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Maesani lascia Fratelli d’Italia: “Amministrazione sorda e spaccata. Partito subalterno alla Lega”. Il testo integrale

Nuovo scossone nella maggioranza di Palazzo Cernezzi: dopo tante turbolenze e dissapori – sia in Fratelli d’Italia, sia con alcuni spezzoni di maggioranza (Zarine in primis, Forza Italia subito dopo) – Patrizia Maesani lascia il gruppo consiliare di Giorgia Meloni e va nel Gruppo Misto. Contestualmente, la consigliera si dimette anche dalla presidenza della Commisione Urbanistica. Il doppio annuncio questa sera in consiglio comunale. Uno strappo che covava da tempo, in realtà, come si evince anche dal lungo discorso pronunciato da Maesani in aula.

Di seguito, alleghiamo le sue parole in forma integrale.

Per approfondire – Maesani lascia, Locatelli ride: “Finalmente via chi ha difeso l’invasione di clandestini”

Gentili colleghi questa sera con sofferenza e tanta, tanta amarezza comunico che uscirò dal gruppo di Fratelli d’Italia.

All’inizio di questa mia seconda avventura politica avevo davanti uno scenario tanto diverso che è mutato molto velocemente a livello nazionale come a livello locale

A livello nazionale mi era stato prospettato un partito aperto anche ad una corrente liberale conservatrice. In questi mesi ho assistito alla decisa sterzata sovranista ed in parte salvinista di Fratelli d’Italia. Sterzata lecita, rispettabile ma che non mi appartiene per storia e cultura. Perché pur rispettando la sinistra io non sono di sinistra e mettetevelo bene nella testa io sono liberale e me ne vanto e se qualcuno non ricorda il significato del termine liberale vada a fare un ripasso o studi una buona volta.

A livello locale ho compreso anche dalle ultime esternazioni di alcuni miei colleghi, a questo punto ex colleghi, di partito che desto imbarazzo. Ed allora tolgo io il disturbo non senza dire che provo delusione verso certi comportamenti umani prima ancora che politici.

La ragione principale comunque per la quale mi accingo a fare questo doloroso passo risiede nell’impostazione e nelle dinamiche interne a questa maggioranza e, soprattutto, nelle dinamiche interne a questa Giunta. Mi è impossibile condividere in toto la linea politica ed ancor più la subalternità del mio ex partito alla Lega. E mi chiedo dove sia finita la destra sociale, dove siano finiti gli uomini della destra sociale.

Questa amministrazione l’ho sostenuta lealmente al punto che mi sono dimessa da capogruppo per non creare imbarazzi su alcune posizioni della maggioranza che non condividevo.

Se fino all’altra estate in questo governo locale io ci credevo, da settembre in poi ho compreso che la deriva di questa amministrazione, spaccata e sorda, era inconciliabile con una visione liberale del mondo e della politica come la mia. La destra radicale non è la mia destra.

Ho tentato più volte cocciutamente di esprimere il mio parere su alcune questioni – molte delle quali mai emerse sulla stampa per la loro delicatezza – ma non ho avuto neanche la soddisfazione, non dico di essere tenuta in considerazione ma quantomeno ascoltata. E’ frustrante vedere che gli allarmi non vengono neanche ascoltati ed è frustrante vedere accadere di lì a poco il pasticcio che si traduce in brutte figure, soldi gettati al vento ed ulteriori frizioni cittadine. Ed è ancor più frustrante vedere che chi sbagli all’interno di questo comune non paghi mai, anzi in taluni casi assurga all’Olimpo degli intoccabili.

Qualche esempio: Infopoint e Giro d’Italia, di Comodepur, Como Acqua, Capo di Gabinetto. dossier Viadotto, i temi sociali affrontati solo in Salsa muscolare, l’inerzia sulle politiche giovanili, la mancata creazione del fondo di gestione immobiliare, l’incapacità manifesta – come dice il mio amico Gaddi – di dar vita ad una politica culturale seria, l’incapacità di capire la differenza basica fra le competenze del consiglio comunale rispetto a quelle della giunta.

