

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