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Montano Lucino (che però non è Medellin) caput mundi: big e controbig della politica antispaccio

Il problema dello spaccio di droga esiste, non è sicuramente trascurabile, ha segnato numerosi episodi di cronaca e l’insofferenza dei residenti è del tutto comprensibile. Nell’arco di 24 ore, però, la politica comasca ha quasi trasformato l’immagine di Montano Lucino in una sorta di Medellin di cintura.

Ieri sera era stata una nota ufficiale del deputato del Movimento Cinque Stelle, Giovanni Currò, ad aprire il turn over sul comune.

“Le segnalazioni dei cittadini di Montano Lucino, riguardo i fenomeni di spaccio all’interno dei boschi del paese, non potevano restare inascoltate – si leggeva – Già la scorsa settimana l’Onorevole e il suo staff hanno preso contatti con la prefettura di Como, con l’intento di capire se il Prefetto fosse a conoscenza della situazione. Riferendo agli uffici della prefettura le segnalazioni ricevute, con l’obiettivo di portarle alla sua attenzione”.

“Siamo sempre al lavoro sulle segnalazioni dei cittadini – ha aggiunto Currò – Prontamente abbiamo avviato una interlocuzione con il prefetto per incrementare e calibrare i controlli sul territorio e contrastare le attività illecite. Sappiamo che qualche collega è tentato da show e blitz, ma la politica deve fare ben altro, se si vogliono risolvere veramente i problemi”.

Oltre all’accenno a “show e blitz” non mancava anche un secondo spunto polemico.

“Di sicuro non è togliendo una coperta o intervenendo sul posto che si risolvono queste problematiche, ci sono dei professionisti che fanno questo lavoro, non basta rispettarli mettendosi le loro divise, bisogna rispettare prima di tutto la loro professionalità e non solo a parole, ma con i fatti – concludeva Currò – Contro lo spaccio di droga nei boschi di Montano Lucino, contro puscher e venditori di morte l’unica soluzione è il controllo militarizzato del territorio attraverso l’attività di contrasto alla criminalità da parte di forze di polizia e polizia locale”.

Stamattina, sull’altro fronte politico, si è invece svolto – ovviamente sempre a Lucino – il presidio di Fratelli d’Italia e del movimento giovanile del partito Gioventù Nazionale.

Il capogruppo di FdI in Consiglio Comunale a Montano Lucino, Andrea Matteri, ha espresso grande soddisfazione per la presenza dei molti big locali – tra i quali il deputo Alessio Butti e il segretario provinciale Stefano Molinari – che “erano con noi sul territorio per parlare di sicurezza con i cittadini e portare le nostre proposte per una Montano Lucino più sicura e come sempre grazie a tutti i cittadini che sono venuti ad ascoltare le nostre proposte”.

Nel pomeriggio infine (a quanto risulta, senza alcun contatto con gli alleati meloniani) è stato il turno del deputato leghista Nicola Molteni che – dice il comunicato ufficiale – “ha partecipato alla raccolta firme della Lega e ha effettuato un sopralluogo ai boschi dello spaccio a Montano Lucino, in provincia di Como, con cittadini, famiglie e il consigliere comunale Francesco Tettamanti”.

“Servono i blitz organizzati e gli interventi ad alto impatto con poliziotti, carabinieri, guardia di finanza, unità cinofile e polizia locale come facemmo tra giugno e settembre 2019 quando ministro dell’Interno era Matteo Salvini – ha aggiunto Molteni – All’epoca furono programmati grazie a Prefettura e Questura una serie di interventi di polizia per sradicare giacigli, sequestrare droga e arrestare spacciatori. I risultati furono ottimali. Vanno ripetuti e riprogrammati. Contro i venditori di morte, spacciatori e pusher serve la galera e tolleranza zero”.

E con tutta la politica comasca, o quasi, schierata nel comune di 5.200 abitanti, c’è da sperare che il problema – reale – venga debellato in breve tempo.

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