E’ un corpo a corpo vigorosissimo per quanto silenzioso quello che vede protagonisti il consigliere comunale di Civitas, Bruno Magatti, e la maxiazienda di trasporto locale, Asf, dall’altra (come noto, partecipata al 51% da Spt Holding composta dai soci pubblici Comune e Provincia di Como, Provincia di Lecco e CPT, mentre per il restante 49% da Omibus Partecipazioni, che racchiude il gruppo Arriva Italia e il Gruppo Ferrovie Nord). La gelida formalità delle carte – chieste, ottenute, richieste, attese – è tra l’altro il perfetto suggello a una guerra di nervi che in fondo nessuno sa ancora bene a cosa potrà portare.
Tutto origina il 27 ottobre scorso, quando Magatti deposita in Comune un’interrogazione richiedente risposta scritta diretta al sindaco Mario Landriscina per chiedere una discreta quantità di informazioni. Tra queste: se risulti in essere qualche contratto di consulenza o service tra Asf e le società che ne detengono il 49% ovvero Arriva e Ferrovie Nord (domandando, nel caso affermativo, di avere copia dei contratti); si chiede poi quando e chi avrebbe sottoscritto questi contratti, in base a quale corrispettivo; a quali prestazioni o costi si riferisce la voce “costi sostenuti” per rapporti con altre parti correlate di Asf; quali siano le prestazioni riferibili alla voce “manutenzioni e servizi” esterni con relativo ammontare di questi eventuali costi nei bilanci; a quali costi si riferisce la voce “altri costi” presente nel Conto economico; e infine Magatti chiede “se l’amministratore delegato di Asf Autolinee ha percepito o percepisce compensi da parte di Arriva Italia”.
E’ il presidente di Spt Holding, Cesare Coerezza, che risponde al socio Comune di Como.
Così si apprende che sì, effettivamente “risultato regolarmente sottoscritti due contratti di consulenza con Arriva Italia e Fnm Spa per la prestazione di specifiche attività di service”; per quanto riguarda quei contratti in in vigore sono stati sottoscritti “rispettivamente in data 13 dicembre 2016 e 7 dicembre 2016, ambedue per il periodo 1 gennaio 2016/31 dicembre 2017″ e sono stati firmati dall’amministratore delegato di Asf, Annarita Polacchini, su specifico mandato deliberato con voto unanime dal Cda in data 5 dicembre 2016”; i due contratti “prevedono un corrispettivo annuale pari a 142mila euro oltre Iva per Arriva Italia e 32.500 per Fnm Spa”; per quanto riguarda, poi, i dati sulla voce “Manutenzioni e servizi esterni”, viene risposto a Magatti che dal 2013 al 2016 la cifra si è sempre aggirata sul milione all’anno, per oltre 4 complessivi.
In ultimo, la risposta forse più interessante: viene infatti specificato da Coerezza a Magatti che “l’amministratore delegato di Asf (Annarita Polacchini, ndr) percepisce compensi da parte di Arriva Italia in quanto dipendente della stessa società”; il compenso deliberato da Asf in relazione alla carica di amministratore delegato della medesima società viene quindi versato ad Arriva Srl”. Per farla breve: l’ad di Asf (società al 51% sotto controllo pubblico) è una dipendente di Arriva, socio che con Ferrovie Nord, ha il 49% restante; lo stipendio, però, dovrebbe tecnicamente versarlo Asf; ma Asf – siccome Polacchini è dipendente di Arriva – quantifica lo stipendio ad Arriva, società che poi lo corrisponde a sua volta alla sua dipendente Annarita Polacchini.
Nel frattempo, si apprende tramite l’interrogazione di Magatti che Asf versa almeno dagli ultimi due anni 142mila euro all’anno ad Arriva per “consulenze e servizi” (oltre ad altri 32mila 500 euro a Fnm). Questo, come abbiamo già visto, con contratti valevoli dal primo gennaio 2016 al 31 dicembre 2017, firmati però soltanto nel dicembre 2016
Insomma, un groviglio di bonifici inviati e girati davvero notevole. Giro che, infatti, ha spinto nuovamente Magatti, il 6 febbraio scorso, a chiedere tutti – ma veramente tutti – i documenti sui contratti di consulenza stipulati dal 2007 a oggi tra Arriva e Fnm da un lato, e Asf dall’altro.
Un’indagine minuziosa veramente, quella dell’ex assessore.