“Io ho saputo della lettera da Comozero (qui la trovate integrale, ndr). E finora nessuno mi ha chiamato: né Caprani, né Fermi, né il sindaco. Ho aspettato ma di fatto posso dire di non sapere niente di ufficiale. Parlare del nulla, per ora, mi è impossibile”.
E’ un Franco Pettignano da antologia quello che poco dopo le 17.30 risponde al telefono per parlare della notizia del giorno: la decisione (a questo punto da definire “a sua insaputa”) del gruppo consiliare di Forza Italia e del coordinatore provinciale Mauro Caprani di ritirare dalla giunta Landriscina i due assessori. Cioè, lui stesso e la collega Amelia Locatelli.
Ma assessore, che significa che “vi ritirate”?
“Un attimo. Io che devo ritirarmi non lo so ufficialmente. Non ho avuto alcuna comunicazione, non una sola telefonata da quando stamattina ho letto sul vostro giornale della notizia”
Ma scusi, ieri sera non era presente anche lei alla riunione da cui è uscita lettera?
“C’ero ma a metà sono dovuto andare via per un problema familiare. E fino a quel momento non c’era alcuna lettera ufficiale, non c’erano firme, non c’erano indicazioni definitive. Come ripeto, ho letto il testo integrale soltanto grazie a voi stamattina”
Al di là di qualche problema oggettivo e ben più ampio, più d’uno legge la mossa del “ritiro degli assessori” come un modo anche del suo stesso partito per farla fuori. Che ne pensa?
“Ah, non lo so. Potrò dire qualcosa di preciso quando qualcuno si degnerà di chiamarmi, incontrarmi, spiegarmi. Se mi si dirà che il gruppo consiliare di Forza Italia non ha più fiducia in me valuterò. Oggi di sicuro non mi dimetto, non ne avrei ragione”
Ma non è un po’ bizzarro che il suo partito chieda a lei e alla collega Amelia Locatelli di ritirarsi dalla giunta continuando a sostenere poi il sindaco e la maggioranza in consiglio comunale?
“Più che strano. In tanti anni di politica, mai vista una cosa del genere. Diciamo pure che è incredibile. Ma che dobbiamo fare? Nulla. Per ora aspetto. Parlerò di tutto quando le cose saranno più chiare”
AGGIORNAMENTO:
“Se dobbiamo uscire, usciamo”. La disciplina di Locatelli Vs lo stupore di Pettignano