E su quest’ultimo tema è opportuno spendere due parole. Lo psicodramma sollevato dalle assessore sulla commissione sicurezza a cosa è servito? La commissione è nata lo stesso ma in una clima avvelenato e con strappi difficili da ricucire se non con una buona dose di opportunismo che a me non appartiene. Il Sindaco pur di non farla nascere la commissione si è persino deglutito il cambio di casacca di un assessore che sino ad allora non aveva certo brillato di gran luce.

Mi scusi Pettignano ma io non posso proprio dire che la sua azione in questi due anni sia paragonabile a quella di Churchill. E se molte delle colpe che le attribuiscono non sono sue, come Ella sostiene, ebbene lei non è riuscito nemmeno a difendersi politicamente in maniera credibile con ciò rendendo ancora più inspiegabile la decisione dei vertici del mio ex partito di riaccasarlo!

Continuate a far la guerra alle mimose ma a Como i problemi sono ben altri.
Sono il dormitorio di via Sirtori che chiuderà definitivamente ma voi fate finta di niente, loro sono gli invisibili ed al massimo ci penseranno quegli scomodi di Don Giusto o di Bernasconi.

Continuate a far la guerra alle mimose ma a Como i problemi sono ben altri.

Sono lo scoramento dell’amico Marco Galli, la fatica di Amelia Locatelli, il fuoco amico sulla seria attività impostata da Marco Butti sull’urbanistica. Perché l’urbanistica è una cosa seria, perché le politiche educative come quelle sportive sono l’essenziale per un’azione verso i giovani, perché la bonifica della Ticosa è una priorità per il Comune ed è stata l’unica cosa che ho messo sul tavolo del mio ex partito per astenermi dal votare la commissione sicurezza. Mi son detta che diecimila metri cubi di terreno inquinato valessero pure un’umiliazione pubblica.

Continuate a far la guerra alle mimose ma a Como i problemi sono ben altri.
Sono una città che soffre nelle sue fasce più deboli, sono una città che ha un numero impressionante di ragazzi allo sbando, sono una città che si sta trasformando in un non luogo per i giovani.

Ma andate una buona volta a far la voce grossa con chi gestisce il racket di poveri e dei venditori abusivi o con coloro che vendono morte tutti giorni ai nostri ragazzi. Andate a stanare chi vende alcol ai minorenni. Andate a scavare nelle mille attività in cui la mafia si insinua riciclando soldi sporchi.

E dopo tanti turbamenti ed amarezze un bel giorno mi sono detta “cara Patrizia la guerra alle mimose non è la tua guerra, il tuo Sindaco, quel Sindaco liberale e galantuomo ti ha insegnato a far altre battaglie ed a farle a viso aperto non con le “congiure di palazzo”. Perché nella vita cari miei signori bisogna avere il coraggio di metterci la faccia, il cuore e la testa.

Vedo già i titoli e le dichiarazioni Non li temo come non temo il vostro giudizio, credetemi, temo molto di più il giudizio della mia coscienza e quello di mio figlio. Lascio a voi le mimose ed io torno a far politica come la so fare, con il coraggio e la coerenza delle mie idee. W l’Italia, W l’Europa ed a questo punto

W anche le mimose.

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11 Commenti

  1. bella la frase “andate a stanare che vende alcool ai minorenni” e scoprire che sono proprio loro che vi hanno dato i voti!
    d’altronde quando si vive in una città che elegge degli incapaci a Roma quale volete che siano i commenti per una SIGNORA che esprime i propri malesseri politici.
    AL senatore MAGNIFICO vorrei dire poi che non pensi di raccattare voti da portare al tavolo nazionale continuando ad appoggiare questa giunta di NULLAFACENTI

  2. Ci ha messo più del dovuto. Spero a causa del fatto di averci provato… Landriscina lo dovrebbe sapere: la rianimazione di un paziente non può durare a oltranza

  3. Non avevo dubbi che l’Avvocato Maesani uscisse dalla maggioranza: troppo intelligente, troppo in gamba, troppo….. per poter stare dalla stessa parte della barricata con questi e soprattutto queste…..

  4. Un grazie “speciale” all’avvocato Patrizia Maesani ha saputo essere vera amministratrice preparata della città di Como; l’augurio che qualche altro consigliere comunale ne partecipi con la dignità che la città di Como merita, non tanto il “lerciume” politico ed amministrativo di cui è avvolta la città. Grazie, Patrizia Maesani. Comm. Claudio Bianchi

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