Federico Broggi è il nuovo segretario provinciale del Pd. Il giovane sindaco di Solbiate, tra gli artefici della fusione con Cagno, nonché vicesegretario durante la guida di Angelo Orsenigo, con circa il 75% dei voti ha battuto piuttosto nettamente lo sfidante Filippo Di Gregorio.
In sostanza, si tratta di un passaggio di testimone all’interno della stessa area interna ai dem, quella che unisce personalità che vanno dall’ex consigliere regionale Luca Gaffuri, passando ovviamente da Orsenigo, in continuità con la segreteria cittadina di Como e il drappello di consiglieri a Palazzo Cernezzi. Ma i numeri dicono che il consenso attorno al neosegretario è evidentemente molto ampio.
“E’ una grande soddisfazione, è indubbio che il risultato è stato molto positivo – ha dichiarato a caldo Broggi – Vuol dire aver creato aspettative positive in tante persone. Abbiamo un partito che ha chiesto di stare insieme e lo dovremo fare sempre di più. Il concetto base per me è “comunità”, ne abbiamo già una forte, dobbiamo rafforzarla, ampliarla e recuperare consenso”.
Broggi, 30 anni, fa sagacemente notare di “non avere un pregresso Margherita o Ds alle spalle, sono un nativo Pd. E per questo dico che dobbiamo iniziare a mettere alle spalle liti e divisioni di cui la gente ha strapiene le scatole. Da sindaco ho fatto la stessa cosa e ha funzionato”.
“Serve sicuramente un certo ricambio ma dico no al giovanilismo: non è la carta d’identità il criterio per valutare persone e azioni politiche – chiude il neosegretario provinciale del Pd – Punto molto prima di tutto a ricreare rapporti e relazioni sul territorio, perché se non sei sul territorio nessun discorso ha senso. Non voglio dire che stravolgerò tutto o che ho la bacchetta magica, so che il lavoro è duro ed è tanto ma la cosa non mi spaventa. Anzi, mi stimola”.
Nei prossimi giorni al nuovo segretario spetterà dunque la formazione della nuova segreteria.
Per la sfida regionale (dati ufficiosi in provincia di Como) bene anche Vinicio Peluffo (nuovo segretario lombardo dei dem) che sul Lario si è attestato attorno al 67% contro il 32 circa dello sfidante Eugenio Comincini.