“In questi giorni ospitiamo circa 200 migranti, nello stesso periodo dell’anno scorso erano un centinaio”, i numeri crescono, anzi raddoppiano, e sono destinati ad aumentare. L’allerta arriva dal direttore della Caritas di Como, Roberto Bernasconi
Silenziosamente, lontano dai riflettori che ciclicamente vengono puntati sul Centro di Accoglienza di via Regina, qualcosa sta cambiando e i prossimi mesi potrebbero segnare una nuova emergenza. “C’è un movimento grosso – evidenzia Bernasconi – in città non ci si rende conto ma il problema è destinato a svilupparsi”. In sostanza con le uscite dai Cas (cioè i Centri di Accoglienza Straordinaria) centinaia di migranti di qui a qualche cominceranno a muoversi verso i confini del Paese. Sono ormai tre le mete: Gorizia, Ventimiglia e Como. L’obiettivo è sempre, lo stesso lasciare l’Italia.
Arrivata a Como una buona parte di migranti evita scientificamente il centro di accoglienza e punta verso la Svizzera che, per una una ben nota politica di respingimento, li rimanda in Italia. “Si tratta, a oggi, di almeno un centinaio di persone che vive in strada lontano dalle strutture di accoglienza – dice Bernasconi – ma attenzione, non sono mai gli stessi profughi vi è un ricambio continuo”. La tolleranza massima di via regina è intorno ai 350 posti letto. “Ma, appunto, non tutti vogliono o possono entrare, inoltre nei prossimi mesi i numeri sono destinati a crescere”.
Con le stagioni calde, dunque, Como potrebbe seriamente trovarsi di fronte a un fenomeno uguale se non più grande dell’estate 2016 quando centinaia di migranti affolarono la stazione San Giovanni.
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La questione, dunque, è se oggi le Istituzioni siano consapevoli dei problemi potenziali: “Credo di sì ma non penso abbiano approfondito fino in fondo la questione. Non si può risolvere le cose con un “Mandiamoli a casa”. Il fenomeno non è casuale ma strutturale. Si possono anche chiudere i corridoi umanitari ma le persone troveranno sempre strade diverse per raggiungere l’italia. Oggi, per esempio, c’è un forte movimento dalla rotta dei Balcani ma ripeto: nei prossimi mesi arriveranno centinaia di persone già presenti in Italia. Dopo le elezioni il nuovo Governo dovrà agire in fretta”.