Una sorta di mistero aleggia sull’appalto del Comune di Como per l’ampliamento e la riqualificazione del centro di accoglienza per migranti di via Tibaldi a Tavernola. Il caso è esploso ieri sera in consiglio comunale, dove è stato portato dalla consigliera comunale del Pd Patrizia Lissi.
“Sono passati due anni dall’affidamento all’impresa – ha affermato – Che fine ha fatto quella gara? Ricordo che l’obiettivo era trasferire i migranti dal centro di Prestino a quello di via Tibaldi, mentre viceversa nel centro di via Sacco e Vanzetti sarebbero dovuto andare famiglie comasche in difficoltà”.
In realtà, al di là di come finirà la nebulosa vicenda di via Tibaldi, a Prestino rimarranno i migranti almeno fino al 2024 come ha affermato il vicesindaco Alessandra Locatelli giusto 10 giorni fa (qui l’articolo).
La vicenda su Tavernola, però, ieri sera si è notevolmente ingarbugliata. In risposta a Lissi, infatti, è intervenuto l’assessore ai Lavori pubblici, Vincenzo Bella.
“Si sono effettuate tutte le procedure – ha detto l’assessore – che hanno trovato conclusione nella sottoscrizione del contratto per l’incarico a professionisti esterni per i servizi tecnici e di ingegneria per riqualificare e aumentare la capienza del centro di via Tibaldi. Il contratto è stato sottoscritto il 29 gennaio 2019. Ora va fatta la progettazione di questi interventi, per destinare il centro all’uso per cui era stato individuato il finanziamento vincolato (cioè accoglienza di migranti, ndr”).
Poi Bella ha aggiunto che “c’è anche un altro intervento propedeutico che è collegato a quello più globale: sono in corso di formalizzazione gli atti per l’individuazione del direttore lavori e del coordinamento della sicurezza”.
Infine, il momento surreale. Lissi, infatti, che aveva chiesto informazioni sul maxiappalto originario e non su quelli successivi nel tempo citati da Bella, importanti ma certamente secondari, ha rilanciato: “C’è qualcosa che non mi è chiaro, la gara principale l’avevamo fatta noi (giunta Lucini, ndr) nel 2017, sono sicura. Non capisco adesso il discorso della progettazione, c’è qualcosa che non mi è chiaro. Non ho capito cosa manca, bisognerebbe fare la gara?”.
Spiazzato l’assessore Bella: “Chiederò agli uffici, a me non è stato comunicato (l’esito della gara principale da 686mila euro risalente al 2017, ndr). Deve risultare dagli atti. Una gara fatta nel 2017 e un contratto nel 2019, mi pare troppo tempo. Forse la gara non si è conclusa, si è dovuta reiterare e ripartire di nuovo. Non vedo altra spiegazione per la contrattualizzazione di incarico nel 2019”.
I documenti, però, dicono questo: la gara per la riqualificazione del centro di accoglienza di via Tibaldi (su progetto complessivo messo a punto dagli uffici) venne svolta – come detto da Lissi – nel 2017 e, appunto, aggiudicata nel gennaio dello stesso anno per 686mila euro (di cui 405mila euro messi dal Ministero dell’Interno, tramite Prefettura, già dal 2014) alla ditta I.TEC srl di Villa del Conte (Padova).
Nel gennaio 2019, invece, sono stati affidati soltanto alcuni “interventi di riqualificazione e adeguamento normativo per incremento di capienza del centro di accoglienza di via Tibaldi 20”, con un incarico esterno per servizi tecnici al raggruppamento formato da Settanta7 Studio Associato, Sinergie Progetti Srl e dall’architetto Lorenzo Albai per 31mila euro (incarico che si colloca nell’alveo dei 686mila complessivi).
Dunque, in apparenza, all’ampliamento e riapertura del centro migranti di via Tibaldi dovrebbe comunque mancare poco, essendo stati assegnati tutti gli incarichi in questione. Come siano potuti passare due anni dalla prima aggiudicazione all’azienda veneta (gennaio 2017) a quella dei servizi collaterali (gennaio 2019), resta un mezzo mistero